wonderland italy. LA RIDICOLA STORIA DEL PAESE DEL DIRITTO ALLA BISOGNA

Circo Italia 24 ore al giorno!

STIAMO A POSTO, da un lato abbiamo i trecartari del Pd, che hanno dissipato la flessibilità concessa dall’Ue a suon di miliardi, in mancette elettorali (ve li ricordate “ i soldi che noi ci prenderemo Ue o non Ue perché, porca miseria, abbiamo i terremotati cui dare una casa”? Lo sapete vero che manco le macerie, a distanza di un anno dal sisma, sono state rimosse? Dove sono finiti i soldi?) e dall’altro i grillini che finalmente mettono nero su bianco che loro, che sono francescani, le coperture al reddito di cittadinanze ce le hanno!

TAR: COME FAR FUGGIRE LE IMPRESE ITALIANE
COME NON FAR VENIRE IMPRESE STRANIERE

Intanto però, dobbiamo almeno decidere quale codice penale e civile applicare. Non so se avete notato, ma a seconda del tribunale e di come si sveglia un giudice abbiamo Uber fuori legge e poi Uber non più fuori legge, il violentatore libero e il ladro di frutta ai domiciliari. Abbiamo un Tar (a quando l’abolizione?) che motiva la sentenza che invalida l’assunzione di alcuni dirigenti museali con robe del tipo:

  1. la legge italiana non permette l’assunzione di dirigenti pubblici di cittadinanza straniera
  2. la selezione è stata condotta tramite Skype

Ma c’è di più: il Tar si è spinto a sindacare nel merito dei punti attribuiti

Direttori trombati dal Tar

Bene, a questo punto bisogna ribellarsi, adesso basta, basta sindacati che distruggono di notte ciò che viene fatto di giorno (bel lavoro ministro Fedeli, vada avanti così che della scuola non resta più niente) e basta con questi giudici, questa magistratura, che scrive le leggi, decide quali e come applicarle con una discrezionalità assoluta. Roba da feudalesimo di ritorno.

Bisogna scendere i piazza e manifestare contro i magistrati come quelli del Tar. Perché capite bene, che un Tar non può non sapere che la legge italiana vieta l’assunzione di dirigenti pubblici solo ove sia in gioco la sicurezza nazionale, non può non sapere che esiste una normativa europea presente nei Trattati istitutivi dell’Unione che è vincolante e preminente sugli ordinamenti nazionali (Art 45 dei Trattati), non può non sapere che esistono fior di sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che sempre hanno ribadito questo e sempre hanno obbligato gli stati nazionali ad adeguarsi.

Ma siamo sicuri che Nerone fosse un pazzo?

Quanto a Skype mi viene da piangere se penso che circa dieci anni fa nell’azienda che ho amministrato si facevano i colloqui di lavoro via Skype: me lo spiegate come fare a selezionare un insegnante madrelingua che sta a Boston piuttosto che a Melbourne? Ma possibile che questo ridicolo paese, debba sempre vedere frustrati qualsiasi tentativo di modernizzazione e snellimento delle procedure?

Ma chi c’è dietro questi giudici del Tar se non un apparato burocratico elefantiaco, quello del Mibac (Ministero della Cultura) che ha visto come un onta da sanare col sangue l’arrivo di capaci direttori stranieri? Chi c’è dietro se non una mentalità sindacale che vede come la peste il giudizio basato sul merito individuale, sulle capacità reali, che aborrisce qualsiasi tentativo di premiare i migliori (senza per altro, mandare a casa i peggiori come sarebbe sacrosanto) E infine, quale competenza hanno questi giudici tuttologi per sindacare nel merito le scelte della commissione di esperti del governo?

La comoda vita dei padroni delle spiagge

Ma lo sanno gli italiani che ora plaudono per partito preso o per convinzione, che alla guida della Boe, una delle banche centrali più importanti del mondo, quella inglese, c’è un canadese? Che alla direzione della National Gallery a Londra c’è un italiano? Forse si, forse no, quello che è sicuro è che siamo un popolo ormai marginale, piagnone e provinciale, siamo il popolo degli stabilimenti balneari che pagano canoni vergognosamente bassi per avere a vita intere spiagge, che rifiutano l’ingresso degli stranieri ma anche di pagare delle cifre almeno ragionevoli per possedere pezzi d’Italia per decenni

E se la facessimo finita?

