THE FLEXX, IL CANTIERE È APERTO

il primo saluto
il primo saluto

PISTOIA. Vorrei essere nella testa di un giocatore per capire quali possano essere le emozioni nell’uscire dal tunnel del PalaCarrara per quello che dovrebbe essere un raduno come tanti e trovare più di mille persone in festa a cantare ed applaudire come fosse la prima di campionato. Se lo scopo era quello di far capire ai nuovi ingaggi in che tipo di piazza sono venuti a giocare, il risultato è stato sicuramente raggiunto.

Una cornice meravigliosa per una prima sgambata che ci ha tolto qualche curiosità. Petteway è certamente belloccio, verrebbe da dire dando credito all’uragano di sospiri femminili chiaramente percepito ogni volta che Terran è andato a canestro. Per quel che maggiormente interessa, Pet fa sempre passi in apertura di palleggio, ma questo è il grande classico per lo Usa appena sbarcato in Europa e confidiamo nello staff tecnico per non fare di Terran il collezionista di palle perse della prossima stagione.

Poi c’è Boothe dall’occhio glauco – ma almeno stavolta ogni riferimento al Pio Bove è assolutamente casuale – e dalla mano educata, se Terran ha sempre fatto passi Nathan ha sempre fatto canestro ed è stato davvero un bel vedere. Mi è piaciuto molto anche l’atteggiamento di Hawkins, giunto a palazzo al termine delle visite mediche e molto attento – l’ho osservato da lontano – nel porsi a tutto lo staff che è andato a salutarlo. Dato che Vincenzo ha sempre sottolineato l’importanza dell’uomo prima che del giocatore, piace sottolineare che Corey è sembrato davvero a posto e con la testa sulle spalle.

Sensazioni molto premature, ovviamente, probabilmente condizionate anche dal clima di festa che si respirava a palazzo, le prossime settimane saranno fondamentali per la creazione di quel solito amalgama che è stato la carta vincente in più nella scorsa stagione, ma Vincenzo ha dimostrato di saper fare il proprio mestiere e non resta che aspettare le prime amichevole per cogliere qualche spunto in più su quella che potrà essere la prossima annata.

Davide Ancilotto
Davide Ancilotto

Nel frattempo ho piacere di unire la mia voce a quella del 7ForYou nel denunciare l’abbandono in cui versa il giardino prossimo al playground dedicato a Bertolazzi sul Viale Arcadia, potete leggere qui il comunicato. Oltre al problema oggettivo legato al degrado ed allo spaccio, alla presenza di involucri e siringhe – ma vi è da confidare in una pronta risposta delle istituzioni che devono garantire ordine e legalità – a noi amanti della palla a spicchi fa particolarmente male vedere lo spazio dedicato a Teo quasi profanato e reso solo parzialmente fruibile dalla comunità. Anche il sottoscritto aderisce al “facciamo rumore” in attesa che il problema sia prontamente risolto.

Impossibile, infine, non ricordare che il 24 agosto di qualche anno fa, al termine di una settimana terribile di agonia, ci lasciava Davide Ancilotto. Campione autentico, ragazzo per bene, eroe della stagione dell’accesso in Korac e guardia con il vizio dell’assist complicato e delle triple da distanza siderale, Davide resterà per sempre il simbolo di un’epoca irripetibile a tinte biancoazzurre.

Indimenticabile il giocatore, come indimenticabili sono quella stagione e quel quintetto base, con Crippa in regia, Davide e Minto esterni, Barlow e Thomas sotto canestro, guidati in panchina da Dusko Vujosevic. Il salto della balaustra dopo il canestro allo scadere contro Roma, il celeberrimo telo con le frecce verso le capitali europee dopo la conquista dei quarti di finale playoff, un intero girone di andata senza sconfitte in casa, per noi che ci eravamo quello di Anci è un ricordo sempre vivo di una persona a cui tutti abbiamo voluto un gran bene.

[Luca Cipriani]

Print Friendly, PDF & Email