NICOLA COCCHI: «ECCO IL MIO LEGNO ROSSO»

Nicola Cocchi
Nicola Cocchi

PISTOIA. Legno Rosso: ed ecco comparire Nicola Cocchi perché voleva ringraziare pubblicamente alcune persone e togliersi qualche fastidioso sassolino dalla scarpa…

 

PRIMA I SASSI

Nicola Cocchi – e ci prega di inserire subito il suo indirizzo e-mail (cocchi.n@tin.it) perché immagina che qualcuno possa volere chiarimenti o documenti e comunque lui si rende disponibile, eventualmente anche per la stampa locale che fino ad oggi, così ci dice, non ha mai riferito la sua versione – è l’ex Presidente della Fago Promotion, la società che ha gestito dal 1994 al 1999 gli impianti sportivi del Legno Rosso.

Oggi è contento che si sia squarciato il velo sulla questione e che la verità stia venendo a galla, poi diventa un fiume in piena:

…in commissione consiliare, tre anni e mezzo fa, spiegai tutto quello che era successo ma oggi voglio fare il nome di chi fu il vero artefice di questo sfascio! Nome e cognome: Lido Scarpetti l’allora Sindaco, che fece di tutto perché la nostra gestione finisse nonostante che con noi il Comune risparmiasse circa 80 milioni l’anno rispetto alla gestione diretta. Siccome l’elettroencefalogramma politico di costui appare al momento piatto, e visto che in questo Paese gli zombie della politica a volte ritornano, gli vorrei mettere un paio di metri di calcestruzzo sulla bara (sempre in metafora) e per questo mi preme dire che sono da subito disponibile a un confronto a due con Scarpetti su tutto quanto l’accaduto [*].

 

IL FATTO

 

Lido Scarpetti
Lido Scarpetti

Scarpetti tanto fece – dice Cocchi – e tanto disse che la Fago fu estromessa e l’impianto fu consegnato al Fontana (il Presidente della Polisportiva Capostrada – n.d.r.) senza nemmeno rendersi conto che uno dei suoi soci, Sergio Catani, aveva già subìto una condanna penale per reati contro la pubblica amministrazione, ma invece rendendo possibili tutti i danni erariali e non solo, che si sono prodotti.
Dal raffronto delle due convenzioni, quella con Fago e quella con la Polisportiva si capisce che sono stati usati due pesi e due misure.

 

MA ORA VOGLIO GIUSTIZIA

Io so – continua Cocchi – che le nostre intenzioni erano oneste. Io suppongo che Scarpetti avesse un tornaconto elettorale, un luogo a sua disposizione per incontri e serbatoio di voti. Tanto gli premeva che a un certo punto bypassò tutti i dirigenti, mi fece chiamare e mi disse che aveva deciso di rescindere il contratto con noi.
Io avevo predisposto una cassetta registrata di come avevamo trovato l’impianto e di come lo lasciavamo, ma capivo che ce ne potevamo solo andare: contro la forza non c’è ragione che tenga, i padroni erano loro… Mi sono sentito dire da un tecnico del Comune, un signor geometra dell’Ufficio Sport, che la mia corsa era finita e che lui era il socio occulto del Signor Catani, con cui erano già d’accordo di gestire in comune la parete dell’arrampicata, se mai non me fossi ancora accorto…
Insomma ce ne andammo con la coda tra le gambe e con un credito di 80 milioni di lire nei confronti del Comune.
Resta da dire che le Giunte Berti, mandato in Senato (poerannói!) Scarpetti, hanno ulteriormente peggiorato la situazione: il danno erariale viene particolarmente da lì, continuando nella politica dello sfascio e di fare man bassa dei beni pubblici.

 

LA SPERANZA

Il prof. Cocchi, ora che si è liberato del fastidio al suo incedere, ci dice che è arrivato il momento che la città possa godere del Linneo Rosso (la statua in cotto che raffigura Linneo, da cui per pronuncia popolare Legno Rosso) come impianto polisportivo, che è il più bello della città, in modo consono, con una gestione alla fine proficua sia per il gestore, ma soprattutto per i cittadini, dove nessuno si approfitta degli altri e dove i giovani pistoiesi possano davvero fare attività sportiva indipendentemente dal fatto che siano bravi a giocare a calcio. Cocchi aggiunge:

 

Legno Rosso: la colonna... senza Linneo
Legno Rosso: la colonna… senza Linneo

A questo Sindaco, l’attuale, cui non si possono muovere addebiti, do volentieri il beneficio del dubbio, in attesa e nella speranza di vedere comportamenti che vadano nel verso della verità e della giustizia e quindi propongo che l’impianto sia gestito da una società realmente polisportiva, ovvero in cui i ragazzi possano praticare cinque o sei attività diverse, giungendo, tra l’altro, al traguardo che gli utenti non sarebbero più trecento come ora ma potrebbero arrivare a mille, con vantaggio per tutti. Quella che sta per essere dismessa, mentre la Procura lavora, era una falsa Polisportiva perché i bambini federati facevano solo calcio (molti genitori si sono rivolti a me lamentandosi che i loro figli erano stati allontanati perché non si vedeva la possibilità di farne dei cartellini con valore economico, come se l’impianto fosse stato suo, del Fontana, privato)…
Chi sa di sport capisce che cimentarsi in più discipline sportive, praticarne cinque o sei durante l’età evolutiva, produce atleti completi o comunque migliori di quanto si ottiene facendo una sola attività.

 

ALLA FINE I RINGRAZIAMENTI

Mi sento di ringraziare i Carabinieri per l’indagine difficile e delicata che hanno portato avanti: vale più questa che cento arresti per piccolo spaccio perché le indagini che evidenziano le mancanze della pubblica amministrazione sono quelle che possono davvero indurre tutti quanti a comportarsi più responsabilmente.
Non ci possiamo lamentare se ai ragazzi non diamo alternative ai loro passatempi, a volte sconsiderati. Ringrazio Maurizio Giorgi del Movimento 5 Stelle che si è fatto carico di occuparsi con serietà e impegno della questione e riferirne in Consiglio Comunale. Ancora voglio fare un ringraziamento, purtroppo postumo, al dott. Benini funzionario della U.O. Promozione Sportiva del Comune che all’inizio della vicenda con parole quasi profetiche disse quello che sarebbe poi stato evidenziato dall’indagine in corso… purtroppo se ne vanno sempre i migliori.
Concludo: aspetto Scarpetti per un confronto pubblico su Legno Rosso. Se non viene non potete dire che non ve l’ho raccontata giusta.

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[*] – È assolutamente necessario sottolineare che le parole di Cocchi sono solo espressione colorita in chiave metaforico-satirico-ironica: fatto riconoscibile a chiunque in virtù dei contenuti dell’art. 21 della nostra Costituzione; un articolo poco noto, ma ancor più poco gradito a Pistoia, dove si rischia di essere rinviati a giudizio non se si viene sorpresi – in ipotesi – in atteggiamenti del tutto sconvenienti all’interno di uno dei sacri palazzi istituzionali di quelli che dovrebbero insegnarci e ispirarci l’etica e il civismo, ma solo se si tenta di prendere in giro, e di colpire per indignazione, qualche sacro intoccabile vecchio elefante del potere locale.
Ma si sa: ogni “civiltà” ha i suoi limiti. E qui in città, in generale, chi ha coda di paglia – e sembrano essere diversi – malvede e malsente chi va in giro con i cerini accesi in mano…

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