QUARRATA. Buonasera Edoardo,
te la devo raccontare, ora che ho un pochino di tempo, poi tu ne farai l’uso che credi.
Si può intitolare i buoni servizi di Publiacqua e simili.
In data 29.12.2016, ed ero presente anch’io, passò un addetto di Publiacqua da casa mia per leggere il contatore dell’acqua e provvedere al calcolo della fattura di conguaglio.
Pur essendo lì presente lo lasciai fare, senza controllare quello che scriveva, fidandomi.
Dopo dieci giorni mi arriva la fattura di conguaglio, una botta: 191, 92 Euro, quando normalmente pago 45- 50 euro.
Essendo preso dal lavoro, come sempre, anche se insospettito, pago subito (i poveri disgraziati come me sono sempre precisi e pur di non aver debiti pagano subito, per non essere portati per bocca come dice la mamma).
Non convinto, mi metto a controllare la bolletta e mi accorgo che hanno sbagliato la lettura del contatore, addebitandomi 80 metri cubi di acqua in più rispetto a quelli effettivamente consumati (con i “giochini” degli scaglioni 80 metri cubi di acqua costano circa 100 Euro, faccio notare).
Prontamente scrivo una pec a Publiacqua e dopo un mese circa mi scrivono che riconoscono l’errore e annullano la fattura che ho già pagato.
Ora ho un credito di 191,92 Euro verso Publiacqua.
Ora attenzione alle date:
- 09/03/2017 – Mi arriva la fattura di conguaglio corretta di 64.69 euro da pagare entro il 24/03/2017 su cui sta scritto che ho un credito di 191,92 Euro senza altre indicazioni
- 09/03/2017 – Scrivo un pec chiedendo (perché dal 15/02/2017 non è più automatico) il pagamento della fattura in scadenza mediante compensazione del credito
- 16/03/2017 – Senza avere ricevuto nessuna risposta, inoltro una nuova pec con la medesima richiesta di compensazione e non ricevo nessuna risposta
- 20/03/2017 – Apro una segnalazione di richiesta di compensazione mediante il form sul sito Publiacqua. La segnalazione viene chiusa pochi minuti dopo senza nessuna risposta
- 21/03/2017 – Telefono quattro volte al numero verde 800238238 (a pagamento, ovviamente) dopodiché mi risponde una signorina che con voce suadente mi dice che purtroppo devo pagare la fattura entro il 24/03/2017 perché loro hanno già emesso un assegno di rimborso del credito che ho nei loro confronti.
Da vile meccanico, quale io sono, domando come mai nessuno si è degnato di rispondere alle mie mail pec (forse puzzavano di olio da motori) per dirmi quello che avevano fatto, e la giovane mi dice che dovevo sapere che in media una risposta ad una pec necessita di almeno 20-30 giorni e quindi è tutto normale.
Neanche ai tempi di Gutenberg ci voleva così tanto a stampare…
In sostanza: ho da avere dei soldi per un errore di altri (sempre a loro favore), ma devo pagare ancora, perché tanto loro, con calma, quando lo riterranno opportuno mi manderanno un assegno di rimborso, ma me lo dicono solo a voce e perché li ho chiamati io, perché per scriverlo soltanto gli servono 20-30 giorni? Dimmi se ti pare una cosa accettabile.
E POI LA BUONA SAN[T]ITÀ…
In ultimo, ma non c’entra niente con Publiacqua (però sempre di buoni servizi si tratta): la mamma è in lista al Gommone per l’operazione ai calcoli delle vie biliari da un anno.
Le hanno telefonato ieri per sapere se voleva ancora rimanere in lista o essere cancellata.
Ha riposto che per ora, nonostante sia passato un anno, i calcoli erano sempre al loro posto e quindi non capiva perché le chiedevano di cancellarsi.
Forse speravano che avesse tirato il calzino, ho aggiunto io… (o speravano che andasse “a pago” – n.d.r.).
Riccardo
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Caro Riccardo,
questa Itaglia che funziona così bene ce la siamo voluta e costruita lentamente negli anni e nei decenni: e specie da quando abbiamo rinunciato ad essere un popolo orgoglioso e sovrano (leggi Sigonella etc.).
Per il resto non vedi che Vannoni è il portaborse di Renzi? Guarda la foto e pensa positivo: con uomini così l’Itaglia non può fallire: è bell’e morta.
E per finire la storia della tua mamma e dei calcoli alla cistifellea: nell’Area del Centro Toscana (Asl riformata da Sant’Enrico e Beata Stefania) abbiamo addetti stampa che ci informano delle pitture e degli affreschi negli ospedali fiorentini; ci parlano dei concerti di Natale al San Jacopo di Pistoia; ci raccontano che c’è più letti al Gommone oggi di 50 anni fa al Ceppo: ma guai se gli parli di liste d’attesa e di disservizi come quelli che ogni giorno compaiono sulla Nazione, ma che noi (Quarratanews prima e Linee Future poi, Linea libera oggi) scriviamo da sempre e con nostro danno perché chiediamo solo charezza.
Ormai il mondo è alla rovescia; e alle velinerie ufficiali che scrivono sì e no una nota-stampa al giorno e sudando (ma riscuotono sì e sì stipendi pieni e magari anche “posizioni organizzative” in aggiunta, senza nessun dipendente sotto di sé) c’è da riservare solo il dovere dei tappeti da preghiera musulmani: mettetevi culallaria, o sudditi di Enrico il Rosso e di Stefania la Beata!
Così passano e, strada facendo, vi fanno il servizio di… pelo e contropelo!
Un caro saluto.
Edoardo