Ma lo sanno questi signori giudici, tanto bravi a cavillare sui codici e ad ignorare le questioni nel merito, che i direttori dei più importanti musei italiani assunti da Franceschini stanno dando risultati strabilianti? Lo sanno che per esempio il direttore di Palazzo Ducale a Mantova, l’austriaco Peter Assmann ha aumentato la quota visitatori del 51% dal suo insediamento?

Lo sanno che finalmente si sta iniziando a mettere a confronto, sistematicamente i bilanci dei poli museali italiani per capire chi lavora bene e innova e chi no? Forse lo sanno, anche troppo bene. Ma a questo punto vanno fermati. Ha ragione Franceschini e ha ragione (e per una volta va detto chiaro) Renzi.

Vanno fermati, perché nessun imprenditore può oggi venire a progettare qualsiasi cosa che possa andare oltre lo spazio di una giornata: ma ve li ricordate i 200 ulivi che bloccano un’opera a zero impatto ambientale, di interesse nazionale, per mesi? Troppe norme, troppa discrezionalità e troppi giudici che scelgono cosa applicare con assoluta discrezionalità e, se vogliamo dirla tutta troppi belli quaglioni con un passato da magistrato e un presente da politico in aspettativa (da magistrato). Urge riforma della giustizia e dei giudici, urge vietare per legge le correnti sindacali (ma in quale paese serio i giudici si dividono in correnti politiche e sindacali?) e la politica attiva, a meno che, bene inteso, non si dimettano a vita dal ruolo di magistrato (ma non lo fanno mai!)

Ma torniamo ai giocatori di poker.

MA GUARDA CHI SI RIVEDE, LA CASSA INTEGRAZIONE

E ditemi che non sono tecartari: pare che, con la gentile consulenza della Cgil, il governo abbia già messo nero su bianco la resurrezione della Cassa Integrazione in deroga, spazzando via, una delle poche cose sensate del Jobs act, che spostava la protezione, dal posto di lavoro al lavoratore e la faceva finita con la discrezionalità di una cassa integrazione concessa ad alcune aziende e ad altre no.

Ma guarda questi qua come taroccano le statistiche sulla disoccupazione! Sembrano quasi le mie auto coi gas di scarico!

Ma c’è di più, perché forse non sapete che, a differenza dell’attuale regime previsto dal Jobs act, la cassa integrazione permette di tenere le persone fuori dalla percentuale dei disoccupati, oltre che di tenere in vita a spese dello Stato, aziende spesso decotte. Vogliamo scommettere che nei prossimi mesi, ma rigorosamente prima delle elezioni avremo una bella riduzione della disoccupazione?

E CE LE HO LE COPERTURE, CARA LA MIA SIGNORA!

Intanto però, se il Pd va di piccone, i 5 stelle scavano (la fossa al paese) con la pala. Infatti, Beppe Grillo ci fa sapere che hanno le coperture per il reddito di cittadinanza (http://www.beppegrillo.it/marcia_perugia_assisi/disegno-di-legge.html). Volete sapere quali? Beh, una cosa rivoluzionaria, una roba che uno stenta a crederci tanta è l’originalità dei provvedimenti di copertura: nuove tasse e nuovo deficit. Ma scusate, non abbiamo già Renzi? In ogni caso Di Maio e soci si distinguono per il livore verso i riccastri (ad esclusione di Grillo stesso ovviamente) e sembrano a volte, figli della Camusso e nipoti della rivoluzione culturale cinese.

Beppe… ci credono! Dai che ci credono!

In particolare risaltano alcune cose che altro non sono che un infilare le manine nelle tasche dei soliti noti: i cittadini che lavorano.

Per esempio, con mirabile demagogia i nostri pensano di aumentare le tasse alle banche ed assicurazioni, per due miliardi, mediante riduzione della percentuale di deducibilità degli interessi passivi.

Ora, visto che le banche sopravvivono con la raccolta di risparmio pagando interessi passivi ai propri creditori/depositanti, questa misura finirebbe in aumento dei tassi attivi (cioè quelli sui prestiti a imprese e famiglie) e commissioni, ad esempio quelle di tenuta conto.

Quindi, saremo noi clienti, e non le banche, a pagare il conto della bella pensata. Ma se volete farvi una cultura qui trovate il resto. Viva Mao!

PS. Persino Bergoglio ha spiegato a Grillo che alla gente va dato un lavoro e non un mantenimento…

[Massimo Scalas]
[Fonte: www.beppegrillo.it]

Print Friendly, PDF & Email