spigolature spigolose. SERRAVALLE, LA MONTAGNA, MAOMETTO, IL MOCHI E IL DAGHINI

Roberto Daghini

SERRAVALLE. Fervet opus, si diceva qualche giorno fa. Davvero la pentola bolle. E ribolle, anche. Più di una Lagostina.

Ieri – ci dicono – i grandi capi della Nazione Sioux si sarebbero di nuovo incontrati (alle Milleluci? Stavolta non abbiamo il dato a portata di mano) e stavolta non per parlare con i riformisti di Gorbi, ma per decidere quali teste far saltare dalla coalizione che dovrà incarnare il nuovo potere di sinistra (Pd o Dp? Boh) per il prossimo, si spera, quinquennio.

Immaginatevi però che cosa potrebbe succedere (scenario del 21° secolo) se le questioni tribunalizie del Mungai andassero avanti e non finissero come tutti a Serravalle si aspettano: si dovrebbe tornare a votare per rimettere in piedi una Giunta? L’ipotesi potrà anche essere maligna, ma non improponibile: la pentola serravallina è (per Digos e guardia di finanza) una gran bella pentola a pressione. O no?

La testa. Quella da tagliare – dicono – sarebbe già stata individuata: dal carro (pro tempore) di Mungai dovrebbe scendere Roberto Daghini che – come aveva scritto Gorbi a commento della nostra precedente spigolatura spigolosa – si era già autoprofferto come capro espiatorio e vittima doc. Insomma aveva già fatto tutto da sé. E onestamente ci dispiace, perché Roberto è un caro amico.

Renzo Mochi

Fin qui Serravalle-giunta. Ora la montagna, Maometto e il Mochi. Se la montagna non va dal Mochi (che dicono non abbia più intenzione di fare una “lista d’officina” – ma… «io non cretoh», direbbe lo strafamoso Crozza-Razzi), il Mochi va alla montagna.

Il solerte ex Sindaco in questo momento è dato 10 a 1 che domattina salirà non al Quirinale, ma dal Mungai per perorare la causa dello “scarico a valle” di Gianfranco Spinelli. Sembra infatti che il Mochi non lo voglia in amministrazione e, dunque, se tutto questo è vero, ammesso e non concesso che Renzo non faccia la lista in proprio, certamente ne appoggerà una o qualcuna o chissaccosa: altrimenti a che pro un casino di questo genere?

E anche Spinelli cadrebbe come un’oliva seccata da un’estate siccitosa. Del resto Mochi è uomo da veti – oltre che da vetero – con i suoi fucili da caccia che in casa Merkel non sembrano avergli portato, come si ricorderà, particolare fortuna. Ma il Mochi è lì, è castellinese, ha appoggi e influenze e ha posto paletti anche sulla Simona Querci: in apparenza bloccandola e facendo in qualche modo sì che non avesse possibilità di essere ripresentata. A Masotti, però.

L’Assessore Gianfranco Spinelli

Il problema, in questo modo completamente rovinato dalla sinistra ex-Pci, oggi rinata a suon di Omega 3 da olio di f[r]egato di merluzzo D[a]C[quadolce] pescato a Rignano, è che la Bassanini – con annessi e connessi – permette a tutti i trafficanti di sete e spezie di poter essere ripescati come nuovi in qualsiasi momento.

L’ex Sindaco di Portoferraio fu tirato in barca da Oreste Giurlani a Pescia; la Sabrina Sergio Gori (una perfetta icona dell’inutile, come si è visto) lo fu dalla Giunta Cormio, che ha fatto un notevole chiappo da buco nell’acqua: ed ecco l’ultima maldicenza dei casal-serravallini che riguarda la Simona Querci.

Simona Querci

Domanda diretta, a cui i politici di campagna non permetteranno certo di rispondere: «Gentile Vicesindaco, che ora deve preparare almeno un corso da anti-bullo per la nota storia di Casalguidi alla Fermi: ma è vero che, secondo i rumors, lei sarà trascelta qual assessora della rinvigorita Giunta futura Bertinelli 2?».

La Nazione – 3 marzo 2017

Boccaccia mia, stàtti zitta! – strillava una volta il famoso Provolino…

[Edoardo Bianchini]

P.S. – La montagna potrebbe essere intesa anche come quella di Pistoiambiente e dei carabinieri-forestali di cui ha parlato La Nazione per un’ufficiosa soffiata…

Ma “nessun dorma”: per nuove deposizioni (pur se non di Michelangelo) c’è sempre pronta la ex-cava Bruni.

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