
PISTOIA. Con grande soddisfazione vedo che il problema, da me più volte sollevato, circa l’urgenza di una decisione sul futuro istituzionale della città e della provincia di Pistoia è divenuto oggetto di una discussione viva e partecipata. Molti protagonisti della vita politica e soprattutto economica e culturale del nostro territorio hanno espresso un’opinione sull’argomento, ponendolo al centro di un dibattito che non può più essere rinviato.
Per quanto riguarda il punto da cui avviare la riflessione, mi trovo d’accordo con quanto dichiarato da Elena Calabria, presidente di Cna Pistoia, la scorsa settimana: le città metropolitane saranno le locomotive dello sviluppo dell’Italia e dei suoi territori.
Se questo è l’assunto, il problema non è dunque se Pistoia voglia essere o meno fagocitata da Firenze; si tratta di un modo miope e inadeguato di porre la questione, e in genere di guardare al futuro del paese e della Toscana.
A mio avviso, pensare che aderendo alla città metropolitana Pistoia rischi di essere emarginata è segno di scarsa contezza del presente e scarsa visione del domani. Al contrario, io credo che per noi il rischio di emarginazione, di fare il fanalino di coda di un soggetto potentissimo ma a noi estraneo, in cui non siamo rappresentati e che non abbiamo contribuito a costruire, sia più grande e minaccioso proprio se ci neghiamo la possibilità di aderire alla città metropolitana.
Il rischio, in breve, è quello di avere una metropoli di fama e potenzialità internazionali subito fuori dalle porte della città e della provincia; di essere davvero la periferia sfortunata di un soggetto che attrarrà finanziamenti e che sarà il polo attrattore di gran parte dei progetti di rilancio sociale, economico e culturale di questa area geografica.
S’immagini quale sarebbe il destino di Orly (aeroporto, sistema di offerta alberghiera a basso costo etc.) e Saint Denis (sede universitaria, chiesa gotica più antica del mondo etc.) se non fossero incluse nell’area metropolitana di Parigi. Ecco: quello è il destino che toccherebbe a Pistoia se restasse fuori dalla città metropolitana di Firenze.
[*] – Ospite
Entusiasmo comprensibile, ci troviamo di fronte a una nuova era in cui tutto appare possibile e naturalmente si tende a stare al bene! Se la città metropolitana funzionasse come previsto sulla carta in realtà avremmo un effetto volano per tutti i soggetti che ne fanno parte. A contraris si potrebbe argomentare che la Regione, in una dimensione spaziale come quella delle regioni italiane, dovrebbe essere, essa stessa il soggetto propulsivo e unificatore, perché affidarsi ad ulteriori ripartizioni?
Cosa vi dà la tranquillità che le città metropolitane non siano l’ennesimo sprechificio?