PISTOIA. Mai spegnere il sorriso nascente sulle labbra di una donna. Mai rubare i sogni a una giovane donna: spegnendole, d’improvviso, il sorriso.
A Erika Capecchi, pistoiese residente a Ramini, laureata in Storia dell’Arte Contemporanea alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze, prossima ai 28 anni (li compirà il 25 giugno), barista per essere economicamente indipendente non per passione, pallavolista nel tempo libero al Progetto Volley Bottegone del mitico Athos Querci, qualcuno ha tentato di spegnere il sorriso. O, forse, no: ha lasciato solo trascorrere un po’ di tempo.
Un po’ troppo, in verità. Ma lei, alta bella e capace, si è fatta forte della sua splendida tesi di laurea – robetta da 110 e lode, originale, originalissima – per continuare a lottare.
Sì, perché da buona sportiva, sa che nella vita, come e più che nello sport, bisogna combattere, ogni giorno, anche per le cose più semplici, banali. Ha smorzato un po’ il sorriso, ma ha preso a lottare come fosse un Chiellini in gonnella (toh, proprio il difensore della Juventus, fresco di laurea in materie economiche).
Nell’anno del Signore 2017, quello fatidico di Pistoia Capitale Italiana della Cultura, ha sognato di regalare qualcosa alla sua città d’origine: sì, proprio quella tesi di laurea gioiello, una ricerca minuziosa e ben documentata su Chiara D’Afflitto, per un quarto di secolo direttrice del Museo Civico della città di Giano, una figura importante, importantissima, ma probabilmente non amata da tutti (come succede).
“Chiara D’Afflitto e Palazzo Fabroni, presenza dell’arte contemporanea a Pistoia nel decennio 1990-2000”, pareva un lavoro, di 768 pagine ricco ricchissimo di fotografie e documenti, caduto a pennello, è proprio il caso di scrivere, per arricchire i visitatori giunti da mezzo mondo.
“Quando con la mia relatrice, l’eccellente professoressa Maria Grazia Messina, abbiamo scelto l’argomento – racconta Erika – non sapevamo ancora di Pistoia Capitale Italiana della Cultura. Poi, a opera ultimata, abbiamo appreso di questo notevole riconoscimento alla città e al suo territorio e iniziato a sperare che il lavoro potesse interessare davvero, in primis i nostri amministratori pubblici. Ho avuto contatti in tal senso con il Comune di Pistoia: bene, brava, le faremo sapere. Ma poi non ho saputo più nulla”.
Non le interessa, non ci interessa fare polemica. Le interessa, ci interessa raccontare una storia: la storia di una donna che, come numerosi giovani, uomini e donne, studia con passione, stavolta sì, consegue un bel risultato e spera che tutto ciò le venga riconosciuto.
Lei, che ha frequentato l’Istituto d’Arte di Pistoia, che ha imparato a dipingere da mamma Daniela, si è innamorata, cammin facendo, della persona e del personaggio Chiara D’Afflitto. “Una personalità che ha fatto tanto per Pistoia: basterebbe l’apertura di Palazzo Fabroni… Lo studio condotto è stato ritenuto importante, sia a livello metodologico sia di contenuti. Nessuno sinora si era occupato di quel particolare periodo”.
La folgorazione per l’arte contemporanea è dovuta, in primis, all’abilità della professoressa Messina. “Proprio così – conferma –, grazie a lei ho compreso meglio l’arte contemporanea, mi si è aperta la mente. Un successo per me, ma credo anche per l’insegnante”.
A settembre emigrerà a Londra. “Prenderò parte a un master alla Goldsmiths University, un prestigioso ateneo specializzato in materie artistiche, politiche e umanistiche. Sono stata ritenuta idonea e quindi selezionata per entrambi i master ai quali mi ero candidata: uno in “Contemporary Art Theory”, l’altro in “Art & Politics”. Ho optato per “Art & Politics”, per la particolarità di questo corso e perché più affine ai miei interessi e al percorso di studio compiuto durante l’ultimo anno universitario, mentre lavoravo alla tesi.
Pare che di corsi di questo genere ce ne siano solo quattro al mondo (me lo ha riferito la responsabile durante il colloquio sostenuto via Skype, naturalmente tutto in lingua inglese). Inoltre il dipartimento di Politica e Relazioni Internazionali dell’Università, al quale risponde il master che frequenterò, è stato inserito nell’élite mondiale di questa particolare branca di studi dal QS World University Rankings by Subject 2017. Sono onorata ed emozionata di essere stata scelta. Sentirò la mancanza di casa, tuttavia sto lavorando al mio futuro: mi sono costruita e mi costruirò ancora da sola e questa è una grossa soddisfazione. Purtroppo le opportunità vengono offerte al di fuori dei nostri confini: questo è un altro dispiacere”.
La lingua batte dove il dente duole. Londra – Pisa è un volo breve: ci sarebbe tempo e modo di allestire qualcosa, magari un seminario di studi, il prossimo novembre, quando – guarda, la coincidenza – ricorrerà il decennale della morte di Chiara D’Afflitto.
Sarebbe bello restituire un largo sorriso a una giovane donna che sogna. Sarebbe bello fare qualcosa per Pistoia.
[Gianluca Barni]