rifiuti. GIANNOTTI E LE IRREGOLARITÀ IN ALIA

Livio Giannotti
Livio Giannotti

FIRENZE. Livio Giannotti ci è noto da tempo: chi scrive lo ha incontrato 7 anni fa in una pubblica assemblea e ricorda che è un autentico “mastino”.

Quindi ci ha sorpreso – ma anche subito convinto – con la sua dichiarazione resa al collega del Tg3 che in Alia non sono infallibili, ma non sono certo dei delinquenti.

Giannotti è davvero eloquente: quella che rilascia è una excusatio non petita, essendo ben consapevole che le irregolarità che ha ereditato dalla superfusione di “partecipate” dei rifiuti sono numerose, non facilmente prevedibili e conosciute al Cda anche per la massiccia dose di reticenza che circonda la vita all’interno delle partecipate del settore.

L’Ad si prepara così la strada per delle possibili fughe che saranno presto utili a smorzare gli effetti delle contestazioni che la Procura inquirente sta raccogliendo.

Quando spiega che possono esserci “irregolarità contravvenzionali o interpretative dei fatti” utilizza un eufemismo per alleggerire le evidenze dovute alla gestione.

Alia cerca così di resistere al carico di più pesanti irregolarità gestionali che sono tipicamente connaturate alla gestione dei rifiuti nella nostra regione, come dimostrano altre inchieste avviate e che, solo a Pistoia, stanno per essere chiuse (sarebbero ben di due ramificazioni), con delle sicure contestazioni per reati connessi al Dl 152 del 2006.

In questi giorni è stata depositata un’ulteriore interrogazione parlamentare su l’unico impianto di incenerimento di Montale: cosa potrà dire Giannotti sulla incresciosa questione?

Dal nostro punto di osservazione, vogliamo provare a stimolare la sua fertile memoria suggerendogli alcune criticità che investono il territorio pistoiese e non solo.

Vada a spiegare ai Comuni proprietari le criticità impiantistiche che sono state descritte nella relazione sull’inceneritore di Montale (poi edulcorate da Arpat nelle commissioni ambiente illustrative) a seguito di un supercontrollo durato 8 mesi.

Giannotti dovrebbe provvedere a istruire una inchiesta interna (lo prevede l’Autorità Integrata Ambientale) sulla verifiche esatta dei molteplici attori responsabili dell’impianto che fecero causare uno sversamento di diossina nel 2007, dopo le ammissioni di Arpat nella commissione ambiente del 6 aprile scorso sulla gestione di Ladurner?

L‘Ad è informato che a carico della stessa società di Bolzano è avviato un procedimento di infrazione presso la società di certificazione NDV-GL e che sarà presto trattata dall’Istituto Ispra di Roma agli effetti della irregolarità della certificazione Emas non correttamente detenuta?

E che ne è dell’arbitrato avviato dalla stessa (con la primitiva società Cis srl) per valori superiori ai 6 milioni di euro, ereditato nella fusione? Si incassa o si paga?

È poi da verificare – e si potrebbe avviare una inchiesta interna – se è vero che all’interno della holding per i rifiuti, viene tuttora praticato il mobbing nei confronti del personale dipendente e tra i medesimi dirigenti: forse sono quisquilie, direbbe Totò?

Insomma con Alia, la holding dei servizi dell’igiene urbana e dell’ambiente, non mancano le zone di grigio e si potrebbe auspicare di aprire una vera e propria commissione d’inchiesta intercomunale che funzioni in modo complementare a quelle avviate dalla Magistratura nel resto della Toscana.

[Alessandro Romiti]

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