PISTOIA. A proposito di risanamento strutturale della parte corrente del bilancio comunale il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi ha tirato fuori un cavallo di battaglia del suo schieramento politico: la privatizzazione dei nidi.
Ma da dove verrebbe il risparmio per il comune?
Se la gestione di un nido viene affidata al privato il comune ha meno spese ma anche meno entrate. Infatti perde le rette delle famiglie; oppure le incassa, ma in tal caso deve corrispondere al gestore un corrispettivo almeno pari al costo di gestione.
Se la retta fosse quantificata in base al costo unitario medio di fornitura del servizio per ogni bimbo, ciò significherebbe che le entrate sarebbero in linea di principio sufficienti a coprire i costi. Ma non è così per una semplice ragione: le famiglie concorrono alla spese del servizio per circa il 30 percento del costo dello stesso, a questo si possono aggiungere contributi regionali per circa il 10 percento.
Il restante 60 percento del servizio è sostenuto dal comune attraverso la fiscalità generale, comprese le agevolazioni per le fasce di reddito più deboli su base Isee. Per i bimbi di quelle famiglie le rette sono sensibilmente più basse del costo unitario medio di gestione.
Dunque, la verità, è che esternalizzando il servizio, privatizzando i nidi con lo scopo di risparmiare la sola cosa che può accadere – sempre che si vogliano servizi di qualità come quelli garantiti dal comune e qualità del lavoro e delle tutele del corpo insegnante – è che siano cancellate o diminuite le agevolazioni in barba alle politiche per la famiglia e la natalità.
Noi siamo contrari. Non si privatizza per fare cassa. Semmai il problema è che occorre articolare gli orari del servizio pubblico per una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei genitori. E da questo punto di vista i soggetti privati possono offrire un servizio prezioso.
Non è ideologia, sono questioni concretissime per la vita delle persone. Pistoia città di tutti significa anche questo: garantire a ogni famiglia la possibilità di accedere ai servizi educativi.
Giovanni Sarteschi, Capogruppo Pd