SE A PARLARE SONO IO
CONTO PIÙ DI TE E DI DIO
DA DIETRO IL SILENZIO
Confusione e preoccupante disorientamento a Pescia; una trentina di infettati fra medici, infermieri e pazienti al San Jacopo
PESCIA. Un inarrestabile arruffìo delle carte.
Sembra che vi si stiano ricoverando pazienti Covid-positivi in Week Surgery (chirurgia settimanale, day hospital e interventi di giornata, cataratte etc.). L’area si trova dinanzi alla chirurgia pesciatina.
Anche a Pistoia la Week è stata il primo settore a diventare reparto Covid subito dopo quello delle degenze protette e prima di trasformare in Covid le varie medicine disponibili.
Sembra che i pazienti che sono positivi o in attesa di risposta, vengano parcheggiati in reparto, ma al Cosma e Damiano dinanzi alla Week c’è la chirurgia e il rischio è di liberalizzare senza limite la diffusione del virus a tutti quelli che vi girano intorno o in mezzo.
Sembra che nel caso che i pazienti si aggravino, quelli in parcheggio vengano rispediti a Pistoia secondo il principio dell’anda-e-rianda, dato che a Pescia la rianimazione non accetta pazienti Covid, e che l’ospedale, quindi, non è messo bene.
Alcuni pazienti con problemi respiratori verrebbero spediti nel reparto di medicina nella stanza destinata alle problematiche polmonari, affidati al corpo infermieristico anche incaricato di provvedere a effettuare i tamponi.
Sembra, però, che alcuni infermieri non siano del tutto in grado di svolgere questa funzione. Non avendo quindi né protezioni adeguate, né preparazione ed esperienza, questi soldati di prima linea rischierebbero di ottenere risultati negativi anche per possibili casi positivi: e questo proprio perché il tampone non è cosa semplice di per sé e in molti casi può risultare falsamente negativo.
Sembra infine che a Pescia vi sia diverso personale infettato (almeno una decina?), ma tutto verrebbe messo a tacere secondo le regole compressive e oppressive della «minaccia di azienda»: taci o ti licenzio, taci o ti punisco, taci o ti spedisco in Sardegna – come un tempo si diceva ai carabinieri.
PISTOIA. Al San Jacopo la situazione non sarebbe per niente migliore, anzi: ma gli infermieri sono trattati con maggior cura e attenzione rispetto a Pescia.
Sembra che in totale i contagiati sarebbero 26-27 fra medici, infermieri e pazienti di vari settori attraverso i quali si è diffuso il virus per il fatto che gran parte del personale infermieristico è stato mandato allo sbaraglio e all’assalto senza protezioni adeguate né altro per evitare il contagio.
Insomma, un po’ come dalle trincee attraverso gli sbarramenti di filo spinato che tutti abbiamo visto in film e documentari che parlano della Grande Guerra.
E questo sarebbe il servizio che sta rendendo ai toscani la perfetta sanità di Rossi, faro di riferimento per tutti, studiata dall’estero e perfino dagli stessi cinesi?
LA GUERRA CONTINUA
CARO PAOLO,
se non di Tarso, sicuramente di metatarso, visto che hai potuto camminare spedito nella tua brillante carriera… Hai letto il Bollettino di Guerra?
Mentre il morbo infuria e sul ponte sventola bandiera bianca, anche se, almeno per ora, il pan non ci manca, ho pensato, unico forse non-giornalista di Pistoia e della Toscana ad essere schietto e diretto, di scriverti una letterina, inviandotela attraverso la signora Daniela Ponticelli, la tua capo-responsabile dei rapporti con la stampa – quella organica e acquiescente e sempre politicamente corretta –, la quale, per chi scrive, vorrà certo fare un grande sforzo per un piccolo strappo alla regola: parlare in maniera civile con un lebbroso come me che non fa sconti a nessuno.
Come sai fin troppo bene, caro Paolo, Pistoia è diventato il caso regionale per eccellenza. La città del ladro più noto al mondo, Vanni Fucci, è diventata una sorta di Bergamo della Toscana: qua la gente s’infetta il triplo perché i pistoiesi sono più bravi in quanto, vivendo in quello che io definisco sempre sarcofago, devono aver respirato un coronavirus rinforzato da millenni di polvere di silenzio, di reticenza, di omertà. Solo che qui, Paolo, non muoiono leghisti e nazifascisti, muoiono più progressisti e gente dei tuoi.
Nessuno sa spiegarsi il perché di questa progressione trinitaria, tre volte tanto che altrove. Sicuramente tu patirai le pene dell’inferno vedendo che il peggio è nel tuo Marchesato del Centro, e sarai lì, facendo lo slalom fra un Covid e un altro, a picchiare la testa nel muro per trovare le tue possibili colpe.
Pèntiti di ciò che hai fatto a Pistoia e ai pistoiesi insieme a Rossi, a quel bravo ingegnere-Fiat di Luigi Marroni e a quella simpatica leguleia della Stefania Saccardi. E rasserenati un po’ (ma non troppo): perché tutti questi guai sono, sì, originati da un tuo peccato originale; ma discendono, poi, dal libero arbitrio di mille altri servi del tuo PoDere, che hai allevato sotto le tue calde ali di «gallinona dalle uova d’oro». E di «ovisodi» ne hai messi in giro, dal tempo delle scampagnate al Ciocco in poi, Paolo!
Se a Pistoia il Covid frutta il 300 % più che altrove – come ormai ha testimoniato anche la Repubblica in un suo articolo – non è che dipenda dalla punizione divina (pur se i Pd sono molto cattolici, è ovvio che Dio non c’è o altrimenti non ci sarebbero loro); ma dal fatto che un vecchietto irritante e scontroso, canoso (si dice nel Valdarno superiore) come me, scocciato fino all’inverosimile dal silenzio degli innocenti dell’informazione come i giornali organici e la tua sala stampa, ha deciso, da solo e come al solito, di fare cronaca e non consulenza psicologica e sostegno al PoDere: raccontando, cioè, la realtà storica dei fatti e non le «tromboviolinate» che tu hai fatto distribuire e suonare e hai veicolato e fatto ribattere da chi il giornale lo fa non dalla scrivania elettronia, ma dalla poltrona di salotto, se non addirittura dal proprio comodo letto con cuscini di seta come negli harem.
Se la famosa «puttana Eva» commise il peccato originale mangiando la famosa Melinda di dio, tu, mio caro Marchese del Centro, hai commesso il peccato originale della sanità in stile Monti-Fornero, prevedendo piani di tagli da una parte e di teglie con appetitose pietanze €uronics per i tuoi fedelissimi ciambellani.
Vostra Altezza, Marchese del Centro, avete saturato la sanità di tessere del Pd; avete coltivato il Granducato di Rossi come un PoDere e – cosa che non va fatta: i contadini lo sapevano bene perché più intelligenti di voi – li avete coltivati a monocultura PeDiculosica, depauperandone il suolo fino al suo insterilimento.
Non avete pensato che le patologie si curano con la laurea e le specializzazioni e non con il cartellino plastificato dei PiDioti!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritto dei diritti umani naturali, universali e indiscutibili
Non di solo PD vive l’uomo, ma anche di medici e servizi sanitari adeguati e in grado di dare risposte e non di far saltare una nazione!
One thought on “covid-19. BOLLETTINO DI GUERRA. LETTERA APERTA A PAOLO MORELLO MARCHESE CON L’INTERCESSIONE DEL SUO BEATO UFFICIO STAMPA & PROPAGANDA”
Comments are closed.