LUGLIO IN PIAZZA DUOMO E MOVIDA SULLA SALA: UNA VOCE FUORI DAL CORO

Ferite in piazza Duomo. 1
Ferite in piazza Duomo. 1

PISTOIA. Non si riesce più a distinguere dove finisca l’ignoranza e inizi la stupidità di coloro che organizzano “eventi” in piazza del Duomo e di coloro che autorizzano simili manifestazioni senza tener conto del contesto delicato in cui esse si svolgono e dei molteplici danni causati alle antiche architetture nemmeno lontanamente giustificabili con alcun tipo di ritorno economico o d’immagine.

Veniamo ora dalla piazza dove turisti giunti da lontano si trovano costretti, con sacrosanto disappunto, a fotografare le impalcature che coprono il Battistero, le strutture avvilenti delle tribune che oscurano il Tribunale e un lato della Cattedrale e, come ulteriore prova dell’inettitudine a gestire e valorizzare le strutture del passato e la storia pistoiese, il montaggio, straordinariamente tempestivo, delle imponenti armature destinate a ospitare le serate del blues. Intelaiature più alte e corpose del solito, tanto estese da offuscare la bellezza della intera facciata del palazzo comunale. Una bella cornice non c’è che dire, una cartolina di sicuro unica che qualcuno è stato costretto a immortalare dopo essersi sobbarcato centinaia di chilometri.

Provate a intervistare qualcuno di questi turisti giunti da lontano dopo che hanno trovato anche i fregi cosiddetti robbiani del Ceppo ermeticamente nascosti e ascoltatene i non lusinghieri commenti.

Credo che occorra denunciare agli organi competenti regionali e nazionali cui è devoluta la tutela del patrimonio artistico questa situazione che non può durare per sempre senza che la piazza e le strutture che la cingono ne risentano alla fine in maniera irreparabile.

Dal momento che non ci sono soldi per i restauri necessari appare ancora più utile e urgente conservare le opere esistenti prima di ulteriori, irreversibili, deterioramenti.

Si sta devastando piazza della Sala ridotta ormai a un immondezzaio ove ognuno dispone degli spazi in modo selvaggio in totale anarchia attirando ovviamente una qualità di avventori perfettamente intonati al clima che si è ormai tenacemente consolidato in tutta l’area.

Ferite in piazza Duomo. 2
Ferite in piazza Duomo. 2

Si mangia per strada sopra fogne maleodoranti e un selciato intriso di tutto. Da segnalare il continuo diffondersi dalle numerose, contigue cucine, evidentemente senza i dispositivi filtranti previsti dalla normativa, degli opprimenti odori di soffritti, intingoli e bolliti capaci di nauseare saturando l’aria.

Essendo tavolini e sedie praticamente ovunque (vedere anche le vicine via del Lastrone, dei Fabbri e altre limitrofe) senza alcuna delimitazione tra spazio pubblico e privato, i passanti urtano i commensali mentre si portano gli spaghetti alla bocca.

Ognuno poi trovandosi a stretto contatto di gomito con l’estraneo vicino, può godere, da pochi centimetri, della vista del suo piatto e, quel che è peggio, anche ascoltare i suoi discorsi.

Ma l’Azienda Sanitaria Locale, attenta talora con estremo puntiglio a dettagli ininfluenti per l’igiene pubblica, ha mai verificato, con attenzione, questa situazione? Sono davvero rispettati tutti i principi fondamentali per una corretta applicazione delle normative igienico sanitarie sul caso che ci riguarda?

Da tempo si pretende di ridurre piazza del Duomo ai connotati di uno stadio sia per l’atmosfera, indegna per un’area di tanta bellezza, sia per il tipo di spettacolo. Ciò è semplicemente assurdo e dimostra che Leggere la città non insegna e non ha insegnato proprio un bel niente. È evidente che quello che si può e si deve fare in uno stadio non può essere fatto allo stesso modo in una piazza come quella del Duomo.

Ci sono città vicino a noi dove almeno si mostra la volontà di rispettare l’architettura antica dei centri storici dirottando determinate occasioni di intrattenimento in sedi più periferiche, maggiormente intonate col tipo di manifestazione programmata e in grado di offrire condizioni di ragionevole sicurezza e igienicità.

Ferite in piazza Duomo. 3
Ferite in piazza Duomo. 3

Noi, fieri di questa assoluta particolarità, senza l’umiltà di valutare quanto accade in realtà a noi prossime, senza la voce critica di intellettuali, che purtroppo non abbiamo o stanno zitti, tiriamo avanti sulla via più unica e originale ma anche più certa per distruggere un patrimonio immeritatamente ereditato e del quale ne siamo o dovremmo essere responsabili.

Del resto alla base di determinate scelte c’è sempre il popolo: e quello pistoiese, da tempo trasformato in un gregge mansueto, oggi divenuto anche sordo e cieco, ne subisce di tutti i colori senza alcuna critica, obiettiva valutazione, plaudendo anche agli spettacoli più stonati e stridenti capaci di mettere a rischio la cornice storica della città.

Tale acquiescente comportamento non è l’espressione estrema di un nobile senso civico, ma solo l’indice terribile di silenziosa indifferenza, pericolosamente sottovalutata, che prima o poi darà di sicuro i suoi frutti nefasti.

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