SERRAVALLE. È arrivato da poco alla Camera la proposta di legge Zan-Scalfarotto, che intende introdurre nell’ordinamento giuridico italiano il reato di omotranfobia, prevedendo per chi se ne macchia fino a 6 anni di carcere e altre pene severe come l’obbligo di dimora a orari precisi per un anno (in pratica il coprifuoco); sospensione di patente, passaporto e carta d’identità valida per l’espatrio per un anno; divieto di detenzione di armi; divieto di partecipazione, in qualsiasi forma, a propaganda elettorale per le elezioni politiche o amministrative per non meno di tre anni.
A parte il fatto che la priorità, in questo momento particolarmente grave per il nostro Paese, dovrebbe essere attribuita alla situazione economica disastrosa, l’Italia è veramente un Paese omofobo? Non ci risulta, considerati i dati dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, secondo i quali l’anno scorso le aggressioni fisiche legate all’orientamento sessuale e di genere in Italia sono calati a 29 da 43 del 2018.
Oltretutto ad oggi non esiste né in ambito giurisprudenziale né in ambito medico o sociologico una definizione condivisa del termine “omotransfobia”, per cui il rischio è quello di introdurre un reato di opinione, arrivando a sanzionare affermazioni e atteggiamenti che non hanno nulla di discriminatorio perché semplicemente espressioni delle proprie idee.
L’ordinamento italiano peraltro prevede già adeguati istituti giuridici per sanzionare tutti i reati contro la persona, condannando ogni aggressione alla sua integrità fisica e morale: in esso è presente un ampio sistema di tutela penale e risarcitoria, anche con aggravanti, per i delitti di ingiuria, diffamazione, minaccia, violenza privata, e per atti persecutori, maltrattamenti, lesioni personali, fino all’omicidio.
Si tratta quindi di una proposta di legge inutile e ingannevole: con il pretesto del contrasto alla omotransfobia si intenderebbe impedire, mediante la creazione di un clima intimidatorio, perfino la libertà di affermare l’ovvio – per esempio che l’umanità è divisa in maschi e femmine e che i bambini hanno diritto a un padre e a una madre- in quanto si arriverebbe a sanzionare contro gli artt. 17, 18 e 21 della Costituzione non tanto la discriminazione, bensì l’espressione di una legittima opinione.
Per questo, dichiarandoci contrari alla proposta di legge liberticida, abbiamo depositato ieri l’altro in Comune una mozione per impegnare la giunta a palesare presso il Parlamento la propria più ferma opposizione. Condanniamo ogni tipo di violenza ispirata all’orientamento sessuale o di genere, ma al tempo stesso difendiamo la libertà di opinione e di espressione del pensiero. Riteniamo che per punire coloro che si macchiano di reati contro omosessuali e transessuali sia più che sufficiente l’applicazione delle vigenti leggi dello Stato
Matteo Giovannoni, Capogruppo Fratelli d’Italia-Serravalle Pistoiese
Stefano Agostini, Consigliere Comunale Fratelli d’Italia-Serravalle Pistoiese
Patrizia La Pietra, Consigliere Comunale Fratelli d’Italia-Serravalle Pistoiese
Elena Bardelli, Portavoce Comunale Fratelli d’Italia-Serravalle Pistoiese