opinioni. PRIME CONSIDERAZIONI SUL “CONTRATTO LEGA—M5S”

Maurizio Bianconi

PISTOIA. Sul “Contratto” tra Lega Nord e Movimento 5 Stelle riceviamo il parere di Maurizio Bianconi, politico noto per la vicinanza al sindaco pistoiese Alessandro Tomasi:

“Quello che colpisce non sono i contenuti, di cui si può discorrere, né la mancanza di taglio di programma di governo (anch’essi pieni di bugie, impegni programmatici irrealizzabili e provvisti di tutto il deleterio armamentario della demagogia politico istituzionale).

Quello che colpisce è lo spirito, la struttura del contratto, l’assenza di fondamentali. E questo sia che si voglia leggere come documento politico programmatico o nelle asserite vestigia contrattuali.

Un contratto prevede:

  • A) le parti contraenti,
  • B) una premessa che esplicita le direttrici, il come, il perché,
  • C) dalla premessa discendono le clausole, gli accordi. In questo caso gli impegni delle cose da fare.

Anche i documenti politico/istituzionali hanno le due parti: la premessa e le richieste, gli auspici, le domande.

Anche le proposte di legge hanno una sorta di premessa che indica il come e il perché (relazione del presentatore) e un testo normativo che ne è la conseguenza.

Qui nada de nada: manca la premessa, la struttura, gli obiettivi e i principi portanti: cioè manca il cuore, il perché degli impegni.

Per esempio, tanto per spiegare meglio, premesso che:

A) vogliamo un’Italia fondata sul sesso. Per raggiungere l’obiettivo, faremo questo, questo e questo alla voce sesso amore vi sono i seguenti impegni.

Bianconi con Tomasi

Invece, come han fatto loro, si leggerebbe così: sesso/amore: prostituzione libera, anticoncezionali gratis, master gratuiti per pratiche erotiche, case chiuse regolate per legge (ovviamente infischiandosene delle contraddizioni). Stop.

Ecco al contratto mancano le premesse. Non si sa dove si va, perché, con quali obbiettivi.

Siamo sovranisti o no. Siamo per una società liberale o controllata. Siamo per il lavoro o l’assistenza. Vogliamo legge e ordine e libertà e diritti o solo ordine o solo diritti. Più o meno Stato? E via così, proseguendo.

Insomma manca una visione, un insieme, manca una strategia economica, politica, di cultura, di sistema. Fra l’altro mentre sappiamo tutto sul gioco d’azzardo, sconcerta un pò l’assenza di un percorso per sottrarre l’Italia alle problematiche base, economiche e finanziarie, come l’utilizzo del debito pubblico, la valorizzazione del risparmio privato, la liberazione dai vincoli del sistema Pil, la definizione di interesse nazionale e di sovranità, fondamentali per la riscrittura dell’Europa.

Insomma la giocano, come si dice, partita dopo partita, o meglio, episodio dopo episodio.

Troppo poco per un cambiamento durevole.

Nel merito non val la pena entrare, tant’è generico, talvolta inutile, altre volte velleitario, sempre privo di gerarchia di spessore, molte altre volte condivisibile.

Perché’ questo contratto sembra un pò quei banchi del vendo tutto a 1 euro con la merce, in ordine alfabetico ma in pieno casino.

Manca lo scatolone, le scatole, l’obbiettivo della vendita: chiusura o rinnovo locali, o semplice rinfrescata o ancora più semplicemente levati te, che mi ci metto io?

Ci sarebbe molto altro da dire, ma voglio accennare queste solamente:

1) la prima cosa da fare dovrebbe essere eliminare le top burocrazie pubbliche, vero male mortale del paese. Senza questa difficile operazione tutto è palliativo e dimostra il dilettantismo degli innovatori.

2) la coalizione di centro-destra era un fake coalition, come ho sempre gridato a uso e consumo di un B mai domo e un imbroglio per gli elettori.

3) un governo lega/5stelle ci sarebbe anche potuto stare. Ma allora i due movimenti si sarebbero dovuti presentare insieme alle elezioni e non fare loro i voltagiubbe (e poi reclamare una norma contro i voltagiubbe)

4) un governo lega/5stelle sarebbe eticamente inattaccabile, ove si dicesse che il contratto è il programma elettorale: poi tornare a votare.

Se non, si farebbe come la vituperata Dc: si prendono i voti contro i comunisti e poi ci si governa assieme. O come B: prese i voti contro il Pd e poi ci governò, ci fece riforme (fallite) e legge elettorale.

Rimane il fatto che l’ignobile canea dei poteri forti e lo scandaloso comportamento di istituzioni e media è la prova che cambiare si deve”.

[maurizio bianconi – comunicato]

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