montagna. DAI SESSANTOTTINI RAMPANTI ALLA CORMIO: QUANDO CI SI VUOLE FARE DEL MALE DA SOLI

Silvia Cormio, Sindaco di San Marcello
Silvia Cormio, Sindaco di San Marcello

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Da quando si è insediata sullo scranno di Sindaco di San Marcello Silvia Maria Cormio – paracadutata a San Marcello dai gestori del Pd pistoiese – ha cercato in tutti i modi di differenziarsi dagli ex-dirigenti storici del Pd sanmarcellino gettati alle ortiche a causa del non ancora chiarito pasticciaccio brutto della defunta – per assassinio – Comunità Montana.

Partorito dalla neonata Regione Toscana e nato sulle ceneri del Consorzio di Bonifica Montana del Lima Pistoiese (che pur aveva accortamente operato) questo ente, secondo le roboanti promesse, avrebbe assicurato ai montanari il totale rinascimento del loro territorio.

Ovviamente i nuovi arrivati non dissero che con la proliferazione di nuovi enti (alcuni dei quali peraltro durati lo spazio di un mattino) si ripromettevano quelle massicce conquiste dell’elettorato regionale già puntualmente verificate in occasione del “Referendum sul Divorzio” e del conseguente crollo della Dc.

Il Pci però sul territorio nazionale e in Toscana era assai carente di “quadri” cui affidare il conquistato potere. Fu così che, in aggiunta ai validissimi dirigenti provenienti dai Ministeri, vennero nominati nuovi dirigenti e assunti impiegati tutti targati Pci senza però preoccuparsi né delle loro conoscenze pratiche né dei titoli di studio.

A questi staff di “sessantottini” improvvisati ma di sicura estrazione politica sempre più venivano affidati rilevanti incarichi e assicurate rapide promozioni. A risentirne fu la legislazione regionale le cui leggi poco dopo l’emanazione venivano continuamente cambiate tant’è che in un convegno tenuto a Montecatini – presente l’astro nascente Vannino Chiti – un partecipante emiliano stimolato da un giornalista affermò che “La Regione Toscana copia, peggiorandole, le leggi della Regione Emilia-Romagna”.

Anche la Montagna Pistoiese venne così investita da nomine espresse all’insegna del “todos caballeros”. Questi ultimi – aiutati dalla legge che impediva la triplice elezione di bravi sindaci di vecchio stampo – in breve tempo divennero sindaci, assessori, consiglieri di Comuni, enti derivati e via di seguito.

A subirne le conseguenze furono, in montagna: l’organizzazione pubblica del turismo; le grandiose foreste demaniali e la tutela del territorio prima curate al Corpo Forestale dello Stato.

Queste due ultime affidate alla Comunità Montana Appennino Pistoiese, lo sciagurato ente posto sotto la guida (si fa per dire!), di sprovveduti, incapaci quando non peggio. Con il risultato in poco più di 20 anni che l’alta montagna è finita in braghe di tela.

E i politici?
E i politici?

Di fronte alle proteste scoppiate in seguito a quanto avvenuto in Comunità Montana e alla generale sconfessione di chi in montagna ha così malgestito la “cosa pubblica”, i dirigenti del Pd provinciale, preoccupati delle possibili conseguenze, sono corsi ai ripari. Ignorati i precedenti, contestati e riottosi “capataz”, si è puntato sull’elezione della “sindaca foresta”, su assessori anch’essi o foresti o non implicati nei precedenti pasticci o furberie.

In questo modo doveva ricrearsi verso il Pd un nuovo sentimento di simpatia e attenzione. Doveva; sennonché – in prossimità della conclusione del suo mandato, ha finito di scontentare tutti. In prima battuta gli ex dirigenti Pd sanmarcellini di cui ha impedito la “resurrezione politica” che avrebbe dovuto rimetterli in sella tramite quel Comunone unico targato Dynamo Camp progetto fortunatamente bocciato da quasi tutti i consiglieri regionali di maggioranza.

Successivamente l’elettorato montano sembra essersi messo contro di lei per la mancata difesa, su ordine del Pd regionale, dello storico Ospedale Pacini di San Marcello. Scelta – quest’ultima – assai penalizzante per le negative ricadute sui lavoratori del presidio; sulle attività commerciali e turistiche; e su quel bisogno di sicurezza che il Pacini assicurava alle popolazioni dell’alta montagna.

In soldoni anche la “sindaca foresta” (e con essa la sua Giunta) oltre a non raddrizzare la barca, non è riuscita a farsi apprezzare da chi pur la aveva eletta.

Dopo le critiche di “doppiogiochismo” adottate dalla Cormio riguardo l’Ospedale Pacini, a far precipitare ulteriormente in basso l’indice di gradimento è stata l’ultima, improvvida, decisione di spegnere i lumini elettrici nei cimiteri comunali.

“Per abbattere i consumi energetici” ha detto la Sindaca. Forse ignorando il bassissimo consumo energetico di questi lumini e il fatto che le spese di consumo vengono direttamente pagate al gestore dalle famiglie dei defunti…

[*] – Lettore, ospite

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2 thoughts on “montagna. DAI SESSANTOTTINI RAMPANTI ALLA CORMIO: QUANDO CI SI VUOLE FARE DEL MALE DA SOLI

  1. “Grillo Parlante” ha senz’altro fatto una analisi buona e condivisibile, ma ho l’impressione che in un punto pecchi di involontario ed inconscio ottimismo. Quando dice:” di cui ha impedito la resurrezione politica” (dei dirigenti P.D sammarcellini).
    Sarei contento se fosse vero, ma attenzione: ci sono, tra i sopra nominati dirigenti politici delle tali teste di legno(ma avrei potuto usare un altro termine assai più efficace) che ancora non hanno capito niente e non aspettano altro che l’occasione per tornare a galla. Attenzione, quindi, abitanti della montagna, al vecchio che vorrebbe avanzare di nuovo, a dispetto di qualunque logica e in pieno e palese disprezzo del buonsenso, del decoro, dell’etica, dell’intelligenza.
    Piero Giovannelli

  2. caro Piero te si che analizzi e ascolti, è vero quello che dici il vecchio che si ripresenta per nuovo, il bello è che si fanno forti del 70 % dei votanti che sono ultrasettantenni e sono molto legati al passato, io spero invece che si siano ravveduti e una montagna così come è ora la vogliano salvare dalla morte completa.

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