carbonizzo & meridiana. «DALL’AMMINISTRAZIONE CI SAREMMO ASPETTATI ALMENO IL RISPETTO»

Al banco di prova, il 16 settembre, la sincerità e la credibilità di Ferdinando Betti e del suo partito

Una patata bollente, una gatta da pelare…

 

MONTALE. L’esame non sembra che sia stato superato. Quando la coperta è corta, o i piedi o la testa restano comunque di fuori. E sembra che questo stia capitando al Sindaco di Montale che, durante il consiglio comunale del 16 settembre, ha addossato tutte le colpe del problema-Carbonizzo alla stessa Meridiana Immobiliare.

Ma – a detta dell’interessata – le cose non sarebbero proprio andate come le ha rappresentate Betti su suggerimento del suo geometra Riccardo Vivona.

Più di qualsiasi altra cosa, quello che conta sono i documenti tirati fuori, ora, dalla Meridiana e qui interamente consultabili.

Tutto quello che ha sostenuto Betti sembra essere puntualmente smentito dai fatti e dagli scritti.

E poi resta – elemento stupefacente più di ogni altro – il silenzio di Betti, pervicace «compagno G» del Pd, circa i nomi dei proprietari che risultano beneficati dalle ultime norme urbanistiche dello scorso 2018.

Un silenzio impareggiabile, ermetico, siderale. Al quale, personalmente, mi verrebbe di aggiungere una domanda molto diretta: perché, Ferdinando, non ci dici se c’è qualcuno della tua amministrazione e/o dei tuoi consiglieri, coinvolto in questo che pare un bel timballo di riso pieno di ricchi e succulenti alimenti da digerire?

Glielo dico da vecchietto irritante, con la mia solita insolenza di sempre e ricordandogli, per giunta, cosa dice l’idraulico Castorini (Vincent Gardenia) alla figlia Loretta (Cher) in Stregata dalla luna, quando lei gli chiede «cosa devo dire, papà?»: «Ferdinando… Di’ la verità. Tanto la verremo a sapere comunque».

Se tumore è, caro sindaco democratico, né Lourdes né Lotti ti salveranno, non dubitare!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
È facilissimo trasformare le marionette in impiccati.
Le corde ci sono già (Stanislaw Jerzy Lec).


Meridiana ImmobiIiare s.r.l.
Via Guido Rossa 45/c
Montale (Pt)
P.IVA 01381340478
Montale, 24 Settembre 2019
III.mo Signor
Ferdinando Betti
Sindaco del Comune di Montale
Via Gramsci n.19
Montale (Pt)
P.c.: Organi di informazione.
[da La Nazione]
Egregio Signor Sindaco,
per conto della nostra società Meridiana Immobiliare, proprietaria del compendio immobiliare posto nell’area ATS 5 di Fognano in Via Gramsci, mi vedo costretto a replicare ai contenuti del suo lungo monologo tenuto in occasione del Consiglio Comunale del 16 Settembre scorso, evidenziando quanto la ricostruzione storica contenuta nella nota redatta dal Vs. ufficio tecnico sia volutamente fuorviante e tendenziosa e quanto il quadro finale della superficie a disposizione per l’edificazione, rappresentato nella stessa nota, sia errato e appositamente confuso.Come Lei stesso ha osservato durante il consiglio comunale, la vicenda sta avendo un sempre più crescente impatto mediatico e, ascoltate le sue parole in risposta all’interpellanza promossa dal gruppo consiliare “Centro Destra per Montale”, ritengo doveroso fare la seguente premessa.La società Meridiana Immobiliare proprietaria del Carbonizzo di Fognano e di cui sono presidente fa parte del gruppo di aziende gestito dalla mia famiglia da decenni.Un gruppo di aziende attivo soprattutto nel Comune di Montale nel settore tessile, ma anche nella nautica e nel settore immobiliare.Nel corso di sessantanni di imprenditoria abbiamo dato lavoro a molte famiglie del paese e, nonostante i momenti difficili, se non addirittura drammatici, dovuti alla forte crisi che ha coinvolto il settore tessile, non abbiamo mai mancato agli impegni assunti, mantenendo un forte interesse e radicamento nella comunità e nel paese dove la mia famiglia tuttora risiede.Non pretendiamo, per questo, riconoscimenti o medaglie, ma di sicuro mai ci saremmo aspettati di ricevere un simile trattamento dalla amministrazione cittadina.Venendo ai contenuti della Vs. lunga nota tecnica, sconcerta constatare che questa sia stata redatta proprio dal Geom. Vivona e cioè da colui che, fin dagli albori, ha seguito le nostre vicende e che quindi ben conosce gli sforzi fatti dalla nostra società nel corso di tanti anni per addivenire al recupero dell’area ex Carbonizzo; a ciò si aggiunge, accrescendo il nostro sconcerto, la completa omissione di quanto esposto nella nostra memoria inviata con comunicazione del 24 Maggio scorso al Suo Ufficio.
In totale contrasto con la realtà, viene rappresentato un quadro storico, dal 1997 fino a oltre il 2009, secondo il quale la nostra società sarebbe rimasta completamente inattiva nel perseguire lo sviluppo del piano di recupero; si rende, pertanto, ineludibile la necessità di rinfrescare la memoria dei tecnici, che dovrebbero darle supporto, redigendo quelle note che, poi, Lei illustra (o semplicemente legge) al consiglio comunale.

