PISTOIA. Un tempo la definivano “la cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità sportiva”. Un tempo… Tra le numerose esperienze vissute sulle tribune dei rettangoli verdi e parquet di tutta Italia, ricordiamo sempre con piacere le partite a Verona sponda-Chievo, allorché il presidente Campedelli, un signore, accoglieva a braccia aperte giornalisti e tifosi ospiti, regalando pure pandori della sua Paluani a dirigenti, tecnici e calciatori avversari.
Nelle categorie minori Egiziano Maestrelli, numero uno di una Lucchese che fu, faceva allestire, nell’intervallo, una merenda a buffet per i rappresentanti dei mass media, donando loro pubblicazioni sulle bellezze della splendida Lucca e dintorni.
Era un derby sì, ma a tutto tondo. Meglio, un simpatico confronto di cultura. Anche a Pistoia, nell’eroica palla a spicchi versione-Maltinti cucine, non si era da meno: all’Auditorium arrivava la Victors Monza?
Ebbene, lo sponsor rivale aveva la possibilità di portare e distribuire i propri prodotti agli spettatori presenti (una volta, se non andiamo errati, la Cagiva organizzò una mostra di moto: nessun cadeau, però, sarebbe fallita presto).
Nei giorni scorsi a Prato, è finita in parità sul terreno da gioco (2-2: una gara divertente, con un paio di pregevoli realizzazioni), ma la dirigenza laniera si è imposta per cortesia su un’altrettanto ben disposta Pistoiese (in tutti i suoi uomini).
Ambasciatori lodevoli, allora, sono stati gli addetti alla stampa Nicola Picconi e Stefano Chini, che citiamo volentieri. Il primo, mandato in avanscoperta a donare i tipici cantuccini pratesi, eccellente nel consentire ai giornalisti di lavorare in fretta e bene, come dovrebbe sempre essere per le partite in notturna, il secondo, speaker che ha ricordato al pubblico come il presunto diverso, per pelle, sia in realtà del tutto uguale a noi e che quindi sarebbe stato da folli razzisti offenderlo.
Da applausi. Adesso ci attendiamo la risposta di un sodalizio arancione che può contare anche sull’iperattivo (e validissimo) Stefano Baccelli, ma che soprattutto nei prossimi mesi potrebbe stringere accordi con le eccellenze del territorio, magari per distribuire, tanto per fare un esempio, i buonissimo confetti cittadini o le cialde di Montecatini o ancora i brigidini di Lamporecchio.
Sport è cultura e non solo sportiva: perché veicolo di conoscenza di città e paesi, di arte e letteratura, di prodotti eno-gastronomici e gesti di solidarietà. Sì, proprio quello sport pistoiese alle prese con un’impiantistica da Quarto, Quinto Mondo, ma con persone di valore immenso a praticarlo.
[Gianluca Barni]