Il saggio Brunini arriva con una lettera come un sasso nello stagno: non dice nulla, ma è una bella excusatio manifesta, con il più eloquente metalinguaggio. Chi scrive dice di “sapere” ma di non poter parlare per evidenti prudenze, ragioni di opportunità e salvaguardia dei costumi. Volete cambiare l’Italia con questi personaggi?
FIRENZE — LUCCA. Con una mail molto impegnativa il saggio delle Misericordie Gabriele Brunini risponde – finalmente – alle sollecitazioni che il nostro quotidiano on line ha pubblicato attorno al pianeta delle Misericordie. Brunini non ci concederà una intervista: potrebbe essere pericolosa (ma non ci spiega per chi e cosa).
Dunque, dovremmo accontentarci di questa pagina di supercàzzole che, se avessero il pregio di fare qualcosa, la fanno solo nella direzione opposta, cioè di aumentare la nebbia e la reticenza che governa intere questioni sul tavolo delle 700 misericordie d’Italia.
Brunini e gli altri saggi, hanno ricevuto i nostri articoli e ci danno lustro dicendoci che molte delle cose sono vere, altre meno, ma insomma non è una questione di precisione assoluta: c’è da far pulizia.
Andate a parlare con il Trucchi, noi saggi – osserva, insieme all’altra saggia la Schillaci Annalisa — presto avremo “passaggi istituzionali che ci auguriamo chiariscano la situazione” (ma del Sanchini che ci ha espulsi, malamente — chiediamo a Brunini — sapevi niente?).
I saggi presto si riuniranno (il prossimo 18 settembre) e ci hanno comunque fatto capire che, dopo tale data, prenderanno qualche provvedimento (ma non lo Zilieri, che alla sua veneranda età suggerisce prudenza: un saggio novantenne, molto prudente e pertinente per non far muovere foglia!).
Questa che segue è la missiva elettronica, del Brunini che è una toppa peggiore del buco: il past president si impone la contenzione argomentativa perché potrebbe “essere pericoloso” (parlare) e dunque, per non essere rimproverato di essere reticente e dunque incorretto e opaco, si mette a divagare sulla Misericordia di Borgo a Mozzano e Betlemme (la sua, è un modello esemplare: ma che c’azzecca con le vicende di Benevento, Rifredi, Piana Albanesi e Patti, e altre….) Gabriele, per cortesia!
Insomma, il Brunini, non ha ancora capito che l’approccio “politically correct” con noi non va bene (!): per la prossima volta servono delle dichiarazioni categoriche, preferibilmente tassonomiche, univocamente sostenute sul piano logico argomentativo e magari documentate.
Altrimenti, facciamo le nostre considerazioni tecniche: per prima è da rilevare l’approccio pilatesco dell’incipt della lettera, dove Brunini, confessa di non seguire la nostra testata, perché aveva deciso di “rifuggire da polemiche che lasciano spesso l’amaro in bocca”. Stai a vedere che il problema, sono i giornali che denunciano le malefatte e non chi le causa. A noi l’espressione bruniniana, ci ricorda proprio la biografia di quel tizio che era proprio nato a Betlemme circa 2000 anni fa e molto caro ai misericordiosi. Lo ricordate?
Rimandiamo Brunini alla lettura di un nostro articolo del 2013 con la Milena Gabbannelli una che (come nella storiella dei froci) piace tanto e a tutti, quando le inchieste sono degli altri, ma non fatte in casa nostra.
In che cosa consiste la “delicata situazione confederale”?
I saggi insieme ai probiviri e revisori, non hanno competenze e quindi – ci dice il Brunini ma anche la Schillaci era così “interdetta e sospesa” – devono solo assistere ai misfatti o agli episodi di malagestione in maniera distaccata, asettica e neutrale! Ma che discorso è?
Si dimettessero sdegnati, in tale eventualità e andassero sugli schermi dei quotidiani strutturati, non delle testate con le toppe al culo come la nostra, facendo nomi e cognomi!