La società Meridiana Immobiliare ha acquisito le aree di cui trattasi nel Febbraio del 2003, e già in quell’anno ci attivammo per cercare di coinvolgere gli altri proprietari nel recupero urbanistico, che all’epoca riguardava anche il comparto a monte del Torrente Agna e non poteva essere realizzato in due diversi stralci.

Nel Luglio del 2003 la nostra società intraprese i primi lavori finalizzati alla rimozione di materiali inquinanti contenenti amianto (allegato 1).

Nel 2004 si proseguì con i lavori di pulizia e manutenzione; inoltre, si dette corso alla rimozione della linea di media tensione del Carbonizzo con conseguente smantellamento della cabina elettrica (allegato 4).

Nel 2005, le variazioni apportate allo strumento urbanistico, concessero la possibilità di realizzare il recupero dell’area in due diversi stralci; pertanto, potendo procedere autonomamente per la nostra area, immediatamente richiedemmo all’ufficio tecnico comunale (diretto dal Geom. Riccardo Vivona) di conoscere esattamente le volumetrie assegnate al nostro comparto in modo da dare corso al piano di recupero (si veda, a tal proposito, allegato 2).

Nell’Aprile 2005 proseguirono le operazioni di asportazione di materiali potenzialmente inquinanti, tra cui serbatoi di oli combustibili, amianto e detriti; il tutto documentato con nota inviata al geom. Antonelli del Comune di Montale da parte dello studio tecnico Associato Terra del dott. Mauro Chessa (si veda allegato 3).

Sempre nel 2005, la Società incaricò lo studio Phisys di Firenze (assumendo i relativi oneri economici) di provvedere alle verifiche e agli studi di natura idrogeologica, che sarebbero stati di competenza e a carico del Comune; inoltre, fu dato incarico a nostri tecnici di effettuare tutti i rilievi necessari del letto del Torrente Agna.

Nel 2006 venne presentata una D.I.A. con oggetto “opere di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza dei luoghi nell’area del vecchio fabbricato”, in quanto, date le condizioni in cui versavano in quegli anni, non vi si poteva accedere con la dovuta sicurezza. Vennero, pertanto, effettuati i lavori necessari e via via asportati ulteriori quantitativi di rifiuti inquinanti (allegato 5).

Nel 2007, dopo lunga trattativa e sulla base delle indicazioni ricevute dagli uffici comunali, acquistammo il confinante terreno di proprietà della Misericordia di Pistoia, pagandolo una cospicua somma. Tale terreno fu inserito all’interno del piano di recupero allo scopo di realizzare i parcheggi pubblici richiesti dal piano regolatore vigente e da trasferire successivamente all’amministrazione pubblica.

