PRATO. Scrive Roberto Cenni, capogruppo Prato con Cenni: “La procedura per il Piano di recupero del Fabbricone prende il via alla fine del 2013, nel corso degli ultimi mesi di mandato dell’amministrazione da me guidata.
Oggi si giunge al passaggio in consiglio comunale con il quale si chiede l’attivazione della procedura di copianificazione con la Regione per la realizzazione di una grande struttura di vendita da 2500 mq e riqualificazione dell’intera area.
Il gruppo consiliare Prato con Cenni si è astenuto dalla votazione, motivando questa scelta perchè secondo il nostro parere mancano i presupposti per una valutazione completa dell’intervento.
In particolare appare evidente come la destinazione commerciale dell’area, a così forte impatto sulla città, se non trova un suo rapporto dialettico con il centro storico, non può che provocare il definitivo azzeramento dei negozi nell’area a nord. Sarebbe pertanto auspicabile che il “nuovo Fabbricone” rappresentasse una vera e propria estensione dell’area commerciale entro le mura, con la piazza del Duomo che diventerebbe il baricentro di questo nuovo asse.
Ad affiancare la grande struttura di commercio dovrebbero essere localizzati piccoli negozi disseminati lungo un percorso pedonale che dal centro porta al Fabbricone e, perchè no, anche un’area destinata ad un mercato all’aperto continuativo. Tutto questo porterebbe anche un notevole giovamento allo sviluppo del percorso pedonale lungo il Bisenzio, le cui basi sono state gettate dall’amministrazione con “Riversibility”.
Dato che la proposta viene rappresentata anche come “nuovo polo culturale”, vorremmo vederne davvero la realizzazione perché, ad oggi, di certo c’è solo la cessione del Teatro Fabbricone e del Fabbrichino a scomputo di oneri. Nel programma triennale dell’ex direttore del Metastasio Paolo Magelli era tratteggiato un bellissimo progetto culturale che veniva a dare compimento all’area del Fabbricone.
Infatti il progetto di massima dell’architetto Angelo Formichella prevedeva il completamento del Fabbricone con il foyer ed i camerini, oltre all’apertura verso il centro del giardino del Fabbrichino con un collegamento fisico pedonale con il Metastasio. Erano previsti anche fabbricati da destinare a deposito teatrale. Altro aspetto molto importante era rappresentato dalla destinazione di molti spazi a “botteghe teatrali” (scenografia, costumi, eccetera, a costituire requisiti fondamentali per la partecipazione al titolo di Teatro Nazionale) ed una foresteria con alloggi per gli attori.
Ultimo aspetto da non sottovalutare sarà la mobilità, veicolare e pedonale, sia pubblica che privata, perchè l’area è già sottoposta ad un forte stress, in particolare via Bologna, viale Galilei ed anche via Lambruschini sono utilizzati già oggi come assi di attraversamento cittadino, pertanto l’ulteriore carico rappresentato dalla grande struttura di vendita potrebbe mettere in crisi tutta la viabilità.
Attendiamo pertanto che le nostre richieste vengano valutate prima di esprimere un giudizio definitvo, che ci auguriamo non debba essere negativo”.
[risaliti – portavoce prato con cenni]