covid-19 e sanità nel caos. IL “PARADISO” DI PESCIA NON SEMBRA AVER FUNZIONATO SE NON ALL’INVERSO: DIFFONDENDO L’INFEZIONE

La sanità del Monarca ha fatto bum. È scoppiata come un palloncino gonfiato con chiacchiere e propaganda di partito. I risultati sono sotto gli occhi di tutti

TESSERA DI PIDDÌ NON PUÒ SALVARE

CI VOGLIONO I DOTTORI PER CURARE


La grandiosa invenzione: dichiara di essere sano e poi sono affari tuoi!

 

VIVA LA NUOVA RESISTENZA
DEGLI UOMINI LIBERI!

 

TORNIAMO momentaneamente su Pescia, il regno di Oreste Giurlani, dove tutto scorre al di fuori del tempo e in una bolla di perfezione assoluta (almeno stando a quanto si scrive sui giornali).

Mi fa un po’ senso tornare al punto di partenza: cioè le autodichiarazioni che il personale in servizio attivo di trincea e prima linea ha dovuto sottoscrivere per l’imposizione di imperio che ha ricevuto dai Kapò superiori. Leggo:

DICHIARA

di non accusare sintomatologia respiratoria (tosse, dispnea) e/o febbre

di impegnarsi a sospendere immediatamente l’attività lavorativa qualora dovesse accusare la predetta sintomatologia respiratoria e/o febbre, ovvero in caso di positività al test per Covid-19, dandone tempestiva comunicazione al proprio Responsabile/Coordinatore e, per suo tramite, alla Direzione Sanitaria ed alla Uoc Medicina Lavoro.

E con quest’angheria irricevibile, sia il signor Rossi che il suo sceriffo di Nottingham (Paolo Morello Marchese) hanno semplicemente estorto affermazioni che non competevano certo al personale a rischio, ma se mai all’Asl e al corpo dei medici – assolutamente estranei a questa impropria iniziativa, a meno che non fossero parte di quella dirigenza che non entra in corsia, ma dirige il Gioco dell’Oca in videoconferenza.

Chi si sporca direttamente le mani maneggiando gli ammalati lo ha fatto – è storia nota – senza mascherine o con mascherine di carta igienica (De Luca presidente della Campania). A loro non vengono fatti tamponi: loro sono costantemente «tamponati», ma in ben altro senso, finché non s’infettano a modo.

Cinzia Orsi, invece, dirigente capo area chirurgia o qualcosa del genere, ci viene segnalata perché avrebbe ammesso pubblicamente (su facebook) che le è stato fatto l’esame degli anticorpi pur essendo asintomatica.

Strano che gli esami non vengano fatti a chi sta nei reparti (loro sanno da sé quando sono ammalati, per autocertificazione?), ma alla Orsi, che sarebbe asintomatica. Che ne dici, Oreste? Le cose stanno davvero così oppure ci denuncerai a Andrea Martella perché siamo dinanzi a una fake news?

Cinzia Orsi [da facebook]
Non era quella, la Orsi, che all’inizio dell’emergenza avrebbe minacciato di mandare in commissione di disciplina gli infermieri che avessero indossato la mascherina? Non dovevano, loro, respirare a pieni polmoni, come se fossero vicini alla vetta del K2?

Ieri sera ci sono arrivate altre notizie dall’interno (la verità ti scappa dappertutto come Speedy Gonzales…).

Ci hanno riferito che il reparto di medicina della dottoressa Panigada continua a imbarcare pazienti negativi in prima battuta, ma positivi in seconda, con le conseguenze che si possono immaginare: fortuna, per l’Asl, che il personale ha firmato l’autocertificazione dichiarando di essere in piena salute!

La conduzione dell’ospedale di Pescia no-Covid fa acqua, caro Oreste; acqua della Pescia e della piscia. Gli infermieri sono stremati dai carichi di lavoro davvero eccessivi: ed è un caos.

Fanno i percorsi per la mensa tanto per far vedere che loro sono ligi alle regole della democrazia aziendale imposta da Rossi o chi per lui, poi hanno spogliatoi angusti dove si creano assembramenti forzati e non possono nemmeno farsi una doccia.

