AGLIANA. La posizione del Pd è arrivata ed è tecnicamente ordinata al mutuo sentimento di pseudo-brigatismo che distingue un partito, cieco, pieno di gelosie e spaccature interne, contraddittorio e indifferente alla serie di dimostrate sconcezze viste ed udite nei dibattimenti seguiti negli ultimi mesi nei consigli comunali.
Il Pd esprime una solidarietà di circostanza e per far ciò, accusa il Mangoni di essere il “braccio armato della destra” (gli è mancato di specificare fassista, populista e reazionaria, ma questo, state tranquilli, lo sentiremo dire nella imminente campagna elettorale) per resistere alla loro capitolazione.
Il Pd pistoiese, lancia il paradigma degli eventi e rovescia la questione scambiando le cause – riconoscibili nella malagestione amministrativa del quartetto degli assessori (tutti Rynoassociati o Fregaicooptati) – con gli effetti, ovvero la cacciata sistematica degli stessi politici dem dall’Amministrazione.
Grave la dichiarazione autoassolutoria della Banda dei quattro che hanno abbandonato la nave con le falle aperte da loro stessi (e chi altri?) come se fossero topi di sentina, prima interpares l’incompletezza della predisposizione del bilancio da approvarsi entro il mese di Marzo.
Altro che “avere lasciata l’Amministrazione in pari senza sospesi”; sono solo da richiamare le criticità dovute allo strazio e le vessazioni espresse sui dipendenti comunali, l’approvazione di un Regolamento Sa di Pm che vede tre sindacati su quattro dissociati, e ben due terzi dei vigili urbani dissenzienti.
Un atto di pura arroganza politica: l’hanno capito questo il Vannuccini e il segretario provinciale Galligani rimasto muto la sera del 3 Gennaio ad Agliana?
Il primo è uscito con ridicole lodi per il personale del Comune, niente affatto genuine e spontanee, ma usate per blandire la categoria!
Il capogruppo Matteo Manetti, disse forte e chiaro che “i regolamenti li fa la politica”; quella stessa politica sotto la quale i demokrats sono stati sepolti con una sonante figura di m… (come direbbe Emilio Fede), assicurata dalla prepotenza e arroganza del Commissario Ryno Fragai. O no?
Che dire della vicenda della dipendente della “Ragioniera” – tale Cristina – che rientrava al lavoro in “nero” nello stesso ufficio (risulta dagli atti del Consiglio), per avere lei beneficiato di un prepensionamento concessole in piena liberalità (denojantri).
Ci dica la Cgil che cosa accade a una azienda privata se un dipendente viene tenuto al lavoro in “nero” o non “pagato”.
Ricordiamo anche la più illogica e contraddetta vicenda dell’Auser, gestita nel pieno di un gioco familistico dall’assessore Tonioni, collegata con il più veterocomunista babbo Aldo, in un doppio ruolo di controllori e controllati?
E che dire dei 27.000 euro in via di essere spesi con il più disinvolto ingaggio di una società a responsabilità limitata (con dentro anche il Sindaco Oreste Giurlani, quale consigliere: un nome di garanzia) in via di liquidazione volontaria?
Ryno ci spieghi perché non sono partiti molti dei servizi associati tra i due Comune: meglio scappare e replicare che le domande sono strumentali e polemiche.
Facile fare la vittima, per chi non conosce i fatti: noi li conosciamo a fondo.
Il consigliere di opposizione Baroncelli ha usato parole infiammate per contestare l’assessore Fragai, ma alla luce delle repliche, riteniamo che è stato ancora troppo indulgente, eccole ancora: “… lei è stato sicuramente il peggior Assessore della peggiore Giunta che Agliana abbia mai avuto”.
Se ne sono andati dicendo che è tutto a posto e fatto, ogni cosa era a posto. Ci spieghino meglio a cosa si riferivano.
Mangoni non poteva che liberarsi repentinamente di un simile covo di serpi che si era insediato in giunta (con eccezione della Noligni, ferma nel “guado del bilancio” e partecipata nelle riunioni di giunta per il solo 30% effettivo) e che avevano il loro puparo nel super sindaco Magna-nensi, oggi colpito da un “daspo politico” del Vannuccini, con scadenza 11 Giugno, giorno della probabile liberazione da settantaquattro anni di giunte rosse.
Su Ryno, nessuno sa niente e soprattutto, niente si permettono di dire, tanta è la paura che incute nei soldati del Pd e della Cgil, caduta in una dura crisi per la scissione avviata tra fragaiani solidi, e i crescenti perplessi scismatici neolandiniani progressisti.
Forse, il Rynocommissario sarà incaricato della guida del trattore che trainerà un bel “bombolino” (trattasi di un inceneritore per rifiuti mobile, partorito dalla brillante mente del fratello Agostino) o di fare lo chef alla “Compagnia bonellina del Paiolo” della quale è vicepresidente lo stesso Agostino (che non ha niente di Santo, ndr); questo anche considerando come di “paioli”, proprio il Ryno ne sia divenuto esperto, ricordando quello che gli hanno fatto ad Agliana, a lui e ai suoi fedelissimi.
C’è chi sostiene che Ryno sarà ricollocato in qualche funzione gestionale (all’inceneritore si è liberata la poltrona di Graziano Tesi, dimessosi da un anno) o al nuovo impianto di incenerimento che il Magna-nensi vorrebbe costruito nella sua Candeglia.
What else?
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