«GUIDO DEL FANTE? POCO SERIO, POCO CHIARO E POCO ONESTO»

Walter Tripi e Marco Niccolai
Walter Tripi e Marco Niccolai

PISTOIA-AGLIANA. I vertici del Pd provinciale intervengono sulle dimissioni di Guido Del Fante da segretario comunale Pd di Agliana:

“Il nostro programma elettorale è frutto di confronto e mediazione tra le diverse sensibilità del partito, perché le primarie sono un mezzo democratico il cui risultato va rispettato. Infatti non c’è nessuna spartizione di poltrone, ma semplicemente il partito è compatto nel sostenere il candidato”. Queste le parole pronunciate da Guido Del Fante solo alcune settimane fa, per quella che i rappresentanti del Pd definiscono come una delle “rare uscite pubbliche a sostegno del suo partito”.

L’ormai ex segretario è ricomparso ieri, dopo settimane di silenzio, per annunciare le sue dimissioni. “La lista dei suoi silenzi ormai è lunga – si legge in una lettera firmata da Marco Niccolai, Walter Tripi e Riccardo Trallori – nessuna parola o presa di posizione chiara e definita è stata espressa quando il Pd era oggetto di continui attacchi pubblici da parte di chi aveva stracciato l’impegno preso davanti ai cittadini. In secondo luogo è stato in silenzio quando, secondo il suo legittimo quanto discutibile pensiero, il Pd non si ‘confrontava abbastanza”; se non fosse che il confronto non è mai mancato e in ogni [caso? – n.d.r.] dovrebbe essere proprio il segretario a richiederlo quando ne sente necessità”.

Secondo i firmatari, giustificare le dimissioni legandole a doppio filo alla composizione della Giunta apparirebbe inconsistente e pretestuoso poiché gli assessori ed il sindaco sono vincolati ad un programma di mandato che l’Assemblea del Pd ha votato.

Riccardo Trallori
Riccardo Trallori

“Proprio per questo – riporta sempre la lettera – affermare o pensare che esso sia tradito a dieci giorni dalle elezioni rappresenta non un giudizio ma un pregiudizio sterile e confuso”.

Ma l’affondo più duro arriva alla fine quando i tre rappresentanti ricordano che “fino a poche ore prima dell’assemblea comunale del Pd di Agliana, il coordinamento del partito ha più volte avuto contatti con lo stesso Del Fante; nel corso di tali colloqui, l’ex segretario aveva manifestato l’intenzione di dimettersi ma senza fare riferimento all’idea di un’uscita sensazionalistica sulla stampa; il tutto, probabilmente, nel tentativo maldestro di guadagnarsi un titolo sul giornale o per alimentare l’idea fasulla di un Pd aglianese allo sbando. Riteniamo, alla luce dei fatti, che questa sia un’ulteriore prova della sua scarsa serietà, chiarezza ed onestà intellettuale, che siamo certi ritroverà non appena avrà fatto chiarezza dentro di sé trovando una posizione finalmente coerente. In attesa di questo, i democratici aglianesi dalla prossima settimana ripartiranno per aprire una nuova fase sull’onda di una grande vittoria elettorale e di un risultato storico per il Pd”.

 

VOI NO, MA IO C’ERO

Guido Del Fante
Guido Del Fante

LEGGENDO gli stralci di questa lettera/mazzuolo sulle dimissioni di Del Fante, mi pare di essere tornato agli anni 50, al muro contro muro. Quando il Pci (e la sua chiesa) scomunicavano i compagni infedeli.

«Riteniamo, alla luce dei fatti, che questa sia un’ulteriore prova della sua (di Del Fante – n.d.r.) scarsa serietà, chiarezza ed onestà intellettuale, che siamo certi ritroverà non appena avrà fatto chiarezza dentro di sé trovando una posizione finalmente coerente»: pare di sentire il vescovo che richiama il prete (spretato o puttaniere) a ritrovare se stesso e a tornare in sé, sulla retta via, con un gesto di resipiscenza e – soprattutto – di obbedienza assoluta e d’inchino.

Non credo che Del Fante ce la farà a staccarsi da quella poppa e ad affrancarsi dal “giogo colpevolista” che anche questo trasformato (?) Pd, che dice di voler andare in Pse, sa ben mettere sul groppone dei propri ribelli.

Sono invece convinto che il giovane apostata finirà con – come si dice – “il far groppino” e tornare (come gli intimano i suoi capi seriosi) pentito all’ovile: dove troverà altre legnate ad attenderlo e la famosa “rieducazione sovietica” (pur senza essere spedito in un gulag) attraverso l’emarginazione additata, stile «guardatelo e guardate come non si fa». I comunisti lo avevano imparato dalla Chiesa e il Pd se lo trascina nel dna, magari oggi rinforzato da tutto il magma democristiano che gli è scivolato dentro come un clistere di spoltigliate margheritine e d’altro innesto-innesco.

Un altro motivo per non votare assolutamente Renzi – sto parlando di me, non preoccupatevi: non sto facendo propaganda, ché tanto non serve! – e per non volerne sapere di un “mondo democratico” che non vuole in nessun modo che tu pensi!

e.b.

[*] – Commento

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