MONTAGNA. “L’Uroboro, detto comunemente Ouroboros (ma anche Oroborus, Uroboros e Oroboro, dal greco οὐροβόρος ὄφις, “serpente che mangia la coda”), è un simbolo molto antico, presente in tutti i popoli e in tutte le epoche. Rappresenta un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine.
Apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, l’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose, che ricominciano dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine” (Wikipedia).
Se volevate una immagine epica del P[artito] D[estrutturato], prendetela dall’incipit, ma il finale è diverso: questi intelligentoni sono finiti e non si ricicleranno perché per quanto coprofagi (= mangiatori di cacca), moriranno di dispepsia. Hanno talmente “pappato”, negli anni pregressi, i loro padri o padrini, che stanno scoppiando.
È di poche ore fa la notizia dell’arresto di un mèntore degli “affarucci” piddini, tale Romano, e dell’avviso di garanzia al Ministro Lotti (quel biondino che assomiglia al Fanucci), nonché, secondo un’altra ipotesi di reato, quella di papà Renzi per “concorso in traffico di influenze” (aviarie?).
Questa guerra fra “bande piddine” ci sta sfiancando e soprattutto ci conferma nell’opinione che la cattura del voto popolare è roba di pancia e non di cervello.
Prendiamo ad esempio ciò che accade in Montagna attraverso le primarie fra Marmo e Cormio per l’insalubre gestione del Comune fuso di San Marcello-Piteglio.
Il 28 febbraio, presso le ex, in Montagna è tutto ex, Scuole Elementari di Popiglio, si è svolto un dibattito fra i due candidati.
Per sommi capi ci risulta che:
Quando si è cominciato a parlare di Comunità Montana, il coordinatore Pd, Moreno Seghi, si è allontanato dal locale per farvi ritorno a discussione compiuta. Mettiamo il comportamento nella fattispecie “facultas mingendi” (è andato a fare un po’ d’acqua), anche se il tempo di assenza è stato lungo e non vorremmo che si trattasse di problemi prostatici; ci auguriamo di no.
Non si è minimamente toccato il problema di Tana Termini; eppure Popiglio è lì, a due passi, e pure il puzzo. E pure i lavoratori e le loro famiglie che si ritrovano senza sostentamento certo. Forse la spazzatura ben più maleodorante è in altri siti?
Non sono state date esaurienti risposte a chi ha sollevato il problema della forestazione e sui lotti di piante da tagliare che vanno all’asta a prezzi fuori mercato per le imprese di boscaioli locali. Una puppa che “foresti” magari trentini possono invece sfruttare.
Si è giustificato l’utilizzo degli operai forestali nella piana e non in montagna con la mancanza di risorse (leggi soldi) per poterli pagare e così si affittano, come merce umana di mercato, alle amministrazioni locali della pianura. Domandina: ma in Provincia e in Regione comandano i loro compagni o chi?
Limitiamoci adesso al problema Sanità, dove la Silvia Cormio, con un Luca Marmo furbescamente silente e silenzioso, avrebbe affermato che il reparto di chirurgia, quando c’era, ospitava al 30% indigeni ed al 70% forestieri che venivano in questo ex Ospedale.
Allora? Che significa? Significa che il reparto funzionava, che venivano fatti interventi all’avanguardia (vero dott. Petrocelli? vero, dott. Cinelli?) e che attorno a questa operosa attività veniva sviluppandosi anche quel turismo ospedaliero che, comunque la si voglia mettere, portava qualche soldo nel tessuto commerciale di San Marcello.
Sembra che la signora Pia, ex usciere dell’Ospedale, abbia giustamente rimarcato che adesso il 70% dei pochi posti letto rimasti siano occupati da anziani extra territorio montano.
Per farla breve e per dirla tutta, la sanità montana rispecchia il progetto politico di questa gente per questo territorio: si viene a morire in Montagna quasi in forma simbiotica con un territorio anch’esso morente. Rallegramenti compagni!
La finiamo qui con la domandina di rito rivolta agli ex compagni che ancora in buona fede credono che gli asini volino: andate a votare per primarie già scontate e, in sovrappiù, versate anche un obolo di sostentamento, seppur di pochi euro, per favorire il perpetrarsi di queste “manfrine” che non hanno alcuna dignità politica?
Uno dei due aspiranti Sindaco ha affermato che la Regione ha restituito la forestazione alla Montagna, ma non i fondi per pagare gli operai.
Sveglia, compagni! A Firenze, nelle ovattate stanze, opera e si pasce con la sua corte il sig. Rossi, compagno fra i compagni, il quale distrugge l’Ospedale, non veicola fondi per il giusto salario degli operai, ma trova però il tempo di tradire il suo partito di provenienza restando incollato alla poltrona. Lo dice anche l’avvocata Baldi (vedi).
L’avete compreso che non vi meritano?
A proposito, ho una casa in vendita, bella, in Piteglio capoluogo. Chi è interessato mi contatti.
Voi, nel frattempo, ciucciatevi questi attori in commedia.
[Felice De Matteis]
Vedi riferimento Baldi: https://www.linealibera.it/wp-content/uploads/2017/02/Elena-Baldi-e-Enrico-Rossi.pdf