quarrata, gioie & dolori. LECCETO/ABUSI EDILIZI. FARE UN ESPOSTO È COME SCRIVERE UNA LETTERA D’AMORE AL FAMOSO “CIUCO DI PIPONE” CHE RISPONDE CON UNA RAGLIATA PERCHÉ NON SA NÉ LEGGERE NÉ SCRIVERE. 15

Volevi un condono? Bastava che tu dichiarassi: anche il falso. Nessuno dell’Utc quarratino si sarebbe mai mosso a verificare le tue dichiarazioni farlocche. Facevi opposizione a un condono illegalmente richiesto? “Cavoli tua”! Nel frattempo, e nonostante tutto, qualche brillante geometrO firmava comunque la concessione con la formuletta-sega «fatti salvi i diritti dei terzi». Roba da pubblica amministrazione peggiore di quella del Botswana (senza offesa per i neri)…

 

Anche un semplice cetriolo di mare (un essere più o meno decerebrato, che ha solo una bocca da una parte e un culo dall’altra) sarebbe stato in grado di comprendere cosa c’era scritto nel documento, e a che cosa mirava con precisione. Non così, però, l’ufficio condoni del Comune di Quarrata che, attraverso il geometrO Franco Fabbri fece sapere (via telefono) che il condono sarebbe stato concesso con la formula-sega «fatti salvi i diritti dei terzi»

HA’ VOGLIA A SCRIVER TU, CARO FANFÙLLA:

TANTO IN COMÙN’ ’UN SI HONTRÒLLA NULLA!


Esposto abusi edilizi e condoni a Lecceto. Pianta allegata [le foto della corte a comune sono state inserite per coprire spazi bianchi]

CHE LA NOSTRA pubblica amministrazione sia a un livello inferiore rispetto a quella del Botswana (senza offesa per i neri), è una realtà di una evidenza disarmante. La maggior parte dei politici e degli amministratori, dei geometri (plurale di geometrO) e dei dottori che vi circolano, sanno a stento scrivere; di solito non sanno leggere (e non ne hanno neppure voglia) e mai, o quasi mai, rispondono a tono: ma tutti riscuotono con regolarissima cadenza e piacere.

Ho promesso, ieri (in quarrata, gioie & dolori. lecceto: il comune che non vigila una minchia, la gente che fa come cazzo vuole e gli avvocati intelligenti di città che insegnano ai clienti come abusare dei tempi e dei luoghi in aree a tutela ambientale. 14), di pubblicare l’istanza con cui mi ero opposto alla concessione del condono Alberi-Bertinelli/Alberti-Dainelli-Meoni-Ferri. E qui mantengo la parola data.

Anche un semplice cetriolo di mare (un essere più o meno decerebrato, che ha solo una bocca da una parte e un culo dall’altra) sarebbe stato in grado di comprendere cosa c’era scritto nel documento, e a che cosa mirava con precisione.

Non così, però, l’ufficio condoni del Comune di Quarrata che, attraverso il geometrO Franco Fabbri fece sapere (via telefono) che il condono sarebbe stato concesso comunque, ma con la salvifica formula-sega «fatti salvi i diritti dei terzi».

Lecceto: abusi e condoni. Doc 3.1

Ma cazzo del cane!, come diceva la signora Novak, mia estrosa allieva ungherese all’Università per Stranieri di Perugia: nessuno dei geometri (plurale di geometrO) dell’Utc e nessuno dei membri della commissione-condoni riusciva a capire che il documento, di per sé, era, senza ombra di dubbio, efficace e bastevole per affermare il principio che i diritti dei terzi erano lesi già a partire dalla semplice richiesta di condono?

No. Né Fabbri (né maniscalchi né gommisti né zappatori) erano in grado di capire che, concedendo il condono, stavano facendo un’emerita cazzo-stronzata. Morale della favola, infatti, questo comportamento da minus habentes costrinse la signora Bruna Lapini, mia madre, proprietaria in Lecceto, a ricorrere al tribunale di Pistoia, che – almeno in questo caso – seppe cosa stava facendo e dispose l’abbattimento della stanza

CESTINATO! L’esposto fu consegnato a mano in Comune il 18 marzo 1997

caldaia/lavanderia, di cui si parla, e il ripristino dell’area a comune allo stato di prima dell’effettuazione dei lavori degenerativi.

Ma la rottura di palle di mia madre? La sua angoscia di vecchia ultraottantenne – totalmente disabile e che non ha mai potuto rimettere piede nella sua casa natale – dinanzi alla stupidità dell’Utc e del comportamento del geometrO Fabbri, chi la ristora ora? Accidenti alla pubblica amministrazione asfittica e stitica da sub-Botswana, e all’assurda inintelligenza dovuta al fatto che, come avrebbe detto il segretario generale Giuseppe Guggino, quando si entra in Comune, occorre lasciare il cervello fuori!

