
PISTOIA. Massimiliano Filippelli ci ha spedito questo suo resoconto di viaggio:
Cosa spinge e mi ha spinto ad intraprendere il cammino di Santiago? Probabilmente quelle motivazioni che spingevano gli antichi pellegrini e altre più moderne o come diceva Domenico Laffi (inclinazione di genio piegantemi alla necessità di veder cose nuove, in parte “allo spirito di pietà verso il glorioso apostolo S. Giacomo (Viaggio in ponente) .
Non lo so con precisione, posso dire però che dopo alcuni racconti di altri pellegrini, e “coincidenze” che mi ricordavano la vecchia ruta Jacopea, qualcosa è cominciato a muoversi dentro di me alimentando il desiderio di muoversi verso quella meta.
Dopo un periodo di “immobilità” ho sentito come un richiamo per scrollare quel senso di stagnazione simile a quella polvere di cui parla Bernanos nel suo capolavoro (è una specie di polvere, andate e venite senza vederla, la respirate, la mangiate, la bevete: è così sottile, così tenue che sotto i denti non scricchiola nemmeno. Ma basta che vi fermiate un secondo, ecco che vi copre il viso, le mani).
Così capita nella vita che devi scrollarti di dosso la polvere di un periodo che non senti più vivo, che hai bisogno di una sfida per rimetterti alla prova, perché dove sei non trovi quella sazietà che ti riempie il cuore.
Hai bisogno di chiudere i libri e con umiltà metterti sulla strada, ancora e sempre mendicante di luce, di Grazia anche se quando lo fai ancora non ci credi e sei preoccupato dalle contingenze fisiche, dal riposo, dal mangiare dal trovare l’albergo, il percorso e quanto disterà il prossimo paese.
Ma quando hai deciso di esserci, di essere un pellegrino è come ricominciare un altro capitolo della Vita, darti una nuova possibilità, gustare la gratuità del nuovo giorno con i suoi doni, e le amabili presenze che camminano con te.
Ho portato con me un quaderno dove scrivevo le impressioni del viaggio, indirizzi, pensieri sparsi; molti pellegrini in passato hanno scritto diari di viaggio costituendo quella letteratura definita odeporica…
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[massimiliano filippelli]