AGLIANA. Abbiamo avuto voci contraddittorie sulla sorte del commissario Rino Fragai, dopo la débâcle del 10 giugno: chi lo dava ritirato al campeggio del Teso a giocare a scacchi con un giovane amico dalla buccia facile; chi in cucina con il fratello Agostino (non a pelare patate) all’Accademia Gastronomica del Circolo di Masiano; chi lo diceva ritirato nel Convento dei Padri Francescani, dedito a servire la Ss. Messa a Padre Alfredo Martini per una normale nèmesì che chiuderebbe la splendida carriera politica, giunta alla superpensione, certamente meritata, che sembrerebbe di circa 2.500 euro. Che altro dire?
Nessuno sapeva meglio spiegare qual era la sua sorte, ma una immagine lo “inchioda”: sta solo aspettando il momento per rientrare. Eccovelo, in fondo al tavolo, con una compagnia di eccellenza, il gruppo dei codardi e il candidato assenteista Vannuccini che presiede il convivio e, come solito, ride.
E infatti che cosa ci fa al tavolo con la squadra del Vannuccini: rievoca i fasti del periodo in cui era commissario aglianese, inviato dal puparo Magnanensi? Coordina i vari Fontana, Noligni, Signori, Manetti per la reentée?
Rino, sa che è solo questione di tempo: l’amministrazione di Benesperi, se anche riuscirà a giungere alla fine della consiliatura, gli restituirà il “tronetto” di commissario e questa volta, non più al personale, magari alla “cultura e istruzione”.
Agliana ha bisogno di essere “rieducata” dopo l’indigestione delle politiche fassiste e nazionaliste destabilizzanti del centrodestra, però ancora traballanti, perché soffocate dalle resistenze dei dirigenti storici delle unità operative del Comune che, a questo giro, non hanno bisogno del sostegno dell’Anpi.
Ma come siamo cattivi!
Alessandro Romiti
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