wonderland Italy. SPECIALE RISPARMIO. 3

Mifid, luce o scarica mortale?
Mifid, luce o scarica mortale?

LA VIA D’USCITA DAL CONFLITTO D’INTERESSE

Dal 2004 esiste la Mifid (Markets in Financial Instruments Directive). Recepita dall’Italia nel 2007, regola in modo rigoroso la compravendita di prodotti finanziari.

Tra le altre cose,finalmente, istituisce la figura del promotore finanziario indipendente, che in Italia, prima non esisteva.

Posto che, come sempre, dobbiamo stare attenti e scegliere il professionista giusto, tale innovazione rappresenta una rivoluzione che permette finalmente di stroncare sul nascere i conflitti d’interesse nella compravendita finanziaria italiana.

Perché? Perché il promotore finanziario indipendente non prende commissioni dai gestori, né dai collocatori (banche per esempio) ma solo dal cliente finale: voi.

Quindi cade l’interesse a spingere un prodotto piuttosto che un altro in base a quanto questi soggetti sono disposti a riconoscergli.

OBBLIGAZIONI SUBORDINATE

IL MIFID COME ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA

Storia delle obbligazioni subordinate
Storia delle obbligazioni subordinate

A scuola ci hanno insegnato che l’atomo è la più piccola parte della materia: attraverso studi e scoperte abbiamo ottenuto le radiografie diagnostiche, l’energia illimitata delle centrali nucleari, ma anche la bomba atomica, Hiroshima e Nagasaki.

Il Mifid è una grande cosa, ma va letto, tutto, e compilato di persona. Non ci si deve fidare dell’impiegato della banca. La prova provata di quanto dico è il noto caso delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria e di molte altre banche.

Le subordinate, sono, ormai sappiamo, un investimento rischioso, adatto ai grandi fondi istituzionali. Ma in Italia, record mondiale, ne circolano 300 miliardi in euro. Sono state vendute ai piccoli risparmiatori. Come è stato possibile?

Si è trattato di un mix, di ignoranza, fiducia mal riposta, bilanci in bilico e malafede: lo strumento attraverso cui si è giunti a questo è il Mifid, probabilmente firmato senza leggere da migliaia di correntisti previa compilazione di chi ha venduto il prodotto. Chi ha compilato beninteso, l’ha fatto davanti al cliente in base alle risposte date da quest’ultimo alle domande contenute nel modulo.

Il punto è che esiste una sezione del Mifid che serve a tracciare il profilo di rischio del cliente, ovvero, in base alle conoscenze finanziarie di quest’ultimo e allo stato patrimoniale, permette, se correttamente compilato, di capire quale tipo d’investimento può essere proposto al cliente.

In base al Mifid vi sono tre categorie di clienti:

  • cliente al dettaglio (o retail), definito in negativo: né cliente professionale, né controparte qualificata
  • cliente professionale, categoria alla quale appartengono di diritto i soggetti autorizzati a svolgere servizi di investimento, i governi nazionali e locali, gli enti pubblici, le banche centrali e le istituzioni internazionali le società di diritto privato che superano determinati limiti di fatturato.
    Un cliente al dettaglio può chiedere di essere considerato professionale, dopo essersi sottoposto a una valutazione di idoneità da parte dell’impresa di investimento
  • controparte qualificata, sottoinsieme dei clienti professionali composto da imprese di investimento, enti creditizi e assicurativi, fondi pensione Governi nazionali, Banche centrali e istituzioni internazionali.
    L’accesso a tale categoria non è automatico, infatti il cliente deve confermare di voler essere trattato come controparte qualificata.

La classificazione della clientela è, in primo luogo, funzionale all’individuazione degli obblighi informativi da assolvere. Vi sono innanzitutto obblighi informativi nei confronti di tutte le categorie di clienti e riguardano:

  • la classificazione assegnata
  • gli eventuali conflitti di interesse
  • le commissioni pagate a terzi
  • la descrizione degli strumenti finanziari
  • la execution policy
  • le informazioni sulle perdite

Inoltre gli intermediari devono comunicare ai clienti al dettaglio le politiche e le misure per la protezione dei clienti, la propria valutazione degli strumenti di portafoglio del cliente ed i costi connessi ai servizi forniti.

In generale, comunque, a prescindere dalla categoria di appartenenza, il cliente ha diritto a informazioni sufficienti a effettuare scelte di investimento consapevoli e che siano oneste, chiare e non fuorvianti.

