perché voto no. PIERO GIOVANNELLI E IL REFERENDUM. 1

Parlamento italiano
Parlamento italiano: illecito per la Costituzionale

PISTOIA. Dopo avere sottolineato che, almeno tra i miei motivi per votare No al prossimo referendum costituzionale non rientra pregiudizialmente quello legato al “mandare a casa” nessuno, aggiungo una premessa, doverosa a prescindere e che, in un paese veramente democratico, maturo e civile, farebbe da subito crollare tutta l’impalcatura referendaria come un castello di carte.

Questo Parlamento ha affrontato tutta la materia referendaria in condizioni di manifesta illegittimità, come inoppugnabilmente affermato dalla sentenza n. 1/14 della Corte Costituzionale; questa, dopo una compiutissima e dettagliatissima analisi ha dichiarato la non conformità costituzionale di diversi e fondamentali articoli e commi della legge elettorale con la quale il Parlamento medesimo è stato eletto; in particolare là dove non si consentiva agli elettori di esprimere una preferenza. La sentenza, in pratica, relegava l’attuale parlamento al ruolo di “in carica per gli affari correnti” o poco più, rendendolo quindi del tutto inadatto a mettere mano ad una riforma costituzionale.

Detto ciò, iniziamo.

1) Questa riforma elimina certamente il bicameralismo perfetto nella forma in cui esiste dal 1948, ma lo fa in maniera confusa ed abborracciata, tale da essere fonte di nuovi problemi e conflitti. Non elimina il Senato, il numero dei cui membri viene solo ridotto, facendo però rimanere in piedi l’apparato burocratico-amministrativo a sostegno del medesimo, e, quindi, senza determinare alcun apprezzabile risparmio economico, se è quello che si voleva dare a bere.

È comunque palesemente fuorviante che si insista con grande retorica, demagogia e rullare di tamburi sull’argomento risparmio in un Paese in cui si contano oltre ottanta miliardi l’anno che se ne vanno in corruzione ed evasione fiscale, dovuti in gran parte ad una criminalità organizzata che non si riesce e/o non si vuole eliminare.

Se davvero si volevano realizzare risparmi e riduzioni di sprechi anche a livello di diarie, rimborsi, tetto a stipendi vari, bastava agire sui regolamenti interni delle assemblee parlamentari, o con semplici leggi ordinarie. Inserire questi argomenti in un dibattito costituzionale significa solo volersi fare stupida pubblicità pseudopopulista… oltre che svilire la Costituzione.

Sergio Mattarella
Sergio Mattarella: disse che il Parlamento era illecito, ma si fece eleggere presidente della repubblica

2) Il Senato medesimo viene definito “delle autonomie”, ma si tratta di una definizione inesatta e truffaldina, in quanto, in realtà i suoi compiti verranno estesi a competenze in materia di leggi nazionali, tra cui quelle costituzionali e internazionali.

Tra l’altro, il fatto che ciascun componente decadrà in concomitanza con la fine della legislatura regionale di provenienza, per venire sostituito da altro componente non necessariamente della stessa parte politica, farà del Senato una assemblea “a geometria variabile”, senza una maggioranza stabile.

Non è inoltre previsto che tale Senato possa essere sciolto, e, quindi, se vorrà, in barba ai discorsi sulla velocizzazione dei procedimenti, ed alla subdola favola che “tanto non conta niente”, potrà avere un notevole potere di interdizione.

3) In palese contraddizione con le competenze in materia nazionale ed internazionale attribuite al Senato, spicca il fatto che, ai sensi dell’art 78 del testo sottoposto a referendum, viene attribuita alla sola Camera la facoltà di deliberare lo “Stato di guerra”. Questo particolare fa sì che, collegando la riforma costituzionale con il premio di maggioranza previsto dall’Italicum, i membri di un solo partito, detentore della maggioranza assoluta, possano deliberare tale stato, magari sotto la pressione di un premier che, bada caso, potrebbe essere contemporaneamente anche segretario di quel partito.

I due artefici della riforma (detta anche... schiforma) costituzionale
I due artefici della riforma (detta anche… schiforma) costituzionale

E qui siamo, di fatto, in presenza di un subdolo attacco ad uno degli articoli fondamentali della vigente Costituzione; l’art 11, che recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli…”.

La difesa, adesso, senza alcun dibattito parlamentare in merito, si va di fatto ad identificare con la tutela degli interessi, anche economici e produttivi dell’Italia, ovunque essi siano in gioco, e non solo con il sacro dovere di difesa del suolo della Patria, così come è scritto in Costituzione.

Considerato, poi, che si starnazza a comando sui “costi della politica”, che non verranno certo eliminati con questa riforma, non vogliamo dire niente, già che ci siamo, sul costo degli aerei da guerra F15, che l’Italia si è impegnata ad acquistare in numero di novanta e che, al prezzo di 149 milioni ciascuno portano ad una spesa complessiva di oltre 13 miliardi di euro?

4) Ma la cosa più grave è che un Senato al quale vengono demandati compiti in materia costituzionale e di trattati internazionali (per tacere di altro), sia stato declassato a “non elettivo”. In questo modo accade ancora che non si va a cambiare solamente la seconda parte della Costituzione, ma la prima, addirittura nel suo fondamentale ed intoccabile art 1, nel quale si recita tra l’altro ”La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione” E dove va a finire la sovranità, se al popolo viene tolta surrettiziamente la facoltà di eleggere i propri rappresentanti?

Ecco il Porcellum
Ecco il Porcellum

Basterebbe questo particolare a far considerare peggiorativa, e non di poco, l’intera riforma.

Per cui, ne emerge ancor di più che non può bastare la nomina a senatori di persone che erano state elette dai cittadini per fare i sindaci od i consiglieri regionali, ma che i senatori dovranno, indiscutibilmente, essere scelti dal “popolo sovrano” mediante libere elezioni e per fare solo i senatori: non questo fritto misto, per di più senza prevedere retribuzioni aggiuntive. Non è certamente qualunquistico pensare che, così facendo, ci troveremo di fronte ad un elevatissimo indice di assenteismo e lavoro fatto male anche su materie importanti e delicate.

5) Sarà poi impossibile che, con “una sola riunione al mese” (lo dice il Premier), questo tipo di Senato, possa esaminare ad es una legge di bilancio composta da qualcosa come 4.000 articoli. E dare una risposta nei quindici giorni previsti dalla riforma. Siamo alla pazzia… o semplicemente al tentativo furbastro di sfruttare la disinformazione creata ad arte per far passare cose fuori dal mondo.

6) Non si può, poi, non parlare dell’ignominioso giochino consistente nell’offrire anche a consiglieri regionali e sindaci nominati nel consesso senatoriale, la immunità parlamentare; certamente strumento di elevata civiltà giuridica quando si tratti di proteggere il parlamentare stesso nell’atto di esprimere le proprie opinioni, ma non quando e dove, come in Italia, viene utilizzato per sottrarre alla giustizia ordinaria personaggi spesso imputati di reati comuni. E con la probabilità elevatissima che si approfitterebbe, con l’attuale legge, per mandare in Senato consiglieri o sindaci od altro “in odore” di processo.

[piero giovannelli – 1. continua]

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