PISTOIA. Un lettore ci scrive:
A novembre 2016 il Comune pubblica il secondo bando per la gestione annuale dell’impianto. Di quello pluriennale, nonostante annunci ciclici, nemmeno l’ombra. Un raggruppamento di tre associazioni partecipa e in base all’offerta proposta viene individuato il soggetto idoneo all’aggiudicazione.
Siamo a dicembre 2016. Da quel momento nessuno dell’amministrazione si fa più vivo nei riguardi del raggruppamento. Non una mail, non una pec, non una raccomandata, non un sms, non un whatsapp. Niente.
Durante un forte temporale, siamo ad inizio marzo 2017, vengono pubblicate alcune foto dei campi allagati all’interno dei palloni del Legno Rosso e ad altre foto che testimoniano lo stato di totale incuria e degrado in cui versa l’impianto.
Queste fanno il giro del web, un post sul sito del comune, un paio di articoli sulle testate web, e magicamente il giorno successivo, si il giorno successivo, il presidente del raggruppamento riceve una comunicazione per definire l’aggiudicazione, con allegata l’autodichiarazione da firmare per l’accettazione. Sembra tutto procedere per il meglio.
Purtroppo che nella dichiarazione é stata aggiunta a mano – questo passaggio è fondamentale – una postilla, una clausola, un’ulteriore dichiarazione (chiamatela come volete), a mano ripeto, che non è prevista in nessun punto del bando!
Vengono richieste delucidazioni all’ufficio preposto e viene comunicato che a seguito di segnalazioni, se non viene firmata la dichiarazione con l’aggiunta amanuense non si può aggiudicare la gestione dell’impianto.
Il raggruppamento nelle persone dei rappresentanti legali si rivolgono ad un avvocato per un parere sulla dichiarazione. Il quale dopo averla letta oltre che a comunicare che evidentemente sembra essere illegittima in quanto non è una richiesta presente nel bando, è anche oltretutto di difficile comprensione da un punto di vista giuridico.
Per cui si decide che venga inviata una mail con la quale viene richiesto di procedere all’aggiudicazione. Il silenzio continua tra la sorpresa di tutti tant’è che viene deciso di chiedere un incontro in Comune.
Durante questo incontro viene comunicato ancora una volta e pacificamente che se non viene firmata la famosa dichiarazione l’impianto non verrà aggiudicato e il raggruppamento, che si era presentato avendo tutte le caratteristiche richieste, avendo fatto un’offerta economica per l’aggiudicazione e essendo stato ritenuto idoneo si presume da una commissione di valutazione, potrà se lo vorrà, avere come unica via quella di fare causa al comune!
Non è stato possibile avere una definizione chiara esaustiva e soprattutto giuridicamente motivata di quello che viene richiesto non previsto dal bando.
Il raggruppamento preso atto che ancora una volta la politica e la macchina amministrativa percorrono due strade parallele (purtroppo), preso atto che chi decide evidentemente delle questioni cittadine ha poco interesse e che poteva essere un’ulteriore occasione, persa, per provare ad instaurare un rapporto collaborativo tra associazioni e comune che non portasse a creare ulteriori disagi ai cittadini, decide con grande rammarico di non procedere a firmare qualcosa che si ritiene non dovuto e di non accettare le richieste.
Sinceramente c’è molta tristezza e frustrazione perché ne usciamo tutti male da questa situazione. E gli unici che ci rimetteranno saranno come al solito i cittadini, i bambini delle scuole calcio, i fruitori dei campi delle palestre e del comprensorio tutto.
E’ di ieri l’ultimo incontro in Comune con Simone che ringraziamo per la disponibilità e per la pazienza dimostrata. Questa vicenda ci ha insegnato, mi ha insegnato che spesso le persone contro cui ci scagliamo quando c’è qualcosa che non funziona, non sono le dirette responsabili.
Abbiamo imparato che l’atmosfera che si respira tra le vie della città è pesante. Che la paura di decidere a volte è maggiore della voglia di agire. E che questa paura sta in un certo modo ingessando molti ambiti della vita della nostra città.
In ultimo ma non ultimi non si può non chiedere scusa ai nostri associati che con pazienza e sacrificio stanno subendo disagi su disagi per portare a termine la stagione sportiva.
Agli sportivi pistoiesi di ogni età, livello, estrazione sociale e idee politiche, che non sanno dove battere la testa per fare un po’ di sport, elemento essenziale quando si parla di città vivibile e qualità della vita. Scusateci anche stavolta ci abbiamo provato, senza successo.
Ad onor del vero, a breve, ci dicono, uscirà il famoso bando trentennale, per cui ci sarà da attendere ancora un po’ per riportare l’impianto ai vecchi splendori, anzi auspichiamo a nuovi splendori ma forse la strada finalmente è quella che tutti speravamo.
La storia che vi ho raccontato, vorrei poterla concludere con “ogni riferimento a fatti e persone è puramente causale” ma non è cosi.
Naturalmente resto a disposizione per ogni dubbio o chiarimento in merito, perché a quarantatré anni si può decidere di non fare un ricorso al Tar, di non partecipare ad un bando o di fare un passo indietro se si ritiene non ci siano le condizioni per proseguire perché mutate, ma su una cosa non si deroga. Sulla verità.
Iacopo Vespignani