agliana legalitaria. MA CHI LASCIA IL COMUNE RICORDA O NO DI PASSARE LE CONSEGNE?

La Segretaria Donatella D’amico se n’è andata senza passare le consegne?

 

AGLIANA. Siamo costretti a richiamarci all’articolo 54 della Costituzione perché ad Agliana, conosciuta anche come Cessnokgrad o città dell’aglio e patria della legalità, coloro ai quali erano state affidate le pubbliche funzioni – ovvero gli assessori della consiliatura del puparo Magnanensi, Valentina Noligni, Luisa Tonioni, Italo Fontana, Rino Fragai e Massimo Vannuccini – non le avrebbero affatto esercitate con la necessaria diligenza e curae. Infatti, lasciarono il Comune di Agliana nel febbraio del 2019 senza passare le consegne ai successivi “assessori macedonia” (quelli rosso-verdi). Il resto lo sapete.

Il Comune, dal giorno 11 giugno, con l’arrivo della giunta di Luca Benesperi, schiacciato dagli scheletri lasciati dai demokrats e conservati gelosamente negli armadi, ancora richiede una ripulitura e sanificazione (dal CoviPd-19) di certi uffici. Vediamo meglio.

Ci ha sorpreso la notizia che una funzionaria di primo livello – esattamente la segretaria Donatella D’amico – si è comportata non diversamente dalla giunta dei codardi: all’indomani della sua partenza per il feudo di don Ferdinando Betti a Montale, sembra che non si sia ricordata del passaggio delle consegne alla responsabile della segreteria e affari generali, Elena Santoro che, fra l’altro, è sul punto di traslocare da Agliana. Lo stesso già aveva fatto l’ex-comandante dei vigili, il dottor Andrea Alessandro Nesti.

La dottoressa Elena Santoro se ne andrà. Ma prima, almeno lei, passerà le consegne?

Sembra che sia la Santoro la funzionaria  che, ancor oggi, custodisce i fascicoli ben stivati nel suo armadio dell’ufficio del vecchio palazzo comunale: al sicuro come le ostie di don Tofani dentro il tabernacolo.

Se le cose stanno così, che aspetta la dottoressa Aveta a ficcare il naso in tutti i carteggi di cui sembra che si siano perse le tracce?

Ma pare che la dottoressa D’Amico abbia fatto di più e meglio: non solo ha dimenticatoil passaggio di consegne, confermando una tradizione di color rosso, ma avrebbe anche “svuotato” tutto l’archivio digitale presente nel server del Comune e nel suo computer d’ufficio, cancellando l’archivio digitalizzato di atti relativi alla funzione della segreteria generale. Un danno decisivo all’attività della nuova segretaria Paola Aveta, chiaramenteazzerata” per la cancellazione dell’archivio.

Per rimettere Agliana sui binari, la dottoressa Aveta dovrà dirigere le squadre dei Vigili del Fuoco?

La Santoro, prima di andarsene, potrà dare un valido contributo alla soluzione di tale grave comportamento? Noi crediamo che dovrebbe farlo e siamo convinti che l’archivio del suo ufficio contenga almeno delle copie degli atti “fatti volatilizzare” dalla D’Amico.

La domanda del secolo

Farebbe dunque bene a rimetterli in disponibilità per la neo segretaria Aveta che così potrà procedere a tutte le valutazioni che le competono e le incombono come dovere – compreso quello di segnalare gli eventi alla procura della repubblica di Pistoia.

Se le omissioni della dotoressa D’Amico venissero confermate, occorrerebbe valutare anche i possibili danni alla gestione ordinaria dell’mministrazione comunale.

Alessandro Romiti
[
alessandroromiti@linealibera.it]


Democrazia a cottimo. Tutti se ne vanno
e chi s’è visto s’è visto?

 

Non diamo assolutamente per certo che la dottoressa D’Amico se ne sia andata cancellando un nutrito numero di documenti riguardanti l’amministrazione comunale di Agliana.

Il dottor Tommaso Coletta, procuratore capo di Pistoia

Ma se ciò risultasse confermato – e nel comune democraticissimo della Piana se ne sono viste ben più di una di sorprese a tutto campo –, occorrerebbe mettere tutto in mano al dottor Tommaso Coletta e con un bel ventaglio di ipotesi di reato.

Bel compito davvero per la dottoressa Aveta e per la giunta di Benesperi!

«Intenderò fare indagini a tutto campo – ha dichiarato il dottor Coletta –. Dovrà essere una giustizia non del caso celebre, ma che risolve i problemi della gente qualunque. Una giustizia che tratta con pari dignità quelli che potrebbero sembrare casi piccoli, ma dai quali si possono strutturare grandi tragedie, e la giustizia che richiede un controllo di legalità forte su altri livelli di malaffare. Ma dovranno essere trattati alla stesso modo» (da ReportPistoia).

e.b.


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