AGLIANA. Anche questa volta, la stampa organica si preoccupa solo del fatto di cronaca e non cerca di presentare la premessa, ovvero l’antefatto rilevante che non è un mero dettaglio.
La nomina dell’Ispettore Lara Turelli a comandante della polizia municipale non più associata a Montale, era nell’aria e non c’è stato bisogno di fare delle anteprime scontate sull’evento, dovuto a un riconoscimento obiettivo di meriti e competenze dimostrate nel periodo 2015/2016, quando la Turelli ha sostituito il deposto (dal Consiglio di Stato) Andrea Alessandro Nesti.
Il Sindaco Luca Benesperi ha confermato alla nostra concittadina l’incarico di comandante dell’unità operativa, uscita con le “ossa rotte” dalla gestione di Paola Nanni, praticamente invisibile al piano terreno degli uffici di polizia municipale, e che ha tentato di fare approvare un regolamento di servizio associato di polizia municipale, fallito e cestinato con tanto di parere della Regione Toscana – e oltre a ciò, creato con qualche evidenza, per disegnare mappe di potere presumibilmente ad personam, cioè “su misura”.
Oggi, la nomina è stata definita dal decreto del Sindaco Benesperi con la seguente motivazione:
CONSIDERATE le competenze e le esperienze pregresse acquisite dalla dipendente Lara Turelli in venticinque anni di servizio presso il Comune di Agliana, avuto particolare riguardo a quelle acquisite e maturate nell’esercizio delle funzioni gestionali e di coordinamento dell’Unità Operativa n. 3/PM “Polizia Municipale” in qualità di Comandante titolare di posizione organizzativa nel periodo dal 20/02/2015 fino 18/09/2017, funzioni svolte con piena soddisfazione e ottimi risultati;
CONSIDERATO altresì che la dipendente Lara Turelli ha curato il proprio aggiornamento professionale come attestato dalla frequentazione del Corso di I^ formazione per Comandanti di prima nomina organizzato dalla Scuola Interregionale di Polizia Locale nell’anno 2015;
RITENUTO che la dipendente Lara Turelli, dipendente di ruolo di questa Amministrazione (Cat. D), dichiaratasi disponibile, risulta quindi in possesso della professionalità e delle competenze adeguate fra quanti in forza in questo Comune operano nel settore Polizia Municipale ad assumere la carica di Responsabile della U.O.C. n. 3/PM “Polizia Municipale”
Possiamo sottolineare il silenzio ermetico della stampa organica su un aspetto che, a nostro parere, è la prova provata della malagestione dell’amministrazione: come mai l’incarico di vice comandante della Pm è stato affidato, dal 2003 (con apposita determina del fu comandante Andrea Alessandro Nesti per 12 anni di discutibile posizione) al 2015 all’ispettore Sonia Caramelli?
Chiaro che la Caramelli non aveva titolo, essendo stata già esclusa dall’incarico – in modo motivato e coerente – dalle valutazioni aggiornate e legittime del Mangoni – a seguito della decadenza del Nesti.
E dunque, la determina del fu comandate Nesti, emanata nel 2003, (sull’argomento c’è tanto di interrogazione consiliare dribblata da Rino Fragai in politichese) appare oggi illegittima: e se tale si conferma, essa è stata una misura vessatoria nei confronti dell’ispettrice Turelli, poi nominata comandante dopo anni di ingiusta subordinazione alla collega Caramelli.
E che dire della Segretaria generale Rosanna Madrussan dell’èra Magnanensi (sostituita dalla Fata Smemorina nel 2010)? Non venne informata della determinazione del Nesti (ora in “aspettativa” fino al 31.12.19)?. E ancora, la dirigente del personale Tiziana Bellini, “dormiva” o semplicemente non controllava, perché remissiva dinanzi alle decisione del trio Magnanensi/Nesti/Madrussan?
All’assessore Ciottoli chiediamo un po’ più di fegato e di fare chiarezza anche su questi aspetti, senza aspettare il 1° gennaio 2020, data di rientro dell’agente Andrea Nesti che potrebbe “avvalersi della facoltà di non rispondere”, vista la sequela di episodi di malagestione che dovrebbe affrontare in sede disciplinare e non solo.
Non è, questo, un argomento da deferire alla commissione di disciplina che presto sarà insediata nell’amministrazione di centro destra del cambiamento?
E qualche scheletro nell’armadio non ce lo ha anche l’ufficio Personale, con Tiziana Bellini? Si potrà impegnare, insomma, a rispondere in qualche commissione consiliare?
