quarrata, gioie & dolori. LECCETO/STRAGE DEL TERRITORIO. STAI LONTANO UN MESE E, QUANDO ARRIVI, TROVI UNA CASA DI LEGNO AL POSTO DI QUATTRO PALI SBIECHI E A MENO DI TRE METRI DA CASA TUA. MA PER IL COMANDANTE OLIVIERO BILLI È TUTTO IN PIENA REGOLA, MINCHIA! 16.3 d

Siamo all’inizio del 1997. E un bel giorno di primavera – quindi dopo lo stacco invernale – i proprietari dei civici 10-12-14 arrivano a Lecceto per lavorare la terra e, al posto di un rudere di capanna sfasciata, sbieca, con le pareti di canna e di sonàli, che ti trovano? Una bella casettina nuova fiammante, color marrone-merda, con tanto di finestrelle, nata come una vescia primaverile: in altre parole una vera e propria casetta/costruzione di quelle che, per essere realizzate, hanno assoluta necessità di ottenere una licenza edilizia, anche se vengono sù sullo scheletro di una capanna da presepe del 1948!

 

A Milano cantano O mia bela Madunina che te brillet de lontan… mentre a Lecceto si dice: O mia bella capanìna, che m’ha rott il par de bal… Guardàtela bene questa preziosa costruzione protetta dalle Belle Arti, che per Oliviero Billi ha meritato di essere ricostruita, come Notre Dame, senza permesso e senza condono!

RICOSTRUISCI PUR, ’UN SE NE BUSCA

SE PRIMA C’ERA UNA HAPANN’ETRUSCA!


 

Vi sembra che questo sia il riadattamento della capanna che vedete nella foto di apertura? O non è il caso di dire che il Comune di Quarrata prende per il culo i suoi cittadini normali e favorisce quelli che fanno come cazzo vogliono? Sto parlando male? Dico parolacce? Datevi una calmata. Preferite forse che la gente cominci a imbracciare un fucile? Il male è nello stato e nelle sue articolazioni, non nella maggioranza dei cittadini che si comportano come si deve

 

RIDENDO e scherzando, siamo arrivati a un altro coniglio bianco che salta fuori dal cilindro del Quartetto Cetra di Lecceto; i cordiali confinanti dei proprietari dei civici 10-12-14: Mara Alberti, Gionni Dainelli, Sergio Luciano Giuseppe Meoni, Margherita Ferri – tutti alloggiati al civico 18 di via Vicinale di Lecceto.

Faccio una semplice domanda ai lettori: ve la sentireste di reggere una sequela di rotture di coglioni interminabile, a partire – come ho fatto vedere ieri – dal 1995 ad oggi? Ve la sentireste di stare 25 anni a farvi liofilizzare le palle da gente che (lo dicono i luoghi, non io) di tutta la collina hanno fatto la classica pelle di becco?

Ve la sentireste per un quarto di secolo, non solo di sopportare questa sorta di “vivaci iguane” del Montalbano, ma di non perdere mai la calma e la fiducia nelle sacre istituzioni (?) anche se il Comune ti va in culo, i vigili urbani ti vanno in culo, i Vigili del Fuoco ti vanno in culo, la Forestale ti va in culo e, infine, perfino i magistrati (sia civili che penali) ti vanno in culo, mentre le “iguane” prendono il sole e continuano a fare come cazzo vogliono, perché gli stronzi sono quelli che pretendono troppo dato che esigono che vengano rispettate tutte le norme e le regole anche in nome del buon vicinato (una pippa)?

Se ve la sentite, allora posso mettere una buona parola coi proprietari dei civici 10-12-14 (i tormentati, i perseguitati, gli sfanculati da tutto e da tutti senza tregua e senza pietà) perché vi vendano le loro proprietà invase dalle “iguane”: ma vi ci vuole lo stomaco di uno struzzo o la volontà di un Cristo nell’orto degli olivi, per non cedere alla tentazione di minare tutto e di fare un bel fuochino d’artificio con relativo falò.

Notre Dame è risorta ed è «più grande e più bella che pria» (E. Petrolini)

Siamo all’inizio del 1997. E un bel giorno di primavera – quindi dopo lo stacco invernale – i proprietari dei civici 10-12-14 arrivano a Lecceto per lavorare la terra e, al posto di un rudere di capanna sfasciata, sbieca, con le pareti di canna e di sonàli, che ti trovano?

Una bella casettina nuova fiammante, color marrone-merda, con tanto di finestrelle, nata come una vescia primaverile: in altre parole una vera e propria casetta/costruzione di quelle che, per essere realizzate, hanno assoluta necessità di ottenere una licenza edilizia, anche se vengono sù sullo scheletro di una capanna da presepe del 1948!

La capanna non è mai stata oggetto di condono e non è stata tirata sù con la dovuta licenza – certifica sua eccellenza il geometrO Oliviero Billi, capo dei vigili –: ma va bene così e… non rompeteci i coglioni! E il Billi, oggi consigliere della Lega ad Agliana, avrebbe anche voluto fare l’assessore alla polizia municipale nella giunta Benesperi! S’andava proprio bene, guarda!

Chiedo scusa. Ho semplificato e molto. Devo dire che la questione è un po’ più complessa: ma ve la racconterò – lo prometto – pubblicando anche tutti i relativi documenti a tempo e luogo. Vedrete che in Italia, in Toscana, a Quarrata e, in special modo in aree a tutela ambientale, per non avere problemi, prima si deve costruire e poi si ci pente e si trova chi ci sana le piaghe come faceva il cane di San Rocco, patrono della chiesa di Buriano.

Secondo il mio modestissimo punto di vista (opinione: e perciò insindacabile) per vivere felici occorre essere dei Cesare Battisti e dei Lula e non dei san Francesco: perché conta più una cosa fatta (anche e soprattutto male) che cento altre da non fare perché fuori regola.

Senza parole (ma perché… ti casca il pan di mano!)

So di persone, in via di Galigana, a cui il geometrO Franco Fabbri, per dar loro il permesso di restaurare una capanna con le mura incannucciate come quella di Lecceto, ha imposto di farlo in due o tre mandate, e guai a superare la superficie coperta originaria.

A questo punto cosa pensate? Mentre l’inverno finiva e i proprietari a confine erano lontani e chiusi in casa, il Quartetto Cetra cantava la “canzone delle iguane” e… pafff! La casetta di Heidi, marrone-merda, fece il suo ingresso sulla scena e nel verde di lecceto, ad abbellire l’area agricola a protezione ambientale del Montalbano.

E in séguito la baita Loacker fu anche arricchita da una bella telecamera (foto): non fosse mai che arrivasse Ezechiele Lupo a mangiarsi la nonnina di Cappuccetto rosso in una notte buia e tempestosa come quelle di Snoopy…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Art. 21. Nei Comuni italiani, compreso quello di Quarrata, troppi geometri
(plurale di geometrO) sono come il fumo: fanno parecchio male alla salute…


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