La gestione dell’emergenza nelle mani delle capo-area e nelle «notizie di partito» degli uffici-verità-di-stato, è alquanto inquietante. All’inizio minacciavano il personale che, se avessero visto qualcuno con la mascherina, lo avrebbero portato in commissione di disciplina e denunciato per «procurato allarme». In un secondo momento hanno dato disposizioni di mettere Dpi non idonei con pazienti Covid conclamati, perché non c’erano le mascherine idonee.

L’azienda continuerebbe a minacciare i dipendenti, dicendo di non parlare all’esterno di quello che accade dentro il SS Cosma e Damiano. E Cinzia Orsi avrebbe fatto gli esami (lo avrebbe scritto su fb) senza essere direttamente a rischio: a chi è in trincea e viene a contatto con pazienti positivi, a loro nulla?

La verità è uno Speedy Gonzales, esce fuori da dietro l’angolo

Da un’altra fonte interna (la verità ti scappa dappertutto come Speedy Gonzales…) siamo venuti a conoscenza che ieri, 7 aprile, ci sarebbe stato un nuovo caso di Covid-19 in Cca. Non ci sono più casi nella sala delle patologie polmonari, ma il Covid resta in ospedale.

Un paziente giovane (62 anni dicono), con un primo tampone negativo, è stato ricoverato in medicina Cca. Dopo una settimana si è fatto il secondo tampone e il paziente è risultato positivo: nel frattempo le Oss e le infermiere entrano in contatto con il paziente.

Viene fatto il tampone al personale? No. Perché a Pescia non ci sono positivi: l’ospedale, lo dicono tutti fino alla nausea, è no-Covid! Non sarebbe il caso di smetterla di parlare a vanvera e di effettuare doppi tamponi e test sierologico, a distanza di giorni, prima di ricoverare la gente in reparti no-Covid? E magari tenerli in week-Covid in attesa di esami più certi?

E la voce, a questo punto, è severissima: la dottoressa Panigada non avrebbe mai visto in faccia il paziente e se ne guarderebbe bene!

In Mediana B compare una paziente con esame sierologico (prelievo del sangue ) positivo, ma se ne accorgono solo dopo che è stata ricoverata. Se tutto questo è vero, Oreste Giurlani che affronta l’emergenza come un dio, non pensi che ci possa essere della superficialità e dell’incompetenza e che, nel caos, ci sia chi «gioca al dottore» e non chi svolge la professione medica nella maniera migliore possibile compatibilmente con la cialtroneria della «sanità politica» di Rossi & Marchese?

L’ingresso dell’ospedale di Pescia

A Pescia ci sono 2 Medicine miste, la A e la B. Nella A c’è stato ricoverato un paziente negativo con il primo tampone (ma i medici sospettavano che fosse positivo: tramite rx e tac riescono a vedere la gravità della cosa).

Dopo circa 2 giorni (nel frattempo gli operatori erano stati a contatto con l’ammalato per le cure ecc.), il secondo tampone è risultato positivo e il paziente è stato trasferito di corsa a Pistoia!

Fine informativa dall’interno e domanda finale: è plausibile credere che siano gli ospedali stessi a diffondere il contagio, data la confusione che regna fra direttive schizofreniche di azienda e direttori di unità che non sono in grado di prendere decisioni logiche e coerenti con la gravità del morbo?

La domanda è rivolta all’Asl Toscana Centro, attraverso l’ufficio stampa di Daniela Ponticelli; a Oreste Giurlani, in qualità di responsabile della salute sul territorio; alle dottoresse Sara Melani, direttore sanitario, e Chiara Panigada, primaria di Medicina.

Forse non sarebbe male che la Procura della Repubblica aprisse un fascicolo sul modo di operare all’interno del SS Cosma e Damiano.

Passate, infine, per favore, questo articolo ai Silvestrini di Il Cittadino-Pescia: forse potrebbero aprire gli occhi come i gattini che crescono, e rendersi conto di cosa gli sta girando intorno.

Sul tema della sanità della schizofrenia leggete il bellissimo intervento del dottor Giuseppe Fiore, cliccando su questo link rosso.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Diritto dei diritti universali dell’uomo oggi negati
Dite la verità, padroni delle nostre vite! Tanto la veniamo comunque a sapere. E portate rispetto al popolo che vi mantiene e non può esiliarvi confiscando, come giustamente dovrebbe essere, tutti i beni che avete (magari anche in paradisi fiscali)…


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