PIANA. Il Comitato antinceneritorista provvide con una apposita richiesta di accesso agli atti, nel maggio scorso, a richiedere l’esito dell’indagine di screening sul colon tenuto nell’anno 2014 nel Comune di Agliana, notoriamente posto in “area rossa” per la ricaduta degli inquinanti organici.
La richiesta, ci spiega la presidentessa Paola Gelli, non nasceva a caso, ma dal rinvenimento in archivio di un estratto stampa di oltre 10 anni fa, ovvero del giugno 2006, nel quale il comune risultava affitto da un’insolita incidenza di tumore al colon retto stimata al 15%, contro il 5% della media nazionale.
I cittadini si chiedono a cosa è dovuto questo differenziale non trascurabile di un più 10%. Cosa venne fatto dall’Usl 3 di allora per conoscere le cause e eliminarle? Perché il dottor Egisto Bagnoni, ovvero l’Ordine dei Medici, non venne aggiornato di tale risultato?
Ancora oggi, l’Ordine dei medici pistoiese è al buio più completo riguardo all’esito dello screening in questione.
Dunque, come si può parlare di “prevenzione primaria” se i medici di medicina generale, impegnati sul territorio, sono tenuti a l’oscuro dell’andamento di queste affezioni oncologiche?
A queste e altre domande – prosegue con tono risoluto la Gelli – risponderanno i nostri specialisti di fiducia se non lo farà la stessa Usl Centro, alla quale abbiamo richiesto di consegnarci il risultato dello screening sulla malattia, caratteristicamente riconducibile all’inquinamento ambientale e sospettamente “dimenticata” dall’Usl Centro e Ispo (coinvolta tardivamente, cioè a protocollo chiuso, nel 2014) tra le numerose “patologie sentinella” da verificare nella famigerata indagine epidemiologica iniziata nel 2013 e dilazionata, nei risultati, di anno in anno e a tutt’oggi ancora indisponibile.
L’immagine dell’articolo della Nazione del 13 giugno 2006 è “sgranata” e tuttavia chiarissima per il richiamo all’odierna sensibilità sulle minacce dell’inquinamento direttamente dal titolo.
I colloqui del Comitato con i responsabili diretti – i medici Marra, Rapanà e Baldini – sono stati tutti di ampia rassicurazione della volontà di Usl Centro di non voler nascondere alcunché: ma dopo oltre 120 giorni dalla formalizzazione della richiesta, qual è il motivo del ritardo?
La trasparenza deve essere assicurata non può essere “supplicata”, conclude la Gelli che osserva come, anche per l’Usl Centro, vale la massima popolare male non fare, paura non avere…
[Alessandro Romiti]
Leggo nell’ articolo che a Agliana e’ risultata una incidenza tumorale al colon retto del 15% contro una media nazionale del 5%. Attenzione, non sono solo numeri, ma 15 persone anziché 5 che devono affrontare battaglie durissime a rischio della vita. Gli Enti preposti a cosa attribuiscono tale dato ? E nei comuni limitrofi quali sono le percentuali ?
Intervengo solo per ricordare l’esistenza di una mozione per l’adozione di un Registro unico delle malattie tumorali a Pistoia depositata già dal 2013 ma la ASL che aveva promesso di trasmettere dati nel settembre di quell’anno per poi continuare la discussione in merito, ad oggi risulta inadempiente. All’epoca fecero presente che era già presente un archivio generico delle malattie tumorali che ovviamente non ha il valore di un registro dove viene invece individuata e monitorata non solo la patologia ma anche l’area del territorio dove si presenta e le relative percentuali negli anni. In un secondo momento i dati raccolti dal R.T. potrebbero dare concreta possibilità di intervento per contenere o eliminare le cause scatenanti.
Non resta che insistere…in tutte le sedi. Dovrebbe essere un diritto di tutti i cittadini conoscere i dati del Registro unico delle malattie tumorali del comune di residenza. O sono dati segreti ?