AGLIANA. L’articolo di sabato 6 ottobre, segnalava una situazione di potenziale pericolo accorso a un gruppetto di bambini liberi di giocare nel cortile.
Una circostanza non nuova alle classi che, nella stagione ancora mite hanno visto segnalata la presenza di canne (non fumabili, ma usate per la coltivazione dei pomodori) rimaste abbandonate in seguito all’esaurimento della esercitazione di orticoltura.
Confesso che anche chi scrive dispone di un orticello che, nonostante la dismissione delle colture, vede ancora impiantate le canne per i pomodori nel terreno, con una differenza sostanziale: non ci sono bambini nei pressi a giocare e/o correre.
La notizia è che questa mattina lunedì alle 8.30 a sole 40 ore dalla denuncia e il trascorso fine settimana di chiusura della scuola – dopo una sequela di commenti della comunità di Fb sul gruppo “Comune di Agliana” con svariate critiche negazioniste sulla pericolosità del fatto oggettivamente documentato, le famigerate “canne” erano scomparse, ovvero rimosse dal giardiniere che ripristinava la sicurezza e il decoro del giardino, anche estirpando le erbacce che erano cresciute.
Insomma la tèsi proposta dal nostro quotidiano si è dimostrata vera per l’immediata reazione della Direzione che, seppur non rispondendo né chiedendo chiarimenti o rettifiche, né portando delle giustificazioni di circostanza ha fatto rimuovere prontamente il pericolo confermando così – in modo tacito ma solido – la correttezza della segnalazione lasciandoci ampia soddisfazione, sulla punta delle dita.
La dinamica dei fatti certifica la bontà dell’articolo pubblicato, che ha dimostrato la fallacia gestionale dell’Istituto comprensivo che forse, potrà finalmente disporre – speriamo in modo costante – di un protocollo da applicarsi alla fine delle esercitazioni di orticoltura previste dal Pof (piano orientamento formativo): gli accessori che sono impiegati alla costruzione dell’orto devono essere subito rimossi ripristinando così la sicurezza dell’area.
Ci dicono che, molti feisbucchiani si sono però affannati a giustificare comunque l’increscioso episodio, come una trascurabile facezia negando, in un delirante battibecco autolesionistico, l’autenticità delle stesse immagini confermate dalla ricognizione.
Questi utenti, sembrano aver scambiato il “cacciatore con la lepre”, dimostrando di non comprendere che la funzione del giornalista è proprio quella di sorvegliare, denunciare e contestare, proponendo delle critiche – con diversi stili, più o meno graffianti (e a noi ci piace di più così, vista la reticenza e irresponsabilità degli amministratori pubblici) – che permettano alla comunità di potersi orientare e contestare, rimuovendo così, le disfunzioni dell’apparato amministrativo che non ottempera con la necessaria ispirazione della diligenza del buon pater familias.
Questo còmpito è sancito dalla Costituzione e rileva la circostanza che non si dovrà “giudicare” il dito che punta alla “luna”, distraendo l’oggetto della questione (le canne che costituiscono un pericolo, universalmente riconosciuto per dei bambini della fascia delle classi elementari) dal metodo usato per la contestazione e conseguente denuncia.
Questo è successo ad Agliana che – per la comunità dei genitori coinvolti nel dibattito – ha dimostrato un provincialismo non solo anacronistico ma contrario all’interesse generale, rinnegando la disponibilità di un “cane da guardia” che assolva al compito faticoso e ingrato di denunciare ogni violazione delle regole, proprie di una matura democrazia.
Sarà stata sufficiente la lezione o servirà l’episodio di cronaca con incidente?
[Alessandro Romiti]