Sono anni che ci sentiamo dire da volontari e governatori che quando protestano si sentono dire: se avete delle proteste per degli illeciti, esponetele in una denuncia alla Magistratura penale. Ma questa, per noi, si chiama intimidazione!
Il past president e gli altri preferiscono un silenzio omertoso che assicuri ai responsabili di malefatte gestionali di non essere disturbati nelle manovre, dal clamore della denuncia e del conseguente scandalo liberatorio?
Che avrebbe detto Papa Francesco su questo atteggiamento così sfacciatamente ipocrita, visto che Gabriele lo incontra così gaudentemente?
Ecco il testo della missiva elettronica.
Gentile sig. Romiti,
come avevo preannunciato sono a rispondere alla sua richiesta di incontro e/o colloquio. In questi ultimi giorni mi sembra che Lei, con il suo giornale online, abbia alzato il tiro delle polemiche con il mondo delle Misericordie ed ha iniziato ad indirizzarmi richieste di notizie e interviste, sia come ex presidente confederale che come componente del Consiglio dei Saggi, a cui voglio rispondere per scritto, evitando telefonate e colloqui i cui contenuti possono essere equivocati.
Le confesso che, da tempo, non seguivo le notizie della sua testata, perché, per quanto possibile, ho deciso di rifuggire da polemiche che lasciano spesso l’amaro in bocca.
Dedico abbastanza tempo alla Misericordia di Borgo a Mozzano, le cui attività, assai significative, sono verificabili sia sul nostro sito www.misericordiaborgo.org che sulla nostra pagina Facebook (Misericordia Borgo a Mozzano).
Una realtà associativa di oltre quattromila soci, che cerco di “governare” con trasparenza e consenso delle popolazioni servite.
La delicata situazione confederale mi consiglia, come ex presidente, di non entrare nelle dinamiche della gestione e dei bilanci, per evitare di sembrare uno di quegli anziani che sono soliti dire: “ai miei tempi…”.
Anche l’appartenenza al Consiglio dei Saggi, a cui lo Statuto non attribuisce poteri di controllo sulla gestione, mi rafforza in questa convinzione, in questo particolare momento.
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Ho fatto una eccezione con la ricostruzione di come nacque il “sogno” di una Misericordia a Betlemme, nella terra di Gesù, che ho voluto fare nel decennale dell’avvio di quel progetto, di cui fui artefice, insieme ai collaboratori del tempo, proprio da presidente confederale.
E la cosa ha subito innescato polemiche che avranno sicuramente eco nelle prossime assemblee. Per questo, come Le dissi l’ultima volta che ci siamo sentiti, forse due anni fa, quando Lei mi contattò per una preoccupante cartella esattoriale che era arrivata in Confederazione e di cui non avevo contezza, preferisco rimanere fuori dalle tensioni attuali, che io non ho determinato e di cui non ho piena conoscenza.
Oltre alla gestione, da governatore, della Misericordia di Borgo a Mozzano, ho seguito parzialmente le vicende confederali dalla sponda della Federazione Toscana, di cui mi sento parte attiva nell’affrontare quotidianamente i problemi delle nostre comunità, in sinergia con le Istituzioni, come compete ad una realtà di volontariato “strutturato” come la nostra.
Penso, quindi, che le sue sollecitazioni nei miei confronti per avere notizie su specifiche situazioni vadano rivolte a chi fa parte degli organi che hanno la responsabilità della gestione confederale. Con la raccomandazione di non esagerare nella polemica quotidiana sulla stampa e sui social, per evitare di portare danno ai “valori” che il nostro antico movimento caritatevole continua a rappresentare, in un mondo in profonda trasformazione.
Oltretutto siamo alla vigilia di passaggi istituzionali importanti, che mi auguro chiariscano la situazione. Se si vuole bene al Movimento bisogna evitare, usando una metafora abusata, di non “buttare via il bambino con l’acqua sporca”.
La ringrazio per l’attenzione, salutando.
Gabriele Brunini
Alessandro Romiti