contrabbassata. LA FIGURACCIA DI UNA CITTÀ IMPREPARATA AGLI EVENTI CULTURALI

Contrabbassata [foto Tony Sammauro]
PISTOIA. Ad una musica straordinaria ha fatto da eco un assordante silenzio, quello della città e dell’amministrazione, che ha brillato per la sua assenza giustificata solo dall’ignoranza. Mi riferisco a quanto è successo venerdì e sabato scorsi in città.

Nell’ambito delle manifestazioni che si raccoglievano nel motto ‘Vestire il Paesaggio’, la Provincia, o quanto ne resta di essa, ha inteso ‘vestire’ il paesaggio con la musica ricorrendo a quanto di meglio possa offrire oggi il panorama mondiale del contrabbasso.

Pochi sanno che Pistoia ha dato i natali al maestro Franco Petracchi il cui curriculum come contrabbassista e compositore ha una caratura internazionale. Diplomatosi nel 1958 presso il Collegio di Musica di Santa Cecilia a Roma, è stato per 20 anni primo contrabbasso alla Rai, annoverando trai suoi amici personaggi come Bernstein, Karajan, Muti, Giulini, Rota, Abbado, Kubelik, Celibidache, Maazel etc.

Ha insegnato nei conservatori di Bari, dell’Aquila, di Frosinone e di Roma e per ben 28 anni in quello di Ginevra. Innovatore assoluto della tecnica strumentale del contrabbasso, del quale ha rivoluzionato la chiarezza interpretativa, ha trasmesso a parecchi suoi allievi la sua maestria e il suo entusiasmo conducendoli in ogni parte del mondo ove si sono affermati nei più importanti concorsi di interpretazione.

Petracchi ha accettato con gioia di tornare nella sua città portando con sé il miglior e più blasonato stuolo di suoi allievi tutti, pensate bene, venuti da noi gratuitamente come per nulla è venuto Franco Petracchi. I costi assai modesti per uno spettacolo tanto importante ma ridotti a spese per trattamenti di cortesia, sono stati sostenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio, che ha reso disponibile, per il venerdì, la sua sala più elegante.

Franco Petracchi

Questo non breve preambolo per far comprendere a tutti la valenza di un evento, un evento vero e non a differenza di altri soltanto millantati come tali. Volete sapere il risultato?

Da un lato l’assenza totale di stampa e televisione locale, dall’altra quella avvilente del Comune in ogni sua carica e pensare che sabato pomeriggio l’esibizione si teneva proprio sotto le logge del palazzo di Giano.

Nessuna platea attrezzata con poltroncine, quelle per intendersi già utilizzate per manifestazioni sempliciotte o paesane propagandate come ‘eventi’ ma di nessun valenza significativa.

I pistoiesi presenti in numero esiguo tutti in piedi naturalmente, insieme ai turisti stranieri più informati di noi, alcuni dei quali sembravano chiedersi se tutti erano davvero coscienti di quello che stavano osservando.

Si è dovuto ricorrere d’urgenza a qualche sedia di fortuna per quelle anziane signore sopraffatte dall’età. I virtuosismi dei maestri contrabbassisti ‘stonavano’ maledettamente con il vuoto istituzionale e l’indifferenza di passanti e cittadini abbondantemente manifestata come posso testimoniare personalmente essendo stato presente al concerto.

Probabilmente quella sarebbe stata una occasione per uscire dall’anonimato in cui Pistoia è calata da tempo in fatto di spettacoli e magari invitare una rete tivù nazionale usando finalmente la piazza del Duomo per qualcosa di veramente grande, ‘vestendola’ come si sarebbe dovuto e come una città della cultura avrebbe dovuto fare.

Ingentilire il proscenio rendere la platea degna della cornice in cui lo spettacolo si svolgeva era il minimo che si potesse fare sia per onorare il maestro pistoiese e i suoi allievi, sia per far comprendere a tutti quanto la città tenga all’arte e a tutte le sue espressioni. La modestia, pari solo alla bravura dei musicisti ha permesso di superare questo evidente pressapochismo.

Le forze e le risorse di chi ha sapientemente ideato e concretizzato l’avvenimento erano assai limitate per questo necessitavano del sostegno istituzionale che non necessariamente doveva o poteva essere solo economico considerato che in ballo c’era anche l’immagine della città.

A breve si assisterà al montaggio dello stantio e ingombrante, oltre che costoso, palco-catafalco e di tribune che oltre a danneggiare fisicamente la piazza la renderanno invisibile per mesi. Si ospiteranno ‘artisti’ scoppiati, sconosciuti o a fine carriera, si darà spazio e fiato a personaggi che sarebbero meglio intonati su piazze meno centrali, periferiche o nel chiuso degli stadi.

La cultura è qualcosa che occorre conoscere bene per poterla gestire di conseguenza. Complimenti agli organizzatori della Provincia che hanno tentato invano di farci uscire dallo squallido ghetto dove i modesti spettacoli proposti di regola non suscitano mai l’interesse dei media nazionali ma solamente quello dei pistoiesi cui evidentemente è sufficiente quel poco che viene loro propinato da chi della cultura ha, sinora, fatto scempio.

L’unica conferma sicura è il filo diretto che lega i cittadini agli amministratori che hanno eletto, tra gli uni e gli altri una perfetta sintonia e questo primato non è da tutti.

Dott. Paolo Nesti

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