Ecco la pianta: ma perché tanta protezione intorno all’area “beneficata” della Misericordia & altri?

Nel 2008 la Società conferì un primo incarico per la redazione del piano di caratterizzazione dell’area.

Nel corso del 2009 il piano di caratterizzazione fu presentato ed approvato.

Finalmente, nel 2011 il Comune di Montale si attivò per una verifica degli interventi contemplati dal Regolamento Urbanistico, che aveva come obbiettivo quello di procedere alle modifiche necessarie per eliminare eventuali difficoltà nella attuazione degli interventi previsti per le aree di trasformazione. In quell’anno, la Società presentò una richiesta di modifica all’assetto dell’area, che, ferme restando le potenzialità edificatorie, avrebbe reso possibile la realizzazione dei nuovi edifici con minore impatto ambientale grazie ad una riduzione dell’altezza massima dei fabbricati.

La nostra osservazione venne accolta (allegato 6); a fine 2011, quindi, sia il responsabile del procedimento Geom. Riccardo Vivona, sia il Capogruppo dei progettisti Arch. Riccardo Breschi sia l’allora amministrazione comunale, ritenendo fondate le nostre richieste, si dichiararono favorevoli alle modifiche cartografiche proposte finalizzate a garantire una minore densità dell’edificato e un miglior rapporto con gli edifici esistenti e gli spazi pubblici, (allegato 6) mantenendo la SUL LORDA prevista per il recupero urbanistico in 6.425 mq.

Nel periodo successivo, la Società ha dato corso all’attuazione del piano di caratterizzazione, processo reso assai complesso ed oneroso a causa del rinvenimento nel sottosuolo di un rilevante quantitativo di rifiuti derivanti dalla cessata attività del carbonizzo e dalla presenza di una cisterna interrata nel complesso industriale che, come la Società ha poi avuto modo di constatare, non era stata oggetto delle opere di bonifica già a suo tempo disposte dall’amministrazione comunale (che, dunque, era a perfetta conoscenza della situazione, ma si era ben guardata dall’effettuare i necessari controlli!).

Tali circostanze hanno richiesto una revisione del piano di investimento e una modifica del piano di caratterizzazione approvato, processo, che si è trascinato fino a fine 2013. Dopodiché, si è potuto dare corso alla definizione del piano di indagine del territorio mediante sondaggi effettuati in contraddittorio con Arpat.

Nel corso di quegli anni l’amministrazione comunale, coadiuvata sempre dai tecnici Geom. Riccardo Vivona e Arch. Riccardo Breschi, approvava una serie di varianti al R.U. fino alla quarta nel settembre 2015 (allegato 7), mantenendo comunque inalterate le norme attuative e le cartografie relative all’area dell’ex Carbonizzo.

Veduta del Carbonizzo

Proprio in quel periodo, terminate le indagini sul sottosuolo, la Società presentò al Sindaco e ai tecnici geom. Riccardo Vivona e arch. Ricardo Breschi una prima e ben particolareggiata proposta progettuale (quella molto apprezzata dalla dott.ssa Vanessa Mazzini, funzionario della paesaggistica, che solo di recente, di nostra iniziativa, ne ha potuto prendere visione).

Detta proposta prevedeva la rinuncia da parte della nostra società all’utilizzo della superficie della vecchia fabbrica (850 mq circa), che veniva trasformata in una sorta di teatro a cielo aperto a disposizione dell’intera comunità, mantenendone e valorizzando tutte le caratteristiche architettoniche risalenti al secolo scorso compreso il percorso delle acque necessario al movimento delle filandre (allegato 8).