La commissione di disciplina avrebbe più di una pratica da istruire, vista la rete di solidarietà assicurata dai gruppi di potere interni al Comune/Partito, dato che ad Agliana le due cose hanno coinciso fino all’arrivo di Benesperi.
Altre interessati evidenze emergono dalla lettura di atti processuali firmati dal Dott. Andrea Nesti e depositati in Procura della Repubblica, quando ancora era sostenuto dal sovietkomissar Rino Fragai.
Ma di questo torneremo a parlare in séguito: ce n’è – come si dice – per tutti i gusti.
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealinea.info
comandanti e comandati. «EBBÀSTAAA!» DISSE PIO VII-PAOLO STOPPA IN “IL MARCHESE DEL GRILLO”
Nonostante il sorpasso della destra, ad Aglianistan il pericolo vero resta quell’intreccio di auto-protezionismo consociativo che struttura, con il superattak politico di sinistra, lo scheletro amministrativo del Comune
AGLIANA. Quando andavo a scuola al vecchio Comune di Quarrata insieme al proposto degli aglianesi don Paolo Tofani, il prete antisalvini, sentivo parlare di virtù. Prudenza, fortezza, giustizia e temperanza; e poi anche fede, speranza e carità. Sentivo dire di comunisti cattivi e democristiani angeli; e di riforme, tante riforme da fare.
Siamo – mi pare – ancora a quel punto là: eppure, ringraziando il cielo, sono passati 72 anni. Ma tutti inutili.
Allora, dopo la scuola, ci si fermava a comprare le stringhe di liquirizia morbida alla baracchina verde di Nencio (detto anche Bencio) in piazza Risorgimento: e fu un evento quando lui si risposò con la Gina, un tipetto alternativo che (io ricordo benissimo, ma il proposto di Agliana avrà dimenticato perché è diventato grande e non è rimasto bambino come me…) don Paolo osservava con cura e si divertiva pure a prendere in giro, pettegolo com’era.
Siamo ancora qui a discutere delle solite cose: cold case, casi freddi, casi irrisolti. E ancora si sente parlare di fede come quando Argante il macellaio, in piazza Risorgimento, affettava le braciole e ci invitava a meditare con la battuta sua solita: “Eh… ci vuol fede!”. Ma qui la fede è solo politica e – come la puttana con cui si ferma a parlare Dalla in Disperato erotico stomp – «ottimista e di sinistra». Anche noi, come lui, «non abbiamo fatto niente», ma siamo rimasti inerti e soli come deficienti.
Quanto tempo perso, dalla cacciata dei cosiddetti fascisti, schifezze umane detestate dagli iscritti all’Anpi, per accorgerci che ad Aglianistan, repubblica kaz[z]aka Urss-dipendente, governata da pupari e puparine con l’aiuto di fedeli servi del regime (le ossequiose strutture comunali), vigeva ferreamente il principio solido e inderogabile della meritocrazia: non quella della competenza, della lealtà e della fedeltà alla Costituzione (articolo 54), ma quella della fede di Argante: la fede della braciola e del partito, dal Pci all’odor di santità di un Pd, Partito Distillato o Dittatoriale, non del popolo e della democrazia, ma dei dirigenti e della nomenklatura.
Se davvero è liberal, facciano alla svelta, Benesperi e la sua truppa, a rovesciare lo status quo, perché ogni giorno che passa è un giorno in meno per il rinnovamento: le truppe cammellate, infatti, fanno come i talebani e l’Isis, si rigenerano e si ripropongono con azioni e incursioni terroristiche.
Perdere tempo a grattarsi il culo come le scimmie, può far male alla salute: quel sistema collaudato di inter-auto-protezionismo installato all’interno del Comune di Aglianistan da 74 anni, funziona molto meglio di quel famoso Ced, centro elaborazione dati, che non ha mai elaborato una minchia. E tutti quei Po (posizioni organizzative ottenute con i punti Carta Coop) tessono una rete interferenziale potentissima capace di bloccare qualsiasi avanzata e riforma.
Ad Aglianistan è come in Afghanistan: quasi impossibile vincere e terreno minato dappertutto. Ogni mossa, se non la fai a sorpresa, può finire nello scoppio di una mina antiuomo.
PS – La questione Nesti-Goduto merita un discorso a parte. Lo faremo nei prossimi giorni.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Aufmerksamkeit! Minenfeld
One thought on “aglianistan. IL RITORNO DELL’ISPETTORE TURELLI”
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