PRATO. “Il Pronto Soccorso del Santo Stefano di Prato è stato preso d’assalto, ieri, da oltre 320 persone a causa del clima rigido e dei picchi influenzali.
“Oggi, invece, sono 22 i pazienti in attesa di destinazione e altrettanti aspettano di essere inseriti nel reparto di Osservazione Breve Intensiva”.
Nota polemica della Fp Cgil di Prato che per voce del segretario aziendale della Cgil Lorenzo Pacini continua nella denuncia: “Scarseggiano anche le barelle e alcune, di fortuna, sono prese in prestito dalla vicina Casa di cura Villa Fiorita mentre i pazienti albergano nei corridoi del Pronto Soccorso. Inoltre nel Dipartimento dell’Emergenza Accettazione mancano, strutturalmente e normalmente, operatori socio sanitari e infermieri.”
Gli accessi al Pronto Soccorso del Santo Stefano di Prato sono passati dai 94.645 del 2014 agli oltre 100mila del 2016 con un saldo attivo di quasi 6000 accessi. Al tempo stesso la numerosità degli addetti – secondo il sindacato di piazza Mercatale – al Pronto Soccorso ha subito una forte riduzione passando da complessivi 138 professionisti a 130, con la figura professionale dell’infermiere che perde in due anni 8 unità di personale.
“Per avere la stessa qualità e quantità di servizio offerta nel 2014 occorrerebbe, a seguito della crescita degli accessi al Pronto Soccorso, una equipe che preveda 35 medici (2 in più rispetto gli attuali), 79 infermieri (12 in più) e 32 Operatori Socio Sanitari (2 in più).
“Con la descritta compagine si riuscirebbe a ristabilire – secondo Pacini – la medesima quantità e qualità di prestazioni mediamente offerta da ogni professionista nell’anno 2014.
“Ogni medico, infatti, nel periodo 2014-2016, è nella condizione di doversi far carico della diagnosi di oltre 160 pazienti in più, mentre ogni infermiere è nella situazione di dover assistere 230 pazienti in più nell’arco di due annualità.
“Situazione particolare subisce la figura professionale dell’Operatore Socio Sanitario che, singolarmente, a fronte di 180 pazienti in più da accudire ha visto crescere il proprio carico di lavoro anche in relazione alla riduzione delle ore di portantinaggio effettuate dai lavoratori della Cooperativa”.
Risulta evidente come il Pronto Soccorso di Prato, secondo la Fp Cgil, stia rischiando di non riuscire più a fornire la stessa qualità di servizio offerta nel 2014, primo anno di attività “piena” del nuovo Ospedale Santo Stefano.
Sono aumentati gli accessi e sono diminuiti gli infermieri, sono aumentate le prestazioni richieste e al contempo i carichi di lavoro per gli Operatori Socio Sanitari. È aumentata la complessità dei casi, quasi 3000 codici gialli in più nel biennio, e non è aumentata la presenza dei medici al Pronto Soccorso.
“Il 22 dicembre scorso il direttore generale Paolo Morello, durante i lavori della contrattazione sindacale, ha affermato di non voler organizzare un ospedale sui picchi epidemiologici. La Fp Cgil di Prato ritiene, invece, che tali picchi vadano previsti poiché si verificano tendenzialmente ogni anno.
“Le soluzioni fin qui trovate – conclude il sindacalista – la medicina d’urgenza presso le strutture private e le cure intermedie utilizzate come prolungamento delle medicine, non stanno garantendo i risultati attesi e, tanto per ribadire, il territorio rimane sguarnito delle strutture adatte a dare le risposte di salute che i cittadini richiedono”.
[fp cgil prato]
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