comprati & venduti. DA PANSA DI IERI AGLI ATTUALI “PENNIVENDOLI” DELLA STAMPA

Carlo Vivarelli del Partito Indipendentista Toscano

SAN MARCELLO-MONTAGNA. Nella categoria di coloro che scrivono, molte volte a torto o forse proprio a ragione, chiamata “giornalisti”, esistono varie categorie: non me ne vorrà il direttore Bianchini se “smaschero” quella più numerosa e pure più “italiana”, cioè quella furba, nascosta ma schierata, senza volerlo apparire, e pronta a dispensare giudizi, quasi sempre malevoli, verso la parte avversa.

Pensando che la gente sia stupida e con ciò mancando di rispetto proprio a coloro verso i quali si vorrebbe apparire neutrali.

È un rischio, tanto per chiarirci, che LineaLibera non corre: in questo quotidiano ciascuno si colloca liberamente dove gli pare e i comportamenti “pretaioli” non sono ammessi.

Qui “ce n’è per tutti”!

In gioventù quando altre armi civili non vi erano, durante il mio mandato politico in Pistoia, quando anche due righe di comunicato venivano cassate dalla stampa democratica, mi divertivo, e mi vendicavo pubblicamente nell’aula del Consiglio Comunale e sul periodico del Movimento per il quale scribacchiavo, come oggi, a chiamare questi signori con il termine loro dovuto di “pennivendoli”.

Tutto questo “miscuglio” di pensieri mi viene in mente pensando al caso di un cittadino italiano che da tempo, in Montagna, ha dichiarato di volersi presentare alla carica di Sindaco di San Marcello; si chiama Carlo Vivarelli e, guarda strano, trova il giusto e doveroso spazio solo su questo quotidiano e su qualche sito web coraggioso, tipo Appennino News.

Social Valley

Forse perché solleva problemi scomodi per la melmosa e putrida melassa politica che da settanta e oltre anni dirige questo, ahimè, disgraziato territorio?

Forse perché si oppone pubblicamente a quella Social Valley che nessuno sa cosa sia o voglia essere, salvo il fatto di essere diretta da un troncone fisico di Manes che si chiama Orlandini e da un vecchio residuo del Pci che così acclarata prova di efficienza e serietà politica ha offerto durante il suo più che ventennale “impegno” a non vedere, non sentire e quant’altro nella ex Comunità Montana?

Scusatemi se mi viene difficile nominarlo, ma per dovere lo devo fare: si chiama Valerio Sichi ed è come il prezzemolo; dove ti giri lo trovi. Come i lupi di La Lima, dove però solo un Lupo è conosciuto e apprezzato per la sua musica, ma non è lui.

Il candidato Sindaco di Piteglio-San Marcello (frazione di Limestre) è quel Vivarelli che dice a chiare note, e lo documenta con quel poco che lui sa e tutti sappiamo, che la Silicon Valley è l’ennesimo bidone che si sta perpetrando ai danni della Montagna.

Dice, non smentito, che gli amici degli amici sono acquartierati nel fortino di Manes, e dice anche che l’attacco al pubblico denaro, con territori pubblici e privati che dovrebbero fare parte di questo mega progetto, è “qualcosa” di non ben definito. Che siano i pomodori al rame trapiantati in quel di Barga?

Dynamo Camp, il Comune di Limestre

Definiti sono il quasi mezzo milione di euro, frutto del 5 per mille che il Dynamo incassa per le sue attività benefiche (!). Vorremmo più chiarezza anche su questa somma che, come abbiamo più volte detto e scritto, farebbe più comodo alla Montagna in generale.

Sono domande pertinenti e concrete, quelle del signor Carlo Vivarelli: ma nessuno risponde. Perché, signori democratici?

Nemmeno quei giornalisti falsamente indipendenti e comunisti appastati e perciò, “pennivendoli”.

In attesa di ospitare la libera voce dei candidati alle elezioni amministrative in Montagna che si svolgeranno l’11 giugno, diamo tranquillamente spazio a chi vive del proprio lavoro e sceglie di proporsi al giudizio dei propri concittadini in maniera libera, forse opinabile, ma certamente pulita.

La differenza fra una sinistra accattona, furba e ruffiana e una voce libera è tutta qui.

Alla faccia dei “pennivendoli” travestiti da giornalisti o “veramente” giornalisti perché “pennivendoli” e la gente che parla, ragiona, riflette e valuta.

Alla faccia dei “pennivendoli” ed in attesa di novità.

[Felice De Matteis]

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