capitale della cultura. IL GIARDINO DEL «REGINA MARGHERITA»

Giardino delle Margherite, immediatamente sopra via Baroni
Giardino delle Margherite, immediatamente sopra via Baroni

PISTOIA. Alla designazione di Pistoia come “Capitale della Cultura 2017” ha contribuito il concetto, esplicitato nero su bianco nel dossier fatto preparare dall’amministrazione comunale, di rendere la fruizione del verde un tratto distintivo della vita cittadina.

In effetti gli spazi verdi sono elementi caratterizzanti della città a misura d’uomo e all’interno della terza cerchia, la ‘città storica’, alcuni sono sfuggiti dalla devastazione, mantenendo così il loro potenziale di attrattività e qualità della vita.

Uno di questi è il giardino di pertinenza dell’Asilo “Regina Margherita”, un rettangolo compreso tra via Baroni, via Porta al Pantano e il giardino dell’antico orto monastico di san Bartolomeo.

Questo spazio verde, denominato “Giardino delle Margherite” e sistemato negli anni passati grazie al contributo della Fondazione Monte dei Paschi Siena, è caratterizzato, sui due lati lunghi definiti da altrettanti muri, da due file di imponenti tigli che, nella stagione primaverile ed estiva, creano un ambiente appartato e delicato.

Veduta del Giardino delle Margherite, tra via Baroni e via Porta al Pantano
Veduta del Giardino delle Margherite, tra via Baroni e via Porta al Pantano

Due cedri monumentali arricchiscono la biodiversità di un’area in cui, oltre al giardino dell’asilo si trovano quelli di San Bartolomeo e di Mario Carnicelli, in predicato di essere acquisito dal comune.

Si entra rigorosamente da via Porta al Pantano e l’accesso è riservato ai bambini dell’asilo, che possono occupare non tutto lo spazio a giardino. Nella parte finale, infatti, chiusa, si trova una curiosa tettoia con pilastri in laterizio e copertura lignea a capriate di sapore eclettico.

Si tratta di un edificio classificato come “specialistico” nel piano Cervellati (piano della città storica) e attualmente versa in condizioni di forte deterioramento, al punto che in molti punti risulta puntellato.

Una tettoia simile a tante realizzate in Italia a cavallo tra Ottocento e Novecento, caratterizzato dalla decorazione lignea degli spioventi del tetto dal sapore vagamente alpino.

Fabbricato interno al giardino dell’asilo Regina Margherita
Fabbricato interno al giardino dell’asilo Regina Margherita

Un esempio analogo, recentemente recuperato, si trova nella piazza del Mercato Centrale di Firenze e differisce nell’uso prevalente dell’acciaio come materiale impiegato.

Abbiamo incontrato i membri del consiglio direttivo dell’ente, presieduto dal dottor Armando Bottacci.

In merito alla tettoia l’idea è chiara: sarebbe opportuno trovare partner e strumenti per restaurarla, in funzione di una eventuale maggiore fruizione degli spazi da parte del quartiere e della cittadinanza. Lo spazio potrebbe essere legato alla musica ed essere attrezzato sia per prove che per esecuzioni.

Ovviamente allo stato attuale sono disponibili solo idee e proposte. Magari le risorse, economiche e umane, della macchina organizzativa di “Pistoia capitale della Cultura 2017” potrebbero cogliere questa situazione come occasione per lasciare qualcosa di duraturo alla città.

Una mano per realizzare un mini auditorium della musica o qualcosa di simile potrebbe forse venire dall’oratorio di don Giordano Favillini, nuovo parroco di San Bartolomeo, in procinto di trasferirsi, dai locali di San Paolo, proprio in quelli – in parte da restaurare – dove per tanti anni è stato ospitato il circolo Mcl prima di trasferirsi a San Biagio.

NOTA STORICA 

Retro del fabbricato dell'Asilo Regina Margherita
Retro del fabbricato dell’Asilo Regina Margherita

In Italia il primo asilo, sulla linea di esperienze inglesi e francesi, si ebbe nel 1836 a Rivarolo Canavese per volontà di Camillo Cavour e auspicio del prete illuminato Ferrante Aporti; poco dopo si diffusero anche nel Granducato.

L’Asilo infantile “Regina Margherita” iniziò la propria attività il 2 gennaio del 1843, nell’ex convento di San Mercuriale, oggi sezione distaccata del Tribunale.

Nel 1864 il complesso venne destinato a caserma e l’asilo si trasferì nel Palazzo Sozzifanti/Buontalenti di Via Abbi Pazienza, ereditato dal Principe Carlo Lodovico di Borbone il quale, come riporta la lapide apposta, lo donò al comune a condizione che venisse usato per beneficenza.

Il palazzo in questione, passato poi al Monte Poi e riassorbito dalla Cassa di Risparmio, quando questa aveva funzioni di pubblica utilità, è finito alla Fondazione che lo ha alienato e garantendo così la devastazione dello spazio verde interno: oggi parcheggio ma inserito nel piano Cervellati trai “giardini storici esistenti o da ripristinare”.

Giardino dell’asilo, tra l’orto di San Bartolomeo e via Baroni
Giardino dell’asilo, tra l’orto di San Bartolomeo e via Baroni

Tuttavia, risultando il palazzo Sozzifanti non inidoneo per motivi igienico sanitari, nel 1872 l’asilo si trasferì ancora nella vecchia casa di via Baroni che dal 1752, per testamento di Cesare Godemini, era stata eretta a Conservatorio degli Orfani o Quarconia. La stessa Quarconia i cui orfani furono oggetto del testamento del mai abbastanza onorato Niccolò Puccini.

La nuova sede, che da allora non è cambiata, fu possibile solo per l’impegno economico e personale del prete Giuseppe Petrini che volle testimoniare il modello di vita cristiano con i fatti e che ogni 19 marzo viene ricordato nella cappella annessa all’asilo.

Nel 1879 Margherita Savoia, prima regina italiana, acconsentì che l’istituzione pistoiese le fosse intitolata. Attualmente il servizio educativo è svolto dalla cooperativa Pantagruel.

[Lorenzo Cristofani]

Documentazione sull’Asilo Regina Margherita 1
Documentazione sull’Asilo Regina Margherita. 1

Documentazione sull’Asilo Regina Margherita 2
Documentazione sull’Asilo Regina Margherita. 2

Documentazione sull’Asilo Regina Margherita. 3
Documentazione sull’Asilo Regina Margherita. 3

Documentazione sull’Asilo Regina Margherita. 4
Documentazione sull’Asilo Regina Margherita. 4
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