FIRENZE. Firenze è abbastanza vicina da permetterci di occuparci della vicenda dei due carabinieri accusati da due giovani turiste americane di averle stuprate.
Benché l’occasione sia ghiotta per coloro che mal volentieri prendono atto delle statistiche sulle violenze sessuali commesse da stranieri e da italiani, e dunque della disparità tra queste cifre, eviteremo di cadere in questa trappola: non è un pallottoliere dove ognuno segna un punto ogni volta che si registra uno stupro. Chissenefrega del colore della pelle dell’accusato.
O meglio: non è la tonalità della carnagione di ognuno di noi che funge da indizio di colpevolezza: Lombroso, con le sue teorie, è stato archiviato da tempo. Il colore della pelle può risultare un particolare ricorrente in una certa categoria di persone ritenuta predisposta alla commissione di certe violenze. Un’indagine condotta da Demoskopika ha stabilito che nel quinquennio 2010-2011 il 39% delle violenze sessuali in Italia sono state commesse da stranieri: numero impressionante se si considera che nel 2014 gli stranieri componevano l’8% della popolazione.
Ma il problema non affligge solo l’Italia.Il Rapporto annuale sulla “Criminalità nell’ambito della migrazione”, pubblicato il 27 Aprile scorso dalla Bundeskriminalamt (BKA), la Polizia Federale tedesca, rivela che nel 2016, il numero dei reati a sfondo sessuale compiuti da stranieri è aumentato del 102%, passando da 1.683 violenze del 2015 alle 3.404 del 2016. Negli ultimi quattro anni l’aumento è stato del 500%.
I fatti di Colonia furono i più eclatanti: nella notte del Capodanno del 2015, circa 1200 donne subirono violenze e molestie sessuali in svariate città tedesche, di cui 400 solo a Colonia. Ebbene il Capo della Polizia Holger Münch definì evidente “la relazione tra ciò che era accaduto e la forte migrazione avvenuta del 2015”. La polizia tedesca dichiarò che tali comportamenti vennero tenuti in applicazione del Taharrush, una sorta di violenza sessuale collettiva che spesso si conclude con lo stupro e che avviene in molti paesi islamici, divenuta famosa nelle le manifestazioni di piazza durante la Primavera Araba.
In Finlandia la percentuale di abusi sessuali commessi da stranieri rimane alta: circa il 30%. In Svezia,
essendo vietato rendere note le generalità di chi commette un reato, è difficile calcolare l’incidenza dell’immigrazione sul numero di violenze sessuali commesse. È però un dato di fatto che la polizia svedese operò una copertura sulle violenze sessuali perpetrate da giovani immigrati, in maggioranza afghani, durante un festival musicale avvenuto a Stoccolma nel 2016.
E adesso spieghiamo per quale motivo, all’indomani dell’accusa di stupro rivolta ai due carabinieri, è fondamentale aver ben chiari questi numeri. In Germania, una sera di gennaio del 2016, in un parco di Mannheim, Selin Goren, giovane attivista di estrema sinistra, venne violentata da tre uomini. Raccontò alla polizia che i tre parlavano tedesco e solo dopo diverso tempo risultò che invece si trattava di immigrati che parlavano l’arabo.
La giovane Selin si giustificò dicendo che non voleva, con la sua denuncia, aumentare l’odio contro i migranti. Ebbene, l’utilizzo che oggi viene fatto della vicenda fiorentina è proprio questo: tentare di sminuire un problema enorme che va ormai oltre le idee di ognuno di noi, essendo supportato dai numeri.
Nel nome di un garantismo giuridico che sempre dovrebbe accompagnarci, è nostro dovere ritenere innocenti i due carabinieri fino a prova contraria; e nel nome del buon senso è altrettanto doveroso riconoscere che non sono le forze dell’ordine a importare violenza contro le donne.
[Lorenzo Zuppini]