La soluzione proposta prevedeva i grandi ed indubitabili vantaggi di:

•       realizzare tutta la nuova edificazione al di fuori della zona a rischio idrogeologico

•       rendere di fatto inutile la realizzazione delle opere idrauliche di salvaguardia (un muro di cemento lungo svariate decine di metri interposto tra le abitazioni e il Torrente Agna) con grande beneficio per l’impatto paesaggistico;

•       la realizzazione di un nuovo punto di aggregazione per il paese di Fognano grazie alla piazza e all’adiacente fabbrica mantenuta a cielo aperto, le cui arcate avrebbero creato quelle visuali da e verso il corso d’acqua ritenute di fondamentale importanza dalla stessa conferenza paesaggistica.

Come Lei stesso ben ricorderà, i nostri tecnici avevano predisposto numerose tavole progettuali che furono ampiamente illustrate ed oggetto di discussione da parte dei presenti alla riunione; addirittura venne proiettato un filmato realizzato dai professionisti incaricati da Meridiana Immobiliare con un avanzato software, che permetteva di avere una visione ancora più suggestiva e dettagliata del progetto; ciò avvenne nei locali del Comune alla presenza sua, del geom. Vivona e dell’arch. Breschi.

Tuttavia, come già argomentato nella nostra comunicazione dello scorso 24 Maggio, pur manifestando disponibilità ad un confronto franco e leale finalizzato ad individuare una soluzione condivisa, in concreto la Vs. amministrazione ha tenuto un atteggiamento esattamente opposto, accampando in modo pretestuoso e strumentale la necessità di rivedere gli indici di edificabilità e il dimensionamento dell’area di realizzazione e motivando tale necessità con la scarsa crescita demografica della frazione di Fognano.

Fummo, inoltre, invitati a non depositare alcun progetto, in quanto, a detta sempre dei professionisti dell’ufficio tecnico, era già in corso l’iter per la redazione del nuovo POC ed eventuali nuovi progetti sarebbero comunque stati congelati fino alla sua approvazione.

Pur di trovare un punto di equilibrio tra le nuove esigenze rappresentate dai tecnici del Comune e la sostenibilità economica dell’intervento, la Società ha rivisto più volte il progetto iniziale, rendendosi disponibile ad abbandonare la prima proposta ed accettando, così come richiesto dagli uffici comunali e dall’arch. Breschi, di riutilizzare la vecchia fabbrica per la realizzazione di abitazioni private, con la conseguente necessità di porre in opera il muro di contenimento a salvaguardia del rischio idrogeologico.

In tale contesto, la Società inviò al Comune la comunicazione, da Lei più volte citata, del 10 Ottobre 2017, con la quale, prendendo atto delle nuove richieste avanzate dai tecnici del Comune, si proponeva un’ulteriore soluzione, che non era certamente quella da noi auspicata, ma che poteva comunque offrire la speranza di un minimo di sostenibilità economica per un intervento di recupero urbanistico gravato dalle pesanti criticità ben note all’amministrazione.

Si giunge, quindi, alla adozione del piano operativo che, con nostro totale sconcerto, rivede inaspettatamente e molto pesantemente sia la cartografia dell’area su cui si possono realizzare le

opere, sia la SUL complessiva, rendendo fin da subito evidente l’insostenibilità economica del recupero urbanistico.

L’apice viene raggiunto quando, prendendo a pretesto e distorcendo il senso delle nostre osservazioni al POC, con le controdeduzioni vengono arbitrariamente “tagliati” ulteriori 900 mq di SUL (Superficie Utile Lorda) e nel contempo, con la stessa modalità, vengono “elargiti” a nostri vicini ulteriori 500 mq.

Tornando alla relazione predisposta dal geom. Vivona, stupisce la confusione con cui viene trattato il tema riguardante l’attuale SUL della nostra area, con indicazioni e numeri a dir poco inesatti e caotici; leggendo tale relazione si ricava l’errata conclusione che la differenza tra la SUL del precedente R.U. e quella consentita dall’attuale POC sia di poco più di 600 mq, compensati da circa 1000 mq, che potremo far “atterrare” in altra area.

Leggendo le tante cifre e i tanti concetti riportati nella Vs. nota, quello che alla fine appare evidente è che Vi siete ben guardati dall’indicare proprio la nuova SUL LORDA dell’area (quella precedente era di 6.450 mq), nonostante siate in possesso di tutti gli strumenti per poterla definire con assoluta precisione.

