PRATO-OSTE. La vicenda della Misericordia di Oste sembra uscire dalle nebbie, nonostante la somma prudenza del Governatore, Daniele Bartoletti, che si nega anche al telefono.
Diversamente il Commissario Massimiliano Iacolare, inviato dalla Federazione regionale – permettetéci di precisarlo, visto come la Magistratura dell’Arciconfraternita di Prato è stata sempre assente in questi 10 giorni di presidio –, ha almeno cortesemente risposto richiamandosi (disco rotto!) alla solita intercessione della Misericordia divina e della Fratellanza, senza altro aggiungere.
A parte le opportunità di circostanza, è chiaro che la situazione pare entrata in uno stallo critico: dalle informazioni raccolte, il “tappo” potrebbe saltare presto e, dunque, avremo modo di assistere al definitivo scasamento dei volontari “barricaderos” con l’insediamento del Commissario Iacolare.
Ma qualcuno ci ha suggerito che il motivo dell’opposizione giudiziale al Tribunale di Prato (tecnicamente un’ azione revocatoria) è da ricondurre alla volontà sostanziale dei cittadini d’Oste che hanno costruito la sede con le loro costanti donazioni, elargizioni e migliaia di ore di servizio. Si apre dunque uno scontro anche con l’amministrazione Lorenzini? E in che termini?
Tutte le cose, beni e risorse sembrano destinate a essere presto inghiottite dall’Arciconfraternita madre così com’è stato per altre sezioni (il Proposto Mannelli le chiama così) che hanno visto scatenarsi purghe erdoganiane per molto meno.
Raccogliere informazioni è davvero faticoso per la reticenza e l’omertà che circondano le tutte Misericordie indistintamente, realtà che evidentemente sono governate e guidate da una oligarchia severa e capace di autorigenerarsi in perpetuo.
Alcuni ostigiani vicini all’amministrazione comunale, hanno deciso di togliersi qualche “sassolino dalla scarpa” e ci sussurrano che il Sindaco Mauro Lorenzini sarebbe stato il motore della requisizione della sezione locale della Confraternita per diversi motivi.
La lite – come ci cuggeriscono – si sarebbe originata nel rifiuto della sezione di Oste di concedere la disponibilità della vecchia sede (un plesso di circa 500 metri quadrati che era stato ritenuto perfetto dall’amministrazione) per farci una sorta di ostello per rifugiati.
Ma il Cd della Confraternita avrebbe capito subito sùbito (siamo nell’autunno del 2015) che l’iniziativa sarebbe stata una concessione senza ritorno, considerando la congiuntura storica del fenomeno dell’immigrazione e una sorta di ingordigia del Comune a realizzare un’acquisizione in regime di “comodato gratuito” e praticamente perpetua.
Qualcuno degli ostesi ha anche osservato che la sostituzione del Proposto Biancalani con quello attuale sarebbe stata condotta in modo irregolare, ovvero senza il rispetto delle formalità indicate dallo Statuto per la fattispecie. Anche questo sembra essere un vizio di famiglia nelle Misericordie: non rispettare le regole scelte – ne sarebbe riporva anche l’avvicendamento Artioli-avvocata Singori ai vertici misericordi di Agliana.
La richiesta d’acquisizione dei locali della Farmacia Comunale non avrebbe invece alcun motivo concreto di cartolarizzazione del patrimonio mobiliare: sarebbe infatti, l’unico immobile in progetto d’alienazione per l’Arciconfraternita pratese. Insomma si tratterebbe di una rivendicazione del Lorenzini che, con il commissariamento della sede d’Oste, otterrebbe – lo dicono gli ostesi – un triplice effetto:
- l’eliminazione del Governatore Bartoletti e la rivendicazione del primato della politica sul territorio montemurlese
- l’acquisizione in “comodato perpetuo” della vecchia sede, con l’apertura di un grande centro per rifugiati
- l’acquisizione della porzione d’immobile riservato a Farmacia Comunale e Studi medici su due piani con un valore di mercato stimabile in circa 8-900mila €
Sin qui le dicerie e le voci che girano per Oste. Alla rigidità delle posizioni, corrisponde una forte pressione emotiva del territorio che non impedisce la risalita in superficie di notizie sempre più convergenti – almeno all’apparenza,
Queste voci confermerebbero la excusatio del Lorenzini resa pubblica con un comunicato stampa nel quale il sindaco premetteva di aver “saputo del commissariamento dai giornali”.
La vox populi insiste, invece, sostenendo che il Comune non avrebbe perdonato l’intransigenza della sezione ostese dinanzi alle richieste della vecchia sede e così sarebbero stati riesumati dei pretesti datati 2006/8 e dato il corso per giustificare l’incomprensibile arrembaggio agostano. sia cbhiaro che stiamo riferendo sussurri e grida locali.
Il coraggioso Governatore Bartoletti appare in pericolo: lui, per dirla con il Manzoni, il coraggio “ce l’ha avuto e se l’è dato” non sapendo forse bene a quale prezzo ultimo da pagare.
Quali saranno le “azioni di bonifica” della sezione ostigiana? Non è possibile immaginarlo nonostante la continua invocazione alla fratellanza degli attori sul proscenio, a cominciare dall’avvocato Alberto Corsinovi in primis il 16 gosto scorso. Ma è chiaro che ci saranno epurazioni numerose e che cadranno molte teste – per quanto misericordiosamente…
I residenti che abbiamo sentito sono consapevoli che la capitolazione è solo questione di giorni: e si chiedono, stupefatti e amareggiati, che cosa ne sarà della loro amata creatura.
[Alessandro Romiti]
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