PISTOIA. Se l’operazione è di centro-sinistra si tratta di riorganizzazione; se è di centro-destra è la peggiore delle operazioni possibili di smantellamento del sistema educativo comunale.
Ma ahimè, le bugie hanno le gambe corte, oppure il diavolo insegna a far le pentole ma non i coperchi. Saggezza popolare.
Passaggi delle scuole comunali allo Stato:
AMMINISTRAZIONI DI CENTRO-SINISTRA
- 2003/2004 La Tartaruga
- 2005/2006 Alice
- 2007/2008 Bertocci
- 2010/2011 Irene
- 2014/2015 La balena
- 2017/2018 G. Rodari
- 2018/2019 La coccinella
- 2018/2019 Il castello
AMMINISTRAZIONE DI CENTRO-DESTRA
- 2019/2020 B. Ciari
Ora…di fronte a certi dati il silenzio sarebbe una buona pratica. Invece le parole si sprecano, in fiabesche giustificazioni che non rendono merito all’intelligenza dei cittadini, all’uguaglianza dei bambini di fronte alle istituzioni, al meraviglioso lavoro di tutti gli insegnanti, comunali o statali che siano quando si adoperano per offrire eccellenti servizi pubblici. Ma tant’è.
Ci si potrebbe chiedere, come mai genitori che sedevano nella maggioranza del consiglio comunale della scorsa amministrazione si rivelino oggi tanto indignati di fronte al passaggio allo Stato della scuola materna frequentata dal proprio figlio/a. Come mai rappresentanti della scorsa giunta e/o dello scorso consiglio, cerchino di trovare le peggiori parole per definire quelle stesse operazioni da loro difese e portate avanti con convincimento.
La migliore risposta sta nel comunicato n. 737 del 11-11-2016, dove le stesse menti cha approvavano con evidenti vantaggi le statalizzazioni precedenti, ne vorrebbero adesso prendere le distanze. Scripta manent, che ci piaccia o no. E allora leggiamo nel comunicato che “Il disciplinare propone inoltre di trasferire due scuole dell’infanzia comunali allo Stato. Si tratta del plesso di Bonelle, La coccinella e di quello in via Pertini, Il Castello, che si vanno ad aggiungere alla struttura di Bottegone, San Sebastiano (Gianni Rodari), il cui processo di statalizzazione – ancora non attuato –è previsto già dal 2012. Dal momento in cui il trasferimento verrà approvato dal Ministero-con una tempistica attualmente non prevedibile – sarà avviato un processo di trasformazione di nove sezioni di scuola dell’infanzia da comunali a statali.
Tale passaggio, inserito in una pianificazione scolastica che interesserà dunque gli anni a venire, permetterà innanzitutto di mantenere un sistema educativo pubblico che assicuri elevati standard di qualità del percorso scolastico, ma anche la tendenziale gratuità del servizio, ed un inserimento armonico delle sezioni interessate nell’ambito degli istituti comprensivi di riferimento, garantendo così un ancora maggiore radicamento sul territorio.
Nessun cambiamento sostanziale, dunque, per i bambini e le famiglie che frequentano le sezioni interessate.
Oltre a indicare il processo di passaggio allo Stato, la delibera approvata dalla giunta propone di avviare un percorso istituzionale per un’analisi della organizzazione degli istituti comprensivi, volta ad assicurare un più efficace perseguimento delle finalità educative e di istruzione, superando anche alcune criticità sulle quali l’Amministrazione e le direzioni didattiche stanno riflettendo da tempo.”
Come farà adesso l’amministrazione di destra a dire ai bambini e alle famiglie della Bruno Ciari che a settembre dovranno affrontare il terribile passaggio allo Stato?
Con le stesse parole del comunicato 737 “Nessun cambiamento sostanziale per i bambini e le famiglie che frequentano le sezioni interessate”.
Logica stringente a parte, se vogliamo invece davvero cercare di comprendere il difficile e complesso mondo dell’istruzione e della sua organizzazione, ad oggi troviamo tanti vantaggi nelle statalizzazioni.
La verticalizzazione, in atto dalla costituzione dei comprensivi, impone una progettazione del curricolo in verticale che accompagna il bambino dai tre ai quattordici anni. Le scuole comunali non vi partecipano. Lavorare su un bacino d’utenza definito, che accompagni le famiglie nel percorso educativo dei figli, permette lo stabilizzarsi dei flussi degli studenti con maggiore certezza a meno di piccole percentuali che non influiscono sul sistema complessivo e questo significa stabilità dei docenti anche negli ordini successivi di scuola.
I bambini non si fermano alla materna. Il loro bellissimo viaggio alla scoperta del mondo va oltre. In passato il sistema educativo comunale pistoiese poteva contare su un grande numero di risorse umane e di laboratori che da anni non ci sono più e che hanno cambiato l’assetto complessivo già da tempo. Nessuno vuole dimenticare il valore dei servizi educativi pistoiesi, nessuno rinnega gli ottimi standard raggiunti che devono essere mantenuti e perpetrati in tutti quegli ambiti dove non esiste un’alternativa di pari livello possibile.
Addossare agli amministratori presenti la dissoluzione dei servizi educativi, rinnegare il proprio operato, sminuire improvvisamente la scuola statale precedentemente decantata, giustificarsi dietro un controllo pedagogico inesistente (le scuole statali le controllano i dirigenti statali), sono azioni che veramente colpiscono per la loro pochezza.
Potremmo prevedere anche oltre. Quando saranno così esigue le scuole dell’infanzia comunali da non sostenersi più in un sistema congruo, forse allora si capirà che il cambiamento non solo era necessario, ma auspicabile.
[pagnini — pistoia concreta]