AGLIANA. Si dice che una delle eminenti figure politiche pronte a sostituire Massimo Vannuccini, sia – reggetevi forte – Paolo Magnanensi: un caposaldo (capobastone è ingeneroso e potrebbe suonargli anche come offensivo) del Pd pistoiese, ovvero di quello che ne resta oggi.
Sembra davvero di respirare l’aria di un lustro fa, quando abbiamo avuto le parlamentarie e, in quella circostanza, riscontrammo il fremito di solidarietà di molti sodali del super-mayor Paolo Magnanensi, bocciato dalle urne.
Quella è stata una vera cartina di tornasole, per chi ancora aveva dei dubbi sulla popolarità e considerazione che Magnanensi ha sempre avuto ad Agliana e che tutt’ora godrebbe incondizionatamente.
L’ipotesi del rientro del politico pistoiese, sarebbe una cosa certamente elettrizzante per il popolo dem che come un elettroschok riceverebbe un sussulto di vitalità, che però immaginiamo di breve durata.
Infatti, tale “riesumazione politica” avrebbe certamente gradimento per i nostalgici piddìni d’antan, ma solo per loro, portando un duro contraccolpo al partito che a sei mesi dalle elezioni, andrebbe a confermare le tesi di commissariamento dell’Amministrazione Mangoni, esercitata tramite l’assessore di ferro Fragai e il sindaco ombra Magnanensi.
Sia chiaro che, questo è comunque stato presente nella delegazione dem aglianese, quale padre costituente degli indirizzi della fase pre – renziana e numerose sono state le occasioni di una sua presenza, non solo virtuale nel suo riaffaccio nel Comune aglianese.
L’ipotesi sarebbe una ammissione di fattiva incompetenza e criticità dell’attuale Giunta, semplicemente in affanno e crescente crisi, con degli esiti elettorali certamente non positivi.
Mangoni, avrebbe licenziato Vannuccini in modo repentino, autonomo e apparentemente incomprensibile: dalle stanze del terzo piano, non esce alcuna confidenza anche per una sorta di “alta tensione” che satura l’aria.
Che sia questa iniziativa, una mossa utile per dimostrare l’autonomia e l’indipendenza del Sindaco dalla cuspide delle “4M”, nota per aver sempre cooptato il Partito Democratico ad Agliana.
Insomma un gesto di autonomia che rivendicherebbe de facto – questa la nostra impressione – una raggiunta maturità politica da sempre offuscata dalla presenza di un commissario pistoiese, insediato all’indomani senza alcuna indicazione diretta degli elettori (Fragai non è mai stato votato!).
[Alessandro Romiti]