A questo punto, verrebbe da chiedersi con che criterio, durante la redazione del nuovo POC, i Vs. tecnici abbiano valutato la sostenibilità economica di un recupero urbanistico tra i più importanti e complessi del nostro Comune e probabilmente dell’intera provincia.

Al fine di chiarire la questione per coloro che si sono interessati al caso, ma che durante il consiglio comunale l’hanno ascoltata senza poter comprendere granché (non certo per loro colpa!), i numeri della reale e odierna SUL assegnata dal POC alla nostra area sono i seguenti e sono molto semplici: la scheda norma dell’area ATS 5 prevede una SUL per la nuova costruzione di 2.000 mq, alla quale deve essere aggiunta la SUL degli edifici esistenti al catasto corrispondente a circa 2.750 mq.

Betti parla e non dice, dice e nega, nega e afferma

Da questo totale (4.750 mq) devono essere decurtati circa 900 mq (vedi nota precedente) che non possono essere ricostruiti nel nostro terreno in quanto oggetto della DIA citata in precedenza, ma che potranno essere ricollocati in una zona di atterraggio del Comune di Montale, chissà quando, chissà dove e chissà a quale valore.

Pertanto, a conti fatti, la nuova SUL LORDA prevista dal nuovo POC si attesta attorno ai 3.800 mq a fronte dei 6.435 mq previsti dal precedente piano regolatore, con una perdita di circa 2.635 mq.

A nulla serve l’aumento concesso del rapporto di copertura, in quanto con i nuovi indici non si riesce a sfruttare nemmeno quello che avevamo in precedenza.

Lo stesso vale per l’eventuale possibilità di ricavare ulteriore SUL da nuovi orizzontamenti: non vi sono le altezze necessarie e comunque si tratterebbe di numeri esigui in confronto alla perdita subita.

Pertanto, come già ho avuto modo di rappresentarLe con precedenti comunicazioni, ribadisco che le decisioni prese dall’amministrazione comunale e dai suoi tecnici e consulenti rendono insostenibile qualsiasi intervento di recupero del Carbonizzo, così come tutte le opere di bonifica per l’inquinamento dell’area, di cui, peraltro, la nostra società non ha alcuna responsabilità.

Inutile che si continuino ad evocare, peraltro con miseri copia ed incolla, le asserite direttive della conferenza paesaggistica; è oramai ben noto il pensiero del funzionario della Soprintendenza che ha preso parte alla conferenza, con cui è stato approvato il nuovo POC, e che non ha affatto frapposto gli ostacoli evidenziati dall’amministrazione.

Infine, Signor Sindaco, mi permetto di commentare la Sua esternazione personale fatta al temine del lungo monologo, quella con la quale Lei ha definito “un’interpellanza che guarda unicamente all’interesse privato e non a quello collettivo”, quella presentata dal gruppo consiliare “Centro Destra per Montale”. Queste Sue parole (senza entrare in una polemica politica, che non ci riguarda) rappresentano, più di qualsiasi nota tecnica, lo spirito con cui l’amministrazione comunale ha guardato al piano di recupero del Carbonizzo di Fognano.

Anche Betti ha i suoi Dardanelli

La verità è che la Vostra amministrazione ha del tutto trascurato di valutare la fattibilità economica dell’intervento e non ha tenuto minimamente conto dei benefici derivanti alla collettività dal potere fruire di luoghi e valori storici, che incarnano una parte significativa della storia recente di Fognano.

Non solo: le scelte della Vostra amministrazione non consentiranno di procedere alla bonifica dell’area ed in particolare alla rimozione della grande quantità di rifiuti internati negli anni ’80 e ‘ 90 dai precedenti utilizzatori del Carbonizzo senza il benché minimo controllo da parte delle autorità pubbliche comunali.

Distinti saluti
Meridiana Immobiliare srl
Il Presidente del C.d.A.
Mario Paolacci

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