SERRAVALLE. In seguito all’esito delle indagini sull’incendio della discarica il sindaco e la giunta chiedono giustamente che chi ha sbagliato paghi e stanno valutando le condizioni per costituirsi parte civile contro Pistoiambiente in un eventuale procedimento penale. Anche noi speriamo che le responsabilità vengano presto accertate e che i colpevoli vengano puniti.
L’amministrazione comunale ammetta però il suo agire ambiguo e non troppo trasparente nei rapporti con il gestore dell’impianto a partire dalla decisione di tenere in vita un Comitato di Controllo pressoché inutile e ininfluente sul piano della verifica e della vigilanza; dalle insensate merende e scampagnate organizzate con le famiglie nei pressi della discarica, considerata come parco o luogo di divertimento; dal silenzio mantenuto di fronte alla richiesta di deroga ai parametri doc e toc presentata da Pistoiambiente in Regione per poter accogliere all’interno rifiuti ancora più nocivi.
In quest’ultimo periodo ricordiamo che il sindaco ha avallato fin da subito l’ipotesi del dolo ritenuta dall’azienda come causa più probabile dell’incendio; ha respinto la proposta dell’opposizione, quando è stata istituita la commissione speciale, di avvalersi della consulenza di un tecnico di laboratorio esterno per la controprova dei campionamenti; si è piegato al rifiuto del presidente Fedi – atteggiamento ancora più grave alla luce di quanto è successo – della visita della commissione speciale che intendeva non certo sostituirsi alla magistratura per ispezionare il luogo, bensì contribuire mediante proposte concrete a migliorare il sistema di sicurezza a tutela dell’ambiente e della cittadinanza.
Riguardo alla decisione di costituirsi parte civile per il risarcimento danni, ribadiamo che il sindaco non deve valutare nessuna condizione, ma solo mettere in pratica ciò a cui si è impegnato accogliendo il nostro ordine del giorno nella seduta consiliare straordinaria del 27 luglio scorso.
È bene interrogarsi anche sull’operato di Arpat e sul ruolo tenuto nella vicenda: i controlli condotti all’epoca all’interno dell’impianto – come del resto quelli ordinari che vengono periodicamente effettuati – non riscontrarono nessuna irregolarità: all’assemblea pubblica indetta dall’amministrazione comunale subito dopo l’evento il responsabile del dipartimento di Pistoia sottolineò più volte che i materiali coinvolti nella combustione erano rifiuti non pericolosi.
Che cosa controlla allora Arpat? Dobbiamo continuare a fidarci? E a cosa servono gli incontri pubblici se poi vengono fornite notizie non corrispondenti a verità?
Elena Bardelli
Consigliere Comunale Fdi-An
Vedi anche:
- https://www.linealibera.it/colpo-di-fulmine-discarica-del-cassero-sotto-sequestro/
- https://www.linealibera.it/colpo-di-fulmine-discarica-del-cassero-sotto-sequestro-2/
- https://www.linealibera.it/cassero-sotto-sequestro-del-senno-di-poi-son-piene-le-fosse/
- https://www.linealibera.it/cassero-gorbi-una-pessima-gestione-dellimpianto-per-insipienza-o-per-mala-fede/
- https://www.linealibera.it/sequestro-del-cassero-la-giunta-serravallina-chi-sbaglia-deve-pagare/
È da ipocriti ora dire che chi ha sbagliato deve pagare, quando il Comune per anni interi invece di guardare alla salute dei cittadini ha appoggiato incondizionatamente Pistoiambiente
Ma la paura fa 90!