PISTOIA. Questa mattina i Verdi pistoiesi hanno voluto fare chiarezza. Una chiarezza minata dall’atavico clima politico cittadino, quello dominato dalle opposte tifoserie e desideroso di assegnare etichette e casacche nella logica del ‘bianco o nero’.
Una dicotomia che questo giro verte sul rendiconto di mandato dell’amministrazione Bertinelli: promozione o bocciatura.
Sono stati Andrea Fusari e Fabrizio Geri, coportavoce locale degli ecologisti – assente giustificata Serena Galligani, l’altra coportavoce – a consegnare un sintetico documento alla stampa, illustrandone gli elementi salienti e rispondendo alle domande.
Da un lato i Verdi hanno firmato il rendiconto della Giunta, sostanzialmente per l’apprezzamento di alcune scelte macroscopiche e simboliche: i ripensamenti al parcheggio sotterraneo di San Bartolomeo, alle casse d’espansione ai ‘Laghi Primavera’ e alla centrale termoelettrica a ciclo combinato Repower, a Bottegone (anche se – aggiungiamo noi – la scelta non fu in alcun modo politica perché tutto dipese dall’assetto del mercato elettrico). Questioni per le quali i Verdi si erano battuti duramente già dai tempi della giunta Berti.
Dall’altro lato la firma sul rendiconto di mandato non impedisce alla forza politica, attualmente non presente in Consiglio Comunale, di giudicare negativamente altri aspetti: arredo urbano, manutenzione parchi pubblici e strade (del centro e della periferia) nonché l’attenzione agli amici animali.
Insomma, parlare di sostegno al secondo mandato di Bertinelli è più che prematuro: «valuteremo anche le scelte in questa fine di mandato e faremo pressione sui temi che ci stanno a cuore – hanno scandito Geri e Fusari –. L’importante è che il confronto non arrivi all’ultimo minuto e sia autentico: noi non abbiamo preso impegni e sceglieremo in tutta libertà».
Ecco alcuni dei temi prioritari per l’agenda politica dei Verdi, su cui aprire il confronto franco e il più possibile aperto, senza pregiudizi per forze attualmente fuori dalla maggioranza di governo: il sistema di raccolta degli oli alimentari esausti, come in quasi tutti i comuni toscani; azioni concrete per poter ripubblicizzare il servizio idrico alla scadenza dell’affidamento a Publiacqua, rispettando così il referendum del 2011; restauro e conseguente fruizione dei beni architettonici e paesaggistici come il Pantheon sul Parterre e il giardino all’italiana del Villon Puccini; incentivazione vera del fotovoltaico, eliminando i vessatori regolamenti che, per un malinteso senso di tutela dei beni artistici, hanno impedito numerose istallazioni di pannelli sui tetti.
Ma anche il raggiungimento di risultati performanti nel ciclo dei rifiuti. Green economy significa togliere linfa vitale agli inceneritori e favorire l’industria del riciclo: Bertinelli aveva fatto promesse condivisibilissime e importanti annunci, ma niente di più…
Non è mancato un duro attacco alla terza corsia autostradale della Firenze-mare, esempio perfetto di grande opera inutile. «Se il problema viario – hanno tuonato i Verdi – è all’ingresso di Firenze, tra Novoli e Peretola, ci possono spiegare a cosa serve il raddoppio autostradale? Se si vuole giustamente il casello a Badia si faccia subito e senza tergiversare» .
Per quanto riguarda il Pums (piano urbano della mobilità sostenibile) Geri e Fusari apprezzano alcune innovazione, come le zone 30 e la filosofia generale di ridurre l’uso del mezzo privato, già rilanciate dal partito in un convegno del 2012, cui partecipò l’allora assessore alla mobilità Ginevra Lombardi.
Per ulteriori valutazioni bisognerà aspettare l’applicazione del Pums: in ogni caso servono più rastrelliere e la possibilità, per le bici, di percorrere le strade nei due sensi, come confermano numerose sentenze dei giudici di pace.
[Lorenzo Cristofani]