SANTOMATO. Molti gli estimatori di Mons. Giordano Frosini nella Chiesa di Santomato per una lectio magistralis sul tema La Chiesa che (io) sogno, poi derivato dallo stimato teologo sul tema biblico “il Regno di Dio”.
Frosini ha fatto omaggio ai presenti di una delle sue recenti opere (ne ha scritte ben 63) e ha ricevuto il plauso dei numerosi estimatori.
Tra il pubblico, erano presenti anche alcuni catechisti di diverse parrocchie che hanno riferito una certa delusione per la negazione di un dibattito, che sembrava davvero ricco di argomentazioni e richiami ermeneutici dei testi biblici, che scaturiscono dalla complessità della nostra società, schiacciata dai crescenti problemi della globalizzazione.
Ci ha colpito una raccomandazione del docente: siano ascoltati prima gli ultimi della scala gerarchica delle assemblee sinodali e non, così si garantisca una giusta inversione sulla partecipazione, sempre assicurata primariamente ai maggiori prelati: il Regno di Dio è un luogo astratto che si esprime nella buona profezia, da ricercare sempre e dovunque.
La lectio è stata chiusa dalla postfazione di Don Tofani che ha auspicato che i presbiteri partecipino più attivamente alla vita “socio-culturale” delle comunità, evitando pastorali disperse in inutili esercitazioni di adorazione e/o ridondanti liturgie qual è – ad esempio – quella dei pellegrinaggi a Medjugorje.
Mentre che una buona parte degli astanti si sono raccolti nel retro-cortile per un momento conviviale, ci siamo intrattenuti sull’opposto sagrato e abbiamo raccolto le domande inevase che vogliamo proporre all’eminente studioso, consapevoli della sua profonda competenza e capacità di relazione con i confratelli.
- La Chiesa, esercita veramente l’attuazione del Regno di Dio? Le espressioni di riconoscenza di Francesco a una “eminente profeta” dell’aborto come Emma Bonino, sono solo una delle evidenze che getta i fedeli in un senso di profonda inquietudine o sbigottimento.
- Le “contaminazioni” che vivono alcune parrocchie, abbandonate a eventi celebrativi di taglio partitico con iniziative completamente estranee all’esperienza ecclesiologica, sono tollerabili? (il riferimento è ai numerosi episodi di concessione di Chiese e connessi sagrati ad altre confessioni religiose, partiti o associazioni politiche tese a fare propaganda politica estranea a ogni esperienza dottrinale)
- Un giovane studente di teologia, propone la seguente osservazione: Frosini ha detto che “la dignità è uguale per tutti”. Bene. Ma è difficilissimo trovare un solo credente, praticante che si comunichi (con il Corpo di Cristo) e che, con lo stesso fervore, difenda con sincero ardimento Cristiano la dignità del più piccolo, del povero, dello straniero del debole e dunque dell’embrione, insomma del tuo prossimo più esattamente, come insegnato da Santa Madre Teresa. Lo si trovi: è con lui/lei che potemmo iniziare a costruire il Regno di Dio.
Chiaro che le esternazioni raccolte sul sagrato sono condite con una spruzzata di sana critica polemica alla lectio che, per alcuni momenti, è parsa una mera esercitazione d’intento, non una fattiva esortazione rivolta al popolo di Dio. Vogliamo anche considerare che ogni narrativa teologica è posta in costanza di chiara contraddizione con l’esperienza diffusa di ogni parziale – a volte indegna – vita cristiana.
Auspichiamo che Mons. Frosini voglia portare una sua replica che saremmo lieti di pubblicare.
[Alessandro Romiti]
EMANUELE GIACOMELLI SCRIVE
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Ero presente all’evento di Santomato e mi trovo a porre le mie domande che certo avrei meglio posto dopo l’esposizione di monsignor Frosini: ma il dibattito non vi è stato.
Ritengo però utile far sì che vengano dette per chiarire i miei dubbi sulla coerenza di certe affermazioni trattate. Per questo ringrazio dell’ospitalità.
Faccio una premessa:
di solito quando il luogo della conferenza/seminario è una Chiesa con il tabernacolo, è sempre stata buona regola un segno di croce e una preghiera per invocare lo Spirito Santo al controllo delle labbra e delle parole: siamo in un luogo sacro. Dunque, una preghiera iniziale e un’altra finale.
Questo non è stato fatto, e dunque – mi perdonerà Monsignor Giordano – ma la mia coscienza ha suonato un campanello d’allarme che le parole che stavo per ascoltare non sarebbero state Benedette.
Parte bene il monologo di Mons. Frosini mettendo come protagonista della dottrina il “Regno di Dio”, il quale non “lo si deve cercare nella Chiesa e tanto meno sulla terra”: va esercitato. Quando Esso si realizzerà sarà un nuovo mondo di Pace. Propongo alcune domande, sperando che siano fatte oggetto di risposta dopo la sua narrazione:
– Lui ha detto che “il Peccato rovina il Regno di Dio”. Ma la Chiesa, combatte veramente con tutte le sue forze il Peccato senza il quale si realizzerebbe un nuovo Mondo di Pace?
– Sempre Lui ha detto che “la Libertà paga sempre”, ma noi persone che non obbediamo ai Comandamenti della Bibbia siamo liberi e ripagati o piuttosto schiavi delle tenebre? Osservando che la politica ha promosso una cultura relativista e nichilista (Papa Benedetto dixit), infusa di falsa “libertà laica” e contrariando le tavole della Legge in tutti i suoi aspetti, chi potrà fermare questa deriva morale? Si può dire il contrario? Ne sono testimonianza i “ma” e “se” tanto usati dai politici per giustificare i peccati commessi dall’umanità per raggiungere una pace illusoria: es. una guerra con i bombardamenti, una interruzione di gravidanza in nome della salute psichica della donna, la liberazione dalla sofferenza per l’eutanasia, etc.
– Ancora Lei ha affermato, che possiamo “sentirci un popolo salvato” e per questo dovremmo “sorridere e cantare”.
Probabilmente inconsciamente sappiamo di non essere in ordine con i nostri comportamenti e i pensieri: durante la serata si poteva ricordare che solo grazie al sacramento della confessione, sinceramente e umilmente esercitato, solo dopo, potremo “ridere e cantare”.
Mi risponda se sbaglio ad ammettere certe cose. O no.
Grazie
Emanuele Giacomelli