Nell’ottica della tutela del cliente, la Mifid non si limita a prevedere, a carico degli intermediari, degli obblighi informativi, ma stabilisce che esso sia tenuto ad effettuare dei test sulla natura del servizio di investimento offerto o richiesto dal cliente.

Il test di adeguatezza va effettuato nel caso di prestazione del servizio di consulenza finanziaria.

L’intermediario deve verificare che la consulenza fornita corrisponda agli obiettivi di investimento del cliente al quale è rivolta e che sia adeguata alle sue risorse patrimoniali.

Spetta all’intermediario raccogliere tutte le informazioni necessarie per comprendere se le conoscenze e le esperienze del cliente sono sufficienti per una corretta valutazione della consulenza fornita.

Il test di appropriatezza è previsto, invece, per tutti gli altri servizi di investimento. In questo caso, i criteri sono le informazioni e le esperienze di cui il cliente dispone riguardo allo specifico prodotto finanziario ed il livello generale di cultura finanziaria posseduta.

Un caso particolare è quello della modalità execution only, nella quale non si è tenuti ad effettuare il test di appropriatezza e non sussistono obblighi informativi se non nella fase di accesso del cliente a tale modalità.

La execution only può riguardare solo strumenti finanziari non complessi e deve essere richiesta espressamente dal cliente. Se ciò si verifica, l’impresa di investimento è tenuta a precisare che non effettuerà il test di appropriatezza. Lo scopo della modalità di execution only è quella di ridurre i tempi ed abbattere i costi.

Quindi capite bene che non è possibile che per l’Italia girino 300 miliardi di obbligazioni subordinate se il Mifid è stato compilato dal cliente stesso in modo corretto. Ma il Mifid è un volumetto che a volte raggiunge le 50 pagine.

DOMANDONE

Devi studiare e non devi dire bugie
Studia e non dire bugie

Quanti di voi, una volta in banca o in altri luoghi d’investimento, hanno letto e compilato il Mifid prima di sottoscrivere un investimento? Nessuno? Male. Malissimo.

Ve lo siete fatto compilare e magari per non passare da ignoranti, avete pure dichiarato di conoscere strumenti finanziari di cui in realtà non capite nulla. Vero?

Capita così che chi compila davvero il Mifid, per carità, con il vostro consenso e senza fare nulla di illegale, appone risposte, fornite da voi, che alla fine danno come risultato un profilo di rischio alto e adatto alle obbligazioni subordinate.

Capita, a volte e forse in alcune banche ormai tristemente note anche spesso, e voi firmate.

Certo resta da capire come sia stato possibile che molte persone abbiano investito tutti i risparmi di una vita con le obbligazioni: ma questa è materia per i magistrati. In ogni caso leggetevi questo interessante articolo.

MORALE DELLA FAVOLA

Bisogna convincersi che è finita l’epoca delle deleghe in bianco: in tutti i campi, ma soprattutto nella gestione dei propri soldi, occorre iniziare ad esercitare una parola tanto abusata quanto poco praticata: il libero arbitrio.

4 obiettivoIl che comporta interessarsi a fondo e di prima persona delle cose che sono fondamentali nella nostra vita. Ribadisco qui alcuni semplici consigli di buon senso:

  1. Sui soldi non si va sulla fiducia: leggere tutto e quello che non capite fatevelo spiegare da un professionista serio e se ancora non capite, lasciate stare.
  2. Non si comprano prodotti finanziari che non avete compreso dalla A alla Z.
  3. Il Mifid leggetelo e compilatelo da soli scrivendoci la verità.
  4. Investite solo i soldi che potete permettervi di perdere fino all’ultimo centesimo senza che questo cambi il vostro tenore di vita.
  5. Scegliete la vostra banca con cura: leggete o fatevi leggere e spiegare dal vostro commercialista gli ultimi 2 bilanci della vostra banca e controllate i coefficienti di solidità della stessa (i famosi Tier), le sofferenze in rapporto agli impieghi (prestiti).
    Sembra complicato ma basta un’oretta di tempo.

Ora vi ho detto tutto, se continuate a fregarvene, noi non possiamo fare più altro per voi.

Vi lascio con alcune frasi di un tizio che può essere preso sul serio quando parla.

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[Massimo Scalas – Fine]

Fonti: Borsa Italiana, Consob, Wikipedia, adviseonly.com, Il Sole-24 Ore

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