MONTEMURLO. Chi sporca e getta i mozziconi di sigaretta in terra non ha più scuse. Il comune di Montemurlo ha concluso da alcuni giorni l’installazione di 45 nuovi posacenere e gettamozziconi nei luoghi pubblici più frequentati della città: parchi, piazze, fermate degli autobus e vicino ai palazzi comunali.
Una scelta di civiltà e decoro per non lasciare più alibi a chi sporca e inquina. L’intervento è stato eseguito da Alia, la società partecipata che gestisce il servizio di igiene ambientale, che ha applicato in corrispondenza dei cestini getta-carte dei piccoli posacenere, che possono essere svuotati con facilità dagli operatori ecologici.
Una scelta dell’amministrazione comunale per garantire maggior decoro, ma che trae origine anche ad una precisa legge dello Stato, entrata in vigore a febbraio 2016, che stabilisce che ogni Comune deve provvedere a “installare nelle strade, nei parchi e nei luoghi di alta aggregazione sociale appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo”.
Il divieto è esteso anche ai rifiuti di piccole dimensioni, come scontrini, fazzoletti di carta e le perniciose gomme da masticare, che non potranno più essere abbandonati “sul suolo, nelle acque, nelle caditoie e negli scarichi”.
Per i trasgressori sono previste multe salate dai 30 ai 300 euro, il cui ricavato sarà destinato in parte a finanziare campagne di sensibilizzazione contro i rischi del fumo.
«L’ideale sarebbe non fumare, ma se proprio non si può farne a meno, è bene avere senso civico e non sporcare l’ambiente – commenta l’assessore all’ambiente, Simone Calamai –. Ci auguriamo che i cittadini prendano l’abitudine ad usare i getta-mozziconi e che così aiutino l’amministrazione comunale a tenere pulita la città».
Il problema dell’inquinamento da cicche, infatti, è reale. I mozziconi di sigaretta, gettati via dagli 1,5 miliardi di fumatori nel mondo, sono tanto inquinanti e pericolosi per l’ambiente e per la salute quanto i rifiuti industriali.
Uno studio di Enea e Ausl di Bologna, riportato dal quotidiano “La Repubblica”, mette in evidenza il potenziale inquinante delle cicche di sigaretta abbandonate sul territorio italiano.
La valutazione si basa sul numero di fumatori (13 milioni), il numero medio di sigarette fumate da ciascuno (15 sigarette al giorno), i quantitativi di alcuni agenti chimici presenti in ogni cicca e il numero complessivo di mozziconi gettati via ogni anno (72 miliardi di cicche/anno).
Tenuto conto del potere filtrante dell’acetato di cellulosa (di cui è composto il filtro), la ricerca valuta che il carico nocivo immesso nell’ambiente è pari a 324 tonnellate di nicotina, 1872 milioni di Bq (Becquerel, l’unità di misura delle sostanze radioattive) di polonio-210, 1800 tonnellate di composti organici volatili, 21,6 tonnellate di gas tossici, 1440 tonnellate di catrame e condensato, 12240 tonnellate di acetato di cellulosa.
[masi – comune montemurlo]
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LA LOGICA. Non sono più fumatore. Prima sì, tre pacchetti al giorno. Poi un sabato pomeriggio, nel 2004, a luglio, finita l’ultima sigaretta, appallai il pacchetto e non ho più fumato.
Ho patito “abbestia” per una settimana, poi sempre meno. Ma non sono morto.
Fumerei volentieri ancora, ma regalare 12-14 euro al giorno a questo stato (minuscolo) mi rompe alquanto: preferisco non farlo e fare delle girate.
E poi la logia vuole che non si colpevolizzino i fumatori, dato che a vendere le sigarette è proprio quello stato (minuscolo) che mette 300 € di multa per un mozzicone a terra.
Cominci ad essere virtuoso lo stato (minuscolo) che anche di recente ha messo o sta mettendo nuove accise sui tabacchi.
E inizino le gentili rappresentanti del gentil sesso a fumare meno: sono le più accanite aspiratrici. Evidentemente hanno molteplici… aspirazioni.
O si è sessisti perché diciamo così? Eh, Assessore Calamai…!
Diogene