UN PAIO di riferimenti alla criminologa Roberta Bruzzone (vedi qui e qui), mi hanno incuriosito e spinto a rileggere il caso dei bambini di Rignano, presuntivamente abusati da orribili e diaboliche maestre/mostre.
Oggi che le mostre sono state scagionate dai magistrati, possiamo fare qualche considerazione delle posizioni degli innocentisti e dei colpevolisti.
La dott.ssa Bruzzone era già nel 2009 a difendere le “ragioni” delle famiglie dei bambini e quindi, potrà classificarsi, almeno credo, tra i “colpevolisti”.
Nel febbraio 2012 la stessa professionista rilasciava un’intervista assai più prudente, nella quale sembrava mitigare le sue posizioni originarie: complimenti! Chi scrive è sempre stato tra gli innocentisti, per il probabile coinvolgimento emotivo e comparaggio culturale della provincia che aveva sviluppato l’effetto traino sulla vicenda, e funzionato da detonatore della suggestione e il “contagio collettivo” poi definitivamente dimostrato dal processo.
Le lettere dei blogger sono chiare nelle critiche alle prudenti considerazioni d’autorevoli studiosi (vedasi il link sul caso del prof. Modesto Mendicini).
Tutti questi innocentisti oggi diventano giusti per come avevano còlto – con competenza e esperienza – la piena innocenza degli imputati. Io sottoscrivo gli appelli della Bruzzone in difesa dei piccoli e ripudio la pedofilia, considerandola una deviazione gravissima, ma mi chiedo se la stessa criminologa ha fatto un atto di contrizione per scusarsi, almeno con gli imputati, sulla sua ingiusta posizione iniziale.
Chi non conosce della drammaticità di certe inchieste, si legga la requisitoria della Pm Tiziana Siciliano di Milano, per chiedere l’assoluzione di un padre la cui vita e l’intera sua famiglia è stata devastata da una stupida serie di “false intuizioni” promanate dalla mente di sorveglianti/assistenti sociali dell’asilo infantile; oppure, si vada a leggere la storia del processo Stasi, nel quale con un’esemplare ordinanza del Giudice Stefano Vitelli del Tribunale di Vigevano, si ricercava la Giustizia e non un “adempimento formale di un atto” sull’esito del processo all’imputato, proposto per l’ergastolo.
Colpisce vedere come l’articolo sulla Bruzzone richiama specificamente che “… i mostri sono indistinguibili dagli altri e sono le stesse persone innocue, sorridenti, gentili che la mattina prendono il caffè accanto a noi al bar sotto casa”.
Quindi invito a una riflessione critica esortando a fare meno celebrazioni sugli aspetti glamour degli specialisti: la criminologia è una scienza purtroppo aleatoria e spesso ricca di argomentazioni complicate dalle quale devono essere primariamente bandite le supposizioni e intuizioni alla Maigret, tanto gradite alla pubblica opinione appassionata dei film americani che – ahinoi – sono i sostituti delle soap opera degli anni 80.
Noi adotteremo qualche prudenza e intanto smetteremo di andare a “prendere il caffè al bar sotto casa”.