AGLIANA — MONTALE. A un collega giornalista che gli chiese come poteva meglio capire il suo paese il Salvador, Oscar Arnulfo Romero, noto Vescovo martirizzato (brutalmente assassinato nel 1980) rispose profeticamente dicendole: vada alla Messa per conoscerlo.
Tale invito, sembra che sia utilissimo anche qua, nella nostra Diocesi.
Già andando a Messa, si può meglio capire le indicazioni pastorali (ma più interessanti sono le “non” indicazioni) espresse dai presbiteri che sembrano distinti in due sottocategorie: quelli “deregolamentati” (ispirati dalla teologia della liberazione) e quelli regolamentati, cioè rispettosi del Diritto canonico e della liturgia tradizionale della Santa Chiesa Romana Apostolica.
Domenica scorsa, pochi parroci hanno richiamato e salutato i parrocchiani che si sono impegnati nella testimonianza pro-life e pro-family, recandosi alla manifestazione tenuta a Verona, in occasione del Convegno Mondiale per la Famiglia: non sarebbe stata cosa buona e retta, chiudere la celebrazione con una parola di riconoscenza e vicinanza, non solo ai parrocchiani che hanno testimoniato, ma anche ai relatori del Convegno?
La manifestazione mondiale, era su un tema tanto emergente e caratteristico per la Chiesa, ma non è affatto stata ricordata nella maggioranza delle Chiese: solo in poche e davvero distinte.
Oggi, Don Paolo Tofani dopo la liturgia della Domenica ha ringraziato la comunità per l’accoglienza ricevuta durante la Benedizione delle case, amministrata da lui, il Rev. Don Bertrand e l’accolito della Parrocchia di san Piero, Luca Bini.
Il proposto ha ringraziato l’assemblea, invitando ad accogliere l’accolito Luca, così “come viene accolto lui”: l’invito è significativo per come espresso.
Voleva così dare una più ampia delega al suo accolito, sollevandosi (lui) dalle incombenze che il suo Ministero lo obbliga a soddisfare, dedicandosi a ben altro (direbbe Veltroni)?
Siamo di fronte a un “demansionamento proprio del Proposto” o a una “impropria estensione” dei compiti dell’accolito?
L’obbligo all’esclusività della Benedizione del proposto – che sia bene chiaro questo concetto – non glielo opponiamo noi, ma il Codice di diritto canonico e comunque quello che sembra essere l’ordinamento ecclesiale.
L’accolito – leggiamo su un sito specialistico – non può benedire niente e alcuno con eccezioni possibili solo in casi speciali straordinari (previa autorizzazione dell’ordinario della Diocesi), che non potrà essere la periodica Benedizione della case, appunto perché ricorrente annualmente.
La situazione non va meglio alla Parrocchia di San Giovanni Evangelista a Montale, dove Don Paolo Firindelli ha adottato – già da molto tempo – questa sorta di deregulation del Ministero della Benedizione affidandola – così ci riferiscono – a delle donne laiche che (non chiedeteci con quale titolo) verrebbero mandate alle famiglie per il consueto rito della Benedizione.
Le nostre sommarie informazioni non sono meglio verificabili, ma ci permettono di chiedere chiarimento a S.E. il Vescovo Fausto per una comprensione autentica della questione e così risolvere le domande di alcuni parrocchiani che sono rimasti perplessi sia ad Agliana che a Montale, per le suddette insolite iniziative parrocchiali che comunque, non sarebbero ristrette alle sole due parrocchie citate.
Vescovo Fausto, dunque a Te la pregiata parola (che speriamo essere) dirimente.
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