PRATO. “Risposta insufficiente da parte della Direzione di presidio ospedaliero se si pensa di risolvere il problema delle aggressioni al pronto soccorso di Prato estendendo la presenza dell’agente di vigilanza privata per le 24 ore”.
Netta la posizione di Cgil, Cisl e Uil Sanità di Prato a proposito della scelta della Direzione alla quale contrappongono un’altra iniziativa.
“Abbiamo avuto un incontro con il Prefetto – si legge in una nota dei tre sindacati confederali – e con il Questore e siamo stati rassicurati che il tema della sicurezza al Pronto Soccorso interessa i rappresentanti del Governo sul territorio.
Al punto dall’aver messo in agenda l’immediata convocazione di un tavolo a cui far partecipare la Direzione dell’ASL Toscana Centro, il Sindaco del comune capoluogo, il Questore, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e il capo dipartimento Emergenza Accettazione”.
I sindacati esprimono soddisfazione per l’attenzione dedicata al problema.
“Effettivamente essersi limitati a garantire la presenza della vigilanza quando questa non è in condizione di poter intervenire in caso di aggressioni sarebbe stata la vittoria di Pirro. Le norme parlano chiaro e gli agenti privati non possono, in nessun caso, bloccare i facinorosi”.
Stessa valutazione sull’ipotesi di aumentare le telecamere in Pronto Soccorso.
“Quattro telecamere non servono ad altro che a registrare i fatti, non fungono da deterrente”. Secondo Cgil, Cisl e Uil Sanità il problema ha bisogno di soluzioni di sistema.
“Occorre una nuova organizzazione dell’accesso al Pronto Soccorso che viene intasato dal 25% di accessi che non temiamo riconoscere come impropri poiché a bassa necessità emergenziale”.
I sindacati sottolineano come circa 25.000 accessi sui 100.000 annuali dovrebbero avere una risposta territoriale coinvolgendo i medici di medicina generali e potenziando punti di primo soccorso come risposta all’esigenza di intervento immediato a situazioni di bassa gravità e promuovendo azioni formative tra i cittadini per far crescere la giusta cultura sull’accesso al Pronto Soccorso.
“Bisogna ripensare al Pronto Soccorso dell’ospedale Santo Stefano coerentemente con l’alta intensità per il quale è stato edificato e organizzato. Invogliare la fruizione del Pronto Soccorso anche per chi ha condizioni non gravi esaspera le attese, ingenera senso di frustrazione e determina con troppa frequenza, 8 volte in meno di un anno, casi di aggressività smodata per quanto ingiustificabile”.
Il problema della gestione efficiente del servizio del Pronto Soccorso viene ribadito da Cgil, Cisl e Uil: “La realtà multietnica e la tipicità sociale pratese può essere affrontata solo interessando tutti gli attori istituzionali del territorio. Le parti sociali non potevano che attivare l’unico percorso virtuoso possibile monitorando i processi e attendendo risultati”.
[malucchi —cgil sanità]