PISTOIA. Giorni fa ho assistito alla ‘retata’ di spacciatori in piazza della Resistenza, ove lo Stato ha mostrato uomini e mezzi senza economia rimediando, a mio parere, una pessima figura.
Dinanzi a tanta organizzazione che comprendeva il volteggio costoso di un elicottero a bassa quota, i numerosi signori africani presenti nel giardino non hanno mostrato alcuna emozione visibile: nessuno, cioè, si è mosso da dove si trovava.
Chi dormiva ha seguitato a dormire, chi telefonava ha proseguito la conversazione, chi fumava o passeggiava non si è curato minimamente dell’operazione in corso.
Quello che ha colpito i passanti, che come me si sono soffermati, è stata appunto la totale assenza di qualsiasi tipo di timore e di rispetto, cui il primo è strettamente collegato, verso i rappresentanti dell’autorità del paese che li ospita.
Nessuna fuga scomposta, nessuna ribellione, nessuna colluttazione tutto si è svolto in un clima di ‘collaborazione’ così totale da apparire sfacciata. La riflessione è semplice e scontata. Quel tipo di comportamento palesemente indifferente dinanzi ai militari rende benissimo l’idea di quello che si è creato quando la tolleranza si è trasformata in fiacca rilassatezza.
Evidentemente quei ragazzi, oggetto della ‘retata’ e non solo, loro hanno imparato benissimo quali siano i nostri limiti e le nostre debolezze, quelli dello Stato, delle autorità e, in definitiva, quelle di un popolo che non esiste.
Fiore di Monozzo