little italy. MUORIAMO DI SALUTE INQUINATA

L’inceneritore di Montale
L’inceneritore di Montale

PIANA. Le precisazioni che sono state più volte riferite dall’epidemiologa Elisabetta Chellini sullo studio in corso per la popolazione che vive intorno all’inceneritore di Montale, sono purtroppo incomplete: la studiosa ha però commentato il lavoro – ancora in progressione – richiamando che l’impianto di incenerimento del Cis è aperto dal 1978 e che le emissioni venefiche di diossina di oggi sono migliaia di volte inferiori rispetto a quelle di soli venti anni fa.

La conclusione che ne consegue è però ingannevole: i primi venti anni sono stati pesantemente inquinanti per l’ambiente e solo oggi se ne colgono gli effetti su malattie che sono solo riferibili a tale periodo di tempo e non all’attualità.

La stessa Chellini è concorde con il parere della comunità scientifica dei medici che spiegano il lungo periodo di latenza delle malattie: queste, sono tipicamente soggette a esplodere nelle forme tumorali dopo lunghi periodi di “incubazione” delle tossine nell’organismo, depositate in anni di esposizione, invisibile e incomprensibile per il bassissimo dosaggio, e tuttavia costante.

L’argomento è stato ben rappresentato e descritto al corso di formazione Ecm dell’Ordine dei Medici di Pistoia sulle tematiche dell’ambiente e della salute del 3 dicembre scorso.

Questa considerazione è preliminare alla comprensione dell’inquietante notizia pervenutaci, per la quale – senza voler fare alcun accostamento diretto, ma delle opportune valutazioni di confronto con la situazione della piana – il dirigente della soc. Cociv, Ettore Pagani, in una telefonata, diceva che non doveva esserci alcuna preoccupazione per le quantità di amianto rivoluzionate e messe in circolo in Liguria e Piemonte (si pensi ai trasporti con i camion scoperti per ogni dove) negli scavi delle gallerie per il terzo valico della Milano-Genova “tanto la malattia, arriva tra trent’anni”.

Ebbene, speriamo che non sia questa ratio ciò che guida anche i Sindaci e gli organi di controllo e gli altri amministratori della Toscana Felix di Enrico Rossi, sulle problematiche dell’inquinamento indotto dalle varie infrastrutture in studio.

Possiamo meglio comprendere così la forte contrapposizione sussistente tra gli inceneritoristi e alcuni esponenti autorevoli del mondo scientifico e specificamente l’Ordine dei Medici di Pistoia.

La consapevolezza della lunga latenza delle malattie prima della loro evidenza, è una garanzia del rinvio a lungo termine (si può pensare a quattro o cinque lustri) di ogni effetto dannoso e quindi di ogni sua comprensibilità epidemiologica e collegamento con le cause di inquinamento.

Una cambiale, insomma: ma che, prima o poi, verrà all’incasso e che qualcuno dovrà pagare.

[Alessandro Romiti]

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