Lecceto: abusi e condoni. Doc 3.2

Non solo. Fatto ancor più grave, nell’esposto erano evidenziate – lo vedrete – false dichiarazioni dimostrabili in via documentale, rilasciate da coloro che richiedevano il condono. Ma in generale in tutta la provincia di Pistoia i falsi non contano, neppure negli atti notarili, neppure se sotto giuramento e anche direttamente in aula; e non vengono presi in considerazione né dall’Utc di Quarrata (che dovrebbe vergognarsi dei propri comportamenti) né dagli stessi giudici, sia civili che penali. E, da qui a Natale, vi farò vedere la verità dimostrata di questo postulato in almeno due o tre casi di elementare, inconfutabile nitidezza.

Senza parole

Questo è il Comune di Quarrata; questa è la nostra immobile provincia (immobile in quanto defunta); questi i nostri pubblici dirigenti/funzionari/posizioni organizzative (= posizioni distese sulla sdraio con un mojito in mano e un occhio a Internet) e perfino alcuni magistrati.

Mi fermo qui. Ora leggete e toccatevi per scaramanzia. Ne avete proprio bisogno!

 

ALL’ILL.MO SIG. SINDACO
DEL COMUNE DI QUARRATA

ATTO DI DIFFIDA E DI MESSA IN MORA

Lecceto: abusi e condoni. Doc 3.3

Il sottoscritto, Dott. Bianchini Edoardo, nato a Tizzana (oggi Quarrata) il 4.6.1947, domiciliato in […], nella sua qualità di procuratore generale della signora Lapini Bruna, mandante, come da procura del Notaio Dr Alfredo D’Errico [Rep. n. 77574, raccolta n. 5165 – registrata a Firenze al n. 5031 il 6.7.1989],

PREMESSO:

  • – che la predetta Lapini Bruna, nata a Tizzana il 24.9.1922 e residente a Quarrata in via di Lucciano 45, è proprietaria di beni immobili in località Montorio, Via di Lecceto […];
  • – che tali beni sono a confine e/o appoggio con beni per i quali i signori Alberi Bruno e Lapini Nella hanno avanzato domanda di condono edilizio ai sensi delle leggi 47/1985 e 724/1994, rispettivamente con pratica 5403 del 16.02.1995 e 7149 del 28.02.1995;
  • – che le sanatorie, ove concesse, recherebbero pregiudizio, limitazione e danno ai diritti del terzo, che con il presente atto si costituisce formalmente ai fini di giustizia e di legge;
  • – che il terzo, come sopra costituito, ha interesse e diritto, in via preliminare e primaria, a tutela da parte di codesto medesimo ente, attesoché ogni eventuale sanatoria viene comunque concessa fatti salvi i diritti dei terzi (con il che si significa che, ove tali diritti vengano d’ufficio accertati, ogni atto emanato in contravvenzione di tanto è, quantomeno, viziato in radice da eccesso di potere con negligenza e colpa da parte dell’autorità che, pur essendone conscia, lo adotti);

tutto ciò premesso

e facendo integrale riferimento, per quanto occorrer possa, alla precedente corrispondenza ed in particolare alle lettere 13.09.95 (con risposta 09.10.95 n. 31372), 18.10.95, 02.11.95, salvo se altre; nonché ai conseguenti interventi della polizia municipale e agli atti tutti adottati da codesta amministrazione (nomina di un responsabile del procedimento e parere legale richiesto da codesta amministrazione all’Avv. Giovannelli, salvo se altro/i);

l’esponente riepiloga in breve quanto segue:

Lecceto: abusi e condoni. Doc. 1

NELLA RICHIESTA DI CONDONO ALBERI N. 5403 DEL 16.02.1995 FASC. 126

  • – la dichiarata adiacenza della cosiddetta “lavanderia” non corrisponde a verità, in quanto detta stanza adiace alia proprietà della signora Lapini Bruna (Doc. 1) ed è realizzata non su terreno di proprietà e/o di pertinenza dell’istante, bensì su area a comune, come risulta dalla stessa dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà sottoscritta da Alberi Bruno presso il Comune di Firenze, acquisita da codesto comune in data 08.02.1997 prot. N. 4573 fase. 126 (Doc. 2);
  • Non bastava, questo telegramma, a dimostrare che certe dichiarazioni di Bruno Alberi erano false? Per l’ufficio condoni no. Evidentemente il ciuco di Pipone non vede neppure l’evidenza…

    – il cambio di imposta della copertura della abitazione con conseguente aumento di volume fu realizzato senza la preventiva acquisizione di consenso di appoggio da parte della proprietaria Lapini Bruna e, diversamente da quanto dichiarava Alberi, tali lavori furono realizzati non nel 1975, bensì pure nel 1993, come risulta da telegramma di diffida dell’esponente, acquisito in copia dalla polizia municipale; non solo, ma tale aumento di volume incise pregiudizievolmente (come già evidenziato in precedenza) sullo spostamento e innalzamento di una piccola finestra di proprietà della signora Lapini Bruna, modificando l’assetto e il prospetto della sua proprietà, ancora senza preventiva acquisizione di assenso;

NELLA RICHIESTA CONDONO LAPINI NELLA N. 7149 DEL 28.02.95 FASC. 354

  • – la richiesta di sanatoria per il bagno-WC (evidenziato graficamente nella mappa allegata con il n. 2 – Doc. 3) tace – particolare non trascurabile – che tale opera, realizzata in aereo, con appoggio su una colonna, insiste per proiezione su “area a comune” e lede, pertanto, diritti del terzo; sarebbe inoltre importante e rilevante controllare la data di dichiarata effettuazione dell’opera con un confronto con le aerofotogrammetrie in possesso del Comune;
  • – la richiesta di sanatoria non fa menzione di un piccolo fabbricato rurale (capanna) su particella catastale 435, evidenziato graficamente nella mappa allegata (Doc. 3) col n. 3.

Pertanto, il Dott. Edoardo Bianchini, ai fini di legge,

FORMALMENTE DIFFIDA E METTE IN MORA

  • – il sindaco di Quarrata pro-tempore, Stefano Marini;
  • – l’assessore all’urbanistica del Comune di Quarrata pro-tempore, Marcello Bracali;
  • – il funzionario nominato responsabile del relativo procedimento amministrativo;
  • – l’U.O. responsabile delle sanatorie edilizie;
  • – il e/o i legali di parte del Comune di Quarrata;
  • – la polizia municipale del Comune di Quarrata;

ciascuno per le proprie competenze e responsabilità, dal far sì che, in dipendenza di atti separatamente assunti, si addivenga alla concessione delle sanatorie richieste, costringendo, per effetto del suddetto comportamento, la signora Lapini Bruna a dover affrontare noiosi e pregiudizievoli contenziosi nelle sedi di legge a tutela di diritti fin d’ora evidenziati ed evidenti per le stesse esplicite dichiarazioni e/o strumentali silenzi da parte dei signori Alberi Bruno e Lapini Nella;

Lecceto: abusi e condoni. Doc. 1

DIFFIDA INOLTRE E METTE IN MORA

  • – l’U.T.C. Urbanistica del Comune di Quarrata;
  • – la Commissione edilizia del Comune di Quarrata;

dal voler concedere, ciascuno secondo le proprie competenze e responsabilità, agli attuali c.d. proprietari della c.d. ex proprietà Lapini Nella, nelle persone di Mara Alberti, Gionni Dainelli, Sergio Meoni (salvo se loro e/o se altri) l’autorizzazione a realizzare opere di collegamento interno fra tale U.I. e l’U.I. definita come ex proprietà di Alberi Bruno e Bertinelli Silvana;

INVITA FORMALMENTE LA POLIZIA MUNICIPALE

a voler vigilare, con la massima diligenza e cura, acciocché i predetti Alberti-Dainelli-Meoni non diano in alcun modo corso ai lavori richiesti in assenza della prevista autorizzazione.

L’esponente infine.

PREAVVISA SIN D’ORA

Una sequela di dichiarazioni false, reticenti, volutamente imprecise: e, per premio, due bei condoni «fatti salvi i diritti dei terzi». Complimenti al legalissimo Comune di Quarrata!

a ogni effetto di legge che, in difetto di quanto richiesto, sarà suo malgrado costretto a chiamare le persone sopra indicate alle proprie responsabilità, nelle sedi di legge, per i danni tutti che dovessero comunque discendere da loro comportamenti; ciò a tutela degli interessi e diritti di Lapini Bruna.

Allega alla presente:

  • – Copia planimetria catastale ex proprietà Alberi;
  • – Copia dichiarazione sostitutiva atto di notorietà di Alberi Bruno;
  • – Copia mappa dei luoghi in colore.

Pistoia, 16/03/97.

Edoardo Bianchini

Il rosso indica le varie false dichiarazioni. Ma il “ciuco di Pipone” rispose con un raglio…

Scarica l’esposto sfanculato da qui

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
L’art. 21 della Costituzione ci sarà anche quando sarà salito al potere
il nazismo rosso da Italia chiusa in nome di Soros e dell’Oms

Francesca Marini, avvocato, assessore alla Legalità

 

A che servono le leggi in uno stato che sputtana, con l’Inps, quattro straccioni di profittatori, ma non fa parola delle ruberie del non-presidente Giorgio Napolitano, dei suoi attentati alla Costituzione, dei suoi governi illegittimi e illeciti da Monti in giù?
Se le leggi non servono, è inutile chiederne un onesto rispetto.
E il popolo ha il pieno diritto – come sostenevano gli illuministi – di abbattere